
[15/10/2012] News
Senza industria si perdono servizi, lavoro, export e capacità di innovare
Oggi si celebrano i 20 anni del mercato interno dell'Ue ed il commissario Ue all'Industria, Antonio Tajan, inaugurando a Roma la "Settimana delle Pmi e del Mercato unico" ha ricordato che «Ogni settimana migliaia d'imprese chiudono, si perdono posti, aumenta il disagio sociale. Dall'inizio della crisi in Europa abbiamo perso 3 milioni di posti nell'industria, con mille miliardi di Pil bruciati. Lo scambio di beni e servizi nel mercato Ue è ancora 10 punti sotto l'inizio della crisi. Anche a causa di mancate scelte ed errori, l'Europa è sempre meno un luogo favorevole a imprese e industria. Molte aziende fallite erano fondamentalmente sane; e forse, si sarebbero salvate con più accesso al credito, pagamenti dello Stato puntuali, una pressione fiscale sostenibile, un costo dell'energia più basso, migliori infrastrutture, meno ostacoli burocratici e legali al business. Questo significa che abbiamo ancora molto lavoro da fare per migliorare l'accesso ai mercati e le condizioni in cui operano le imprese. A cominciare dall'effettivo completamento del mercato europeo alla base di ogni politica per la crescita».
Tajani ha accennato anche un'autocritica sulle misure prese dalla Commissione europea: «Le tensioni sociali in molti paesi Ue sono anche legate alla percezione di misure di austerità che, almeno nel breve termine, sembra peggiorare i problemi, senza che in parallelo vi sia un disegno che possa ridare la speranza di crescita e lavoro. Questa mancanza di speranza aggrava la recessione. Per questo dobbiamo continuare a lavorare per fare sentire, da subito, i benefici della nostra azione».
Due settimane fa la Commissione Ue ha adottato il Single Market Act II, con 12 iniziative per accelerare il completamento del mercato unico in settori nevralgici. «Il modello - ha spiegato Tajani - è quello del Single Market Act I dell'ottobre 2011, che prevede 12 proposte legislative da presentare entro 6 mesi a Parlamento e Consiglio. Questa strategia che vede nel nostro mercato la prima risorsa per liberare le nostre potenzialità di crescita si basa su Rapporto presentato da Mario Monti, su mandato del Presidente Barroso, che individua i principali ostacoli da rimuovere. La standardizzazione è tra gli strumenti più efficaci far cadere le barriere tecniche e garantire la libera circolazione delle merci. Per questo sono lieto che tra le azioni previste dall'Internal Market Act I la prima ad essere adottata in via definitiva, appena pochi giorni fa, sia stata la mia proposta di riforma per un sistema di standardizzazione più efficiente che spinga l'industria verso maggiore innovazione e competitività».
Il Single Market Act II affronta alcuni tra i nodi più difficili per completare il mercato: sistema di reti e mercato di energia e trasporti, libertà di movimento per cittadini e imprese, economia digitale e sostegno all'economia sociale e all'interesse del consumatore. Invece, uno studio presentato oggi dalla Commissione conferma che il peso di burocrazia e intralci legali è tra i primi freni alla possibilità per le Pmi di sfruttare il potenziale del mercato interno.
Il 10 ottobre la Commissione Ue ha approvato la nuova strategia di politica industriale e Tajani ha rimarcato: «L'inversione di marcia che vogliamo perseguire è rappresentata dall'obiettivo di passare dall'attuale 15.6% di Pil legato all'industria manifatturiera al 20% entro il 2020. Questo è possibile perseguendo i seguenti traguardi: (I) Investimento in attività produttive a livelli pre-crisi entro 2015, per arrivare al 23% del Pil entro il 2020; (II) Investimenti in macchinari ed attrezzature a livelli pre-crisi entro 2015 per arrivare al 9% entro il 2020; (III) Passare dall'attuale 21% al 25% di Pil di interscambio di beni nel mercato interno entro il 2020. (IV) Almeno il 33% di Pmi che utilizzano il commercio elettronico entro il 2015; (V) Almeno il 26% di Pmi che esportano fuori dall'Ue. Per raggiungere questi obiettivi l'innovazione e il grado di approfondimento del mercato Ue saranno determinanti.
Va posto fine all'illusione per cui l'economia poteva basarsi essenzialmente su finanza e servizi. Senza industria si perdono i servizi, lavoro, export e capacità d'innovare: l'80% dell'innovazione e il 75% dell'export Ue viene dall'industria; e per ogni posto nel manifatturiero se ne creano due nei servizi. Perché tutta l'Europa torni un luogo favorevole all'industria questa strategia, che è complementare al Single Market Act I e II, si basa su quattro pilastri: credito, accesso ai mercati, formazione, innovazione industriale».
Secondo Tajani il sistema di educazione e formazione «Deve essere molto più vicino alle imprese, con università e centri di ricerca meno autoreferenziali e integrati in rete di cluster. Con una disoccupazione giovanile che in molte aree Ue supera il 30% non è più sostenibile avere imprese che non trovano figure professionali adeguate. La Comunicazione vuole avvicinare domanda e offerta di lavoro con azioni di formazione e maggiore raccordo col mondo delle imprese».
La proposta di bilancio Ue 2014-2020 prevede più fondi per l'innovazione sia nel capitolo destinato alla ricerca (da 54 a 80 miliardi), che nei fondi strutturali e il Commissario all'industria ha spiegato che «La Comunicazione sottolinea che oltre a maggiori risorse, è essenziale avere ricadute industriali con una quota maggiore di fondi destinata a ricerca applicata, progetti dimostrativi, clusters con Università e centri di ricerca. Tutti i comparti industriali, come le tessere di un mosaico, sono essenziali. E la Commissione vuole sostenere, allo stesso modo, gli sforzi di ogni settore. Ma per essere leader tecnologici nella rivoluzione in atto dobbiamo concentrare forze e risorse su alcune priorità. Per questo vengono individuate 6 aree ad alta potenzialità di crescita e sviluppo tecnologico e, con ricadute su tutti i comparti industriali, inclusi quelli tradizionali: manifatturiero avanzato; tecnologie chiave abilitanti; biotecnologie; veicoli puliti; edilizia sostenibile e materie prime; reti intelligenti e spazio».