
[09/10/2012] News
Ancora una volta ad una diagnosi accurata della gravità della crisi segue una prescrizione medica che spinge verso una morte prematura. Ieri la Bce ha diffuso un preoccupante report sul mercato del lavoro, evidenziando un'incapacità sempre più strutturale di riuscire a fuggire dal buco nero della disoccupazione.
Aggiungendo alle statistiche Eurostat gli "scoraggiati", coloro che hanno smesso di cercare di lavoro perché ormai convinti di non poterlo trovare, il tasso di occupazione "guadagna" in Italia ben 4,1 punti percentuali, attestandosi al 12,5%. È il sesto più alto in Europa, e preoccupa in particolar modo l'escalation della disoccupazione di lungo periodo, composta da coloro che da più di un anno non riescono a trovare un loro spazio nel mercato del lavoro.
Nonostante i continui indizi che suggeriscono un cambio di rotta rispetto a quella tracciata per uscire dalla crisi ed evitare «una ripresa senza occupazione», la Bce - come riporta il Sole24Ore - individua la strategia da seguire in «una migliore flessibilità dei mercati e su una moderazione dei salari, che hanno mostrato una rigidità in questi anni di crisi compensata in parte dai blocchi sul pubblico impiego». Nonostante sia stata proprio questa la strada finora percorsa, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Anche il Fondo monetario internazionale, diramando le sue statistiche su Pil e disoccupazione, vede nero per il Bel Paese. Per il prodotto interno lordo pronostica un calo del 2,3% e dello 0,7% rispettivamente nel 2012 e nel 2013 e, riporta l'Ansa, dichiara «la disoccupazione nelle economie avanzate è inaccettabile mettendo in guardia anche dai rischi che potrebbero derivare dalle tensioni sociali».
La concretezza della vita reale suggerisce però che ci stiamo avvicinando sempre più ad una soglia limite proprio della tenuta sociale, prima ancora che economica. Mentre la Bce invoca su carta flessibilità e moderazione salariale, l'Istat racconta di un potere d'acquisto delle famiglie che sul campo - tenuto conto dell'inflazione - si è già ulteriormente ridotto, dell'1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre 2011.
Come da un ignoto altrove, la Bce ribadisce la sua idea di cura dalla crisi paventando una sicurezza che lascia intravedere come, forse, i funzionari dell'Eurotower non abbiano ben presente che nel destino promosso da quei numeri è racchiuso quello di persone in carne ed ossa. D'altronde, come si sa, i fatti sono molto ostinati: se la cura appare dunque come un incubo, rimane la speranza che la realtà faccia finalmente suonare la sveglia.
Foto tratta da: http://www.bolgernow.com