[22/10/2012] News

Ue, Francia ed Australia: una rete di Aree marine protette nell’Antartico orientale

Russia e Corea del Sud si oppongono

Ad Hobart, in Australia, è iniziata oggi  la 31esima riunione annuale della Commission for the conservation of antarctic marine living resources (Ccamlr), una tappa importante per discutere dell'istituzione delle arre marina protette nell'Antartide. La Ccamlr, insieme all'Agreement on the conservation of albatrosses & petrels (Acap), costituisce una parte importante del Trattato Antartico  ed il suo unico obiettivo è quello della salvaguardia delle risorse biologiche marine anche attraverso un loro razionale utilizzo.

Al meeting partecipano rappresentanti dei 24  Paesi membri e dell'Unione europea e 200 tra scienziati, gestori di risorse naturali, responsabili delle politiche marine e diplomatici. Inoltre, dell'8 ottobre e fino al primo novembre, sono in corso riunioni di esperti di tutto il mondo per discutere di problemi scientifici e politici che riguardano questa sessione della Ccamlr che quest'anno si focalizza sull'istituzione di un sistema rappresentativo di aree marine protette (Amp) nell'Oceano Australe. Sul sito della Commissione si legge che «negli ultimi 7 anni, i membri della Ccamlr hanno identificato diverse regioni dell'Oceano Australe nelle quali sarebbe giustificato un livello elevato di protezione. Questi settori importanti dell'Oceano Australe possono servire da riferimento per la ricerca scientifica sull'impattodi atività quali la pesca ed offrire delle occasioni interessanti di controllo degli effetti del cambiamento climatico».

Proprio per questo Australia, Francia ed Unione europea hanno proposto un sistema rappresentativo di Aree marine protette nei mari dell'Antartide orientale che coprirebbe 1.9 milioni di Km2. Il capo della delegazione australiana alla Ccmlra, Tony Fleming, che dirige l'Australian antarctic division, ha spiegato che «la proposta comprende le aree lungo la costa orientale dell'Antartide, che regolamenteranno le attività di conservazione della biodiversità e di valorizzazione delle aree. Le Amp proteggeranno le parti che sono vulnerabili al disturbo e che svolgono un importante ruolo ecologico, come quelle che riforniscono il  krill, e nurseries dei merluzzi australi e le aree di foraggiamento mammiferi marini e dei pinguini. Tre delle sette aree vengono proposte come aree scientifiche di riferimento per valutare i futuri impatti del cambiamento climatico sulla produttività e l'ecologia della regione. La proposta riconosce che nell'area Ccmlra può essere attuato l'utilizzo razionale delle risorse biologiche marine, ma dovranno essere gestito in maniera speciale per assicurare che i valori della conservazione siano protetti».

Dovrebbero essere approvate solo le attività valutate come coerenti con gli obiettivi delle Amp e questi possono includere anche le attività di pesca in alcune parti delle Amp antartiche. Fleming ha sottolineato che «questa proposta è stata sviluppata dal 2010 e fornisce un risultato equilibrato, proteggendo zone ad alto valore di conservazione, pur consentendo una pesca sostenibile in altre parti dell'Antartide orientale». Dal punto di vista scientifico, le Amp proposte sono già state approvate dal Ccamlr Scientific Committee, un passo necessario per poter essere prese in considerazione dalla Commissione ad Hobart, ma Fleming evidenzia che «il processo decisionale richiede il consenso tra i Paesi membri della Ccamlr per adottare le Amp. La Ccamlr ha lavorato per una rete di Amp nel Southern Ocean entro il 2012».

Le 7 aree marine protette che compongono il sistema rappresentativo proposto da Australia, Francia ed Ue sono: Gunnerus, Enderby, MacRobertson, Prydz, Drygalski, Wilkes e Mertz. Altre proposte di Amp che saranno analizzate al meeting della Ccamlr riguardano il Mare di Ross e la banchisa ghiacciata della Penisola Antartica.

Tutto bene? Sembra di no, a leggere la petizione "Days to save the Antarctic ocean",  promossa da Avaaz e dal famosissimo attore/ambientalista Leonardo Di Caprio, che viaggia verso le 500.000 firme, che lancia un allarme proprio su quello che potrebbe succedere al meeting di Hobart: «Entro pochi giorni - scrive Di Caprio -  i governi potrebbero iniziare a trasformare ampi tratti dell'Oceano Antartico nel più grande santuario marino del mondo, salvando l'habitat delle balene, dei pinguini e di migliaia di altre specie polari dalle flotte da pesca industriali. Ma non agiranno a meno che non parliamo subito. La maggior parte dei Paesi sostengono il santuario, ma  la Russia, la Corea del Sud e pochi altri minacciano di votare contro, in modo da poter saccheggiare questi mari, ora che in altri è stato pescato fino alla loro morte. Questa settimana, un piccolo gruppo di negoziatori si riunirà a porte chiuse per prendere una decisione. Un massiccio intervento popolare potrebbe irrompere nelle trattative,  isolare coloro che tentano di bloccare il santuario, e garantire un accordo  per proteggere più di 6 milioni di chilometri quadrati del prezioso Oceano Antartico. Le balene ed i pinguini non possono parlare per loro  stessi, per questo spetta a noi difenderli. Cambiamo le menti dei negoziatori con una massiccia ondata di pressione pubblica».

La petizione da firmare è molto semplice: «Come cittadini interessati di tutto il mondo, vi invitiamo ad agire con decisione per proteggere l'habitat prezioso delle balene e delle specie oceaniche quando vi incontrerete ad Hobart, in Australia. Chiediamo un accordo ambizioso che stabilisca la più grande rete mondialedi aree marine protette nel Southern Ocean, a partire dalMare di Ross e nell'Antartide Orientale»  

Il governo australiano ha detto che il suo principale obiettivo all'interno della Commissione «E' quello di garantire la conservazione delle risorse biologiche marine all'interno dell'area Ccamlr Un importante obiettivo correlato è quello di accrescere l'influenza australiana nel sistema del Trattato Antartico e di mantenere la reputazione dell'Australia come un manager responsabile delle risorse marine». In un comunicato l'Australia ricorda: «È importante sottolineare che la convenzione impone la conservazione delle risorse biologiche dell'Antartico e che le decisioni circa il loro l'utilizzo razionale devono basarsi su un approccio ecosistemico. A differenza di altri accordi sulla pesca che si concentrano solo sullo stato delle specie target commerciali, la Ccamlr richiede di prendere in considerazione tutte le specie all'interno dell'ecosistema e di conservare le relazioni ecologiche. Questo, al momento della negoziazione della convenzione, è stato un approccio molto lungimirante e senza precedenti.

La Convenzione definisce tre principi di conservazione ai quali devono essere conformi tutte le attività di prelievo, queste sono: la prevenzione della diminuzione della dimensione di qualsiasi popolazione prelevata a livelli inferiori a quelli necessari per la sua stabilità; il mantenimento dei rapporti ecologici tra le popolazioni prelevate, le popolazioni dipendenti e affini e la ricostituzione delle popolazioni impoverite; la prevenzione delle modifiche o la riduzione al minimo del rischio di variazione dell‘ecosistema marino, che non siano potenzialmente reversibili nel corso di due o tre decenni».

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