
[09/10/2012] News toscana
Dal ministro Clini al presidente Rossi, immediata la risposta della politica al drammatico gesto del sindaco
A seguito della grave crisi industriale che interessa le grandi aziende Lucchini e ArcelorMittal, il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi (nella foto), ha deciso questa mattina di ricorrere a un'azione eclatante per portare al centro dell'attenzione la grave situazione in cui si trovano le acciaierie. Da questa mattina il sindaco è barricato sul tetto di un capannone Lucchini chiedendo l'intervento del governo. Riceviamo e pubblichiamo qui di seguito la lettera del sindaco Anselmi, dove spiega le ragioni del suo agire mettendo a fuoco i grandi problemi economici e sociali sollevati dalla crisi della siderurgia, che in Italia non abita solo a Taranto.
«La situazione del polo industriale di Piombino è giunta ad un punto gravemente critico, che rende non più rimandabile un intervento concreto del Governo.
Le crisi degli stabilimenti Lucchini e MittalArcelor, unitamente alle incertezze che riguardano il polo energetico ENEL di Torre del Sale, impongono un cambio di passo, che più volte chi scrive ha sollecitato mettendo in campo ipotesi di procedura e proposte progettuali. Sono crisi diverse per specificità e caratteri ma pericolosamente comuni negli esiti occupazionali e dunque sociali, con prevedibili conseguenze (già in parte in atto) sul sistema delle imprese degli appalti e dell'indotto, oltre che del tessuto commerciale cittadino.
La vicenda di Piombino non appare meno degna di attenzione rispetto a quella di Taranto per urgenza e gravità: se infatti nello stabilimento pugliese l'intervento della magistratura ha fatto emergere la necessità di interventi privati e pubblici tesi al risanamento ambientale, è pur vero che l'Ilva ha una proprietà industriale, che ottemperando alle prescrizioni delle autorità competenti potrà dare continuità all'attività produttiva. Questa condizione manca a Piombino in Lucchini, dove nonostante l'intensa attività condotta da chi scrive e dalle istituzioni toscane per garantire la continuità produttiva e la ricerca di un nuovo player industriale, non si è potuto evitare un progressivo peggioramento, in presenza di una durissima e perdurante situazione di mercato debole, delle condizioni economiche e soprattutto finanziarie. Ciò rischia, in assenza di un interventoad horas dei ministeri competenti, e in particolare del ministero delle Attività produttive e del ministero dell'Ambiente, di generare in Lucchini una situazione di default e di conseguente blocco dell'attività già nei prossimi mesi. Al quadro già critico si sono aggiunte di recente in modo conclamato le difficoltà di MittalArcelor Piombino (ex Magona), che subisce le scelte del gruppo di appartenenza in presenza di una situazione di forte sovracapacità produttiva nel comparto dei laminati piani zincati.
Da tempo ci siamo permessi di suggerire ai nostri interlocutori istituzionali la convocazione di due tavoli permanenti: uno di rango nazionale che affronti il tema della messa in sicurezza competitiva ed ambientale del settore siderurgico italiano, con il coinvolgimento di Federacciai, degli enti locali che ospitano aziende del settore, dei sindacati confederali e di categoria. Il secondo relativo al territorio di Piombino, per provare a costruire un quadro strategico che individui obiettivi comuni, risorse e procedure snelle in tema di infrastrutture, bonifiche, riuso di aree dismesse, spazi per la logistica portuale, contenimento dei costi energetici.
Giorni fa abbiamo inoltrato alle segreterie dei ministri Passera e Clini richiesta di incontro urgente per accelerare l'esame e la messa in campo di soluzioni industriali e territoriali che consentano di difendere l'occupazione, ridurre l'impatto ambientale dei processi produttivi, aprire nuove prospettive: restiamo convinti che l'intervento dello Stato secondo modelli non assistenzialistici bensì orientati a consolidare e rinnovare il tessuto produttivo e a sostenere la competitività del territorio non siano solo auspicabili, ma necessari e non delegabili.
E' necessario accendere, prima che sia troppo tardi, una luce fissa sulla vertenza piombinese, che non può restare vittima dimenticata del senso di responsabilità e della serietà che le istituzioni e i lavoratori hanno dimostrato in questi mesi.
Le imprese si assumano le loro responsabilità con soluzioni e progetti sostenibili mettendo al centro la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Lo Stato intervenga con tutti gli strumenti disponibili, definendo priorità che evochino un ritorno a serie politiche industriali e territoriali.
Noi collaboreremo come sempre con progettualità e visione, con le consapevolezze che ci derivano dalla conoscenza delle specificità e delle potenzialità del nostro territorio.
Col rispetto e la fiducia che ancora conservo come cittadino e come sindaco nelle istituzioni italiane, chiedo al Governo, e segnatamente ai ministri Passera e Clini, di farsi urgentemente carico dei problemi di questo territorio, invitandoli a fissare una riunione operativa congiunta qui a Piombino, coinvolgendo tutte le rappresentanze istituzionali, produttive e sociali interessate, in una data a brevissimo compatibile con le loro agende. Sono sin d'ora grato ai ministri per l'attenzione che vorranno dimostrarci.
In attesa di comunicazioni in tal senso resterò nel luogo dove mi trovo da questa mattina, con la certezza di rappresentare le preoccupazioni di tante famiglie e la volontà di un territorio intero di non stare a guardare».
Non tardano ad arrivare i commenti di sostegno alla forte presa di posizione del sindaco Anselmi. Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha confermato la sua disponibilità a un incontro con il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, entro la fine della settimana, «per esaminare congiuntamente le problematiche connesse alla continuazione delle attività industriali nell'ambito dei programmi per il risanamento ambientale dell'area».
«Fa bene il sindaco Anselmi a protestare e a richiamare il governo ad un intervento sulla Lucchini. Più volte anche noi lo abbiamo chiesto e qualche volta ministri e sottosegretari ci hanno anche incontrato», ha dunque sottolineato in apertura della seduta del consiglio regionale il presidente della Regiojne Toscana, Enrico Rossi. «Ma a questo punto - aggiunge - sarebbe quantomai opportuno che, se si va a Roma, ci si vada con una proposta concreta. La giusta protesta deve avere anche la giusta proposta. Quindi riuniamoci attorno ad un tavolo, la giunta con le maestranze, i sindacati, le istituzioni per capire ed elaborare insieme una proposta toscana da portare a Roma, vista anche la latitanza del governo in tema di politiche industriali».
«La battaglia di Anselmi e dei lavoratori della Lucchini è la nostra - ha dichiarato inoltre l'assessore toscano al Lavoro e alle attività produttive, Gianfranco Simoncini - ed è una battaglia che si combatte nell'interesse non solo di una comunità, ma del futuro industriale di questo paese. Il governo lo deve capire, e alla svelta. Il mese scorso la giunta regionale ha chiesto ufficialmente al Governo il riconoscimento dello stato di crisi per la città e il suo territorio. Il nostro impegno sarà continuo. Per la Regione il futuro di Piombino e della siderurgia sono una priorità».
«Il senso di responsabilità dimostrato finora dagli enti locali e dalle organizzazioni sindacali nella vicenda del polo siderurgico di Piombino ha avuto come risposta una scarsa considerazione di un problema che è invece enorme. Comprendiamo per questo il gesto del sindaco Gianni Anselmi e sosteniamo la sua richiesta di un'immediata convocazione da parte del ministro Passera», ha subito dichiarato la deputata toscana del Pd, Silvia Velo. «Stiamo depositando in queste ore una mozione che raccoglie i consensi di tutti i gruppi parlamentari - spiega la Velo - in cui chiediamo la convocazione di un tavolo nazionale sulla siderurgia e un accordo di programma per il polo di Piombino. Quella di Piombino, deve essere considerata un'emergenza al pari di quelle di Taranto o del Sulcis. La crisi è stata gestita con senso di responsabilità evitando da una parte illegalità, dall'altra gesti eclatanti. Ma ora non si può più rinviare un intervento del governo che dimostri la volontà di affrontare questa grave situazione e risolverla»
«Solidarietà al sindaco di Piombino Gianni Anselmi, che è salito a diverse decine di metri di altezza con indosso la fascia tricolore per ottenere una data certa per un incontro con il Governo sulla situazione delle Acciaierie Lucchini", dichiara a sua volta Fabio Evangelisti, segretario Idv Toscana. Condividiamo le preoccupazioni del sindaco Anselmi. Piombino, non meno dell'Ilva di Taranto, ha quanto mai bisogno di un intervento urgente da parte del Governo per procedere alle bonifiche, per una pianificazione infrastrutturale e per un vero rilancio industriale. Non è accettabile che l'unica strategia di presunto rilancio sia fondata sui continui stop all'altoforno. Di questo passo, l'azienda non può andare avanti e si continueranno soltanto ad accumulare debiti senza nessuna strategia di ripresa».
Dopo una lunga giornata di contatti, dichiarazioni, negoziazioni, - si legge in un comunicato del comune di Piombino - finalmente intorno alle sette di sera il Ministero delle attività produttive ha concordato una prima riunione a Roma per domani pomeriggio, mercoledì 9 ottobre, sulle questioni cruciali del polo siderurgico piombinese, Un importante risultato che, in serata, ha spinto il sindaco a scendere dal tetto del capannone Lucchini dove si era barricato dalla mattina insieme a tre sindacalisti della Fiom, Fim e Uilm chiedendo appunto la giusta attenzione al Governo.
Al tavolo abbiamo chiesto la presenza anche del ministero dell'ambiente - ha detto il sindaco - si tratta di un primo tavolo operativo al quale seguirà, il 18 ottobre, un secondo tavolo, sempre a Roma con I sindacati.
Una prima risposta significativa, scaturita dall'azione dimostrativa condotta dal primo cittadino, che dovrà servire per avviare un percorso concreto e decisivo per le prospettive della città e del territorio.