[12/10/2012] News

Hollande ripensa Françafrique? «Colpe della Francia in Africa»

Nessun intervento militare diretto in Mali. Al via il summit della Francofonia in Rdc

Oggi inizia a Kinshasa, la capitale della Repubblica democratica del Congo, il summit della Francofonia e il presidente francese François Hollande, ospite attesissimo e preceduto da polemiche e richieste di intervento militare in Mali, sarà naturalmente il protagonista di una riunione che viene direttamente dal passato coloniale della Francia e che fino ad ora ne ha celebrato i fasti lasciando nel dimenticatoio le tragedie e il sangue e le porcherie del neocolonialismo politico/economico che ha preso il nome di Françafrique. Ma alla vigilia del summit africano Hollande ha parlato per la prima volta nella storia di un presidente francese di «Colpe» commesse dalla Francia verso l'Africa durante la colonizzazione.

Prima di partire per una visita ufficiale in Senegal, da dove poi raggiungerà la Rdc, Intervistato da Rfi, TV5Monde e France 24 Hollande ha detto: «Abbiano sia una riconoscenza in rapporto all'Africa, a quello che ci ha apportato, che delle colpe che devono essere ricordate: come lo è stata la colonizzazione e prima la tratta negriera», Hollande ha sottolineato che non si tratta di un «Discorso per cancellare un precedente» m che a Kinshasa parlerà «Per scrivere con l'Africa una nuova pagina perché la Francia e l'Africa hanno delle relazioni storiche».

Il nodo, come hanno ricordato i giornalisti, restano le relazioni economiche, soprattutto nel settore energetico,  tra la Francia e le sue ex colonie africane e Hollande ha sottolineato: «Possiamo avere degli interessi economici, ma non faremo una diplomazia che sarà quella dei nostri interessi economici». Almeno lo stile sembra diverso da quello di Nicolas Sarkozy che andava in Africa ad incontrare i dittatori con a fianco i dirigenti di Areva, di altri lobbysti nucleari e con i suoi amici implicati in ogni grosso affare, sporco e pulito dell'Africa occidentale e subshariana.  

Comunque «La Francia non intende dire agli africani cosa devono fare», secondo Hollande la crisi nel nord del Mali, iniziata con la proclamazione il colpo di Stato e la proclamazione dell'indipendenza dei ribelli tuareg e poi trasformatasi nel califfato integralista islamico «E' l'occasione per mostrare la nuova maniera in cui la Francia intende svolgere il suo ruolo negli affari africani». A chi diceva che la Francia era pronta ad intervenire militarmente nella crisi del nord del Mali, Hollande ha risposto che respinge categoricamente ogni negoziato preliminare ad un intervento militare africano  e che chiede «Una risoluzione alle Nazioni Unite, al Consiglio di sicurezza, nei prossimi giorni, sul principio di una forza che potrà essere dispiegata se gli africani lo decideranno. In seguito, ci sarà un'altra  risoluzione del Consiglio di sicurezza per mettere in opera quella che potrebbe essere questa forza. La Francia offrirà, se le verrà richiesto, un sostegno logistico, ma non uomini sul terreno». Anche qui si rompe con la tradizione francese di truppe che intervengono per salvare o far cadere governi, ma questo non vuol dire che non ci potrà essere in Mali un intervento aereo di tipo "libico". Anche perché Hollande ha promesso di fare tutto il possibile per ottenere la liberazione dei 6 ostaggi francesi rapiti nel Sahel.

Quanto alla riluttanza dell'Algeria ad impegnarsi militarmente contro i gruppi islamici che si sono impadroniti dl nord del Mali (Al-Qaïda au Maghreb islamique - Aqmi, Mouvement pour l'unicité et le Jihad en Afrique de l'Ouest - Mujao, Défenseurs de l'islam - Ansar Dine), Hollande ha detto che «L'Algeria ha pagato un tributo sufficientemente pesante al terrorismo perche si possa darle lezioni». Le forze armate francesi si dedicheranno  alla formazione ed al sostegno logistico alle unità africane, un'assistenza militare che il presidente socialista giustifica  con i rischi che i jihadisti francesi compiano attentati: «E' lasciando Aqmi, vale a dire Al Qaeda, prosperare nel Sahel che farei correre un rischio al mio Paese (..) Abbiamo anche appreso che ci sarebbero stati dei fuoriusciti francesi (tra i  militanti islamici) in Mali, come ce ne sono in Somalia, come possiamo trovarne in Siria, così come potrebbero ritornare nel loro Pese con delle finalità terroristiche. Non posso accettarli. Bisogna quindi tagliare la strada dei terroristi».

Holande ha sembrato voler prendere le distanze dai troppi dittatori ed uomini forti amici di Parigi ed ha insistito sulla sua volontà di voler «Stringere delle relazioni privilegiate con gli uomini politici africani che rispettino l'alternanza democratica». Peccato che solo pochi giorni fa abbia ricevuto con tutti gli onori all'Eliseo Blaise Compaoré, l'eterno presidente golpista del Burkina Faso.

Intanto, resta tesa la situazione con la  Rdc, che ospita  il sommet de la Francophonie, dopo che il 9 ottobre Hollande aveva nuovamente criticato il presidente congolese Joseph Kabila ed il suo governo dicendo che la situazione nell'immenso Paese africano è «Del tutto inaccettabile sul piano de diritti, della democrazia e del riconoscimento dell'opposizione».

Il portavoce del governo di Kinshasa, Lambert Mende, ha risposto che «Il presidente francese è mal informato e la sua dichiarazione non risponde in alcun modo alla realtà. Può essere che sia un Paese che non conosce ancora bene , diciamo semplicemente che François Hollande è male informato».

 

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