
[24/10/2012] News
I rappresentanti dei governi che si sono riuniti a Vienna per un meeting dell'Onu contro la criminalità organizzata transnazionale hanno riconosciuto la criminalità ambientale, come ad esempio il traffico illecito di fauna selvatica, come una nuova forma di criminalità organizzata transnazionale, cioè quelle che in Italia chiamiamo ecomafie e zoomafie, per la quale c'è bisogno di una risposta più forte. La United Nations Convention against transnational organized crime è il principale trattato internazionale per la lotta alla criminalità organizzata transnazionale, come il traffico di droga e la tratta di esseri umani, ed è stato firmato da 147 Paesi. La riunione di Vienna ha approvato una risoluzione che incoraggia i governi a rafforzare ulteriormente le loro leggi nazionali per prevenire e combattere questi crimini.
Wendy Elliott, Global species programme manager del Wwf ha sottolineato che «il riconoscimento che il traffico illecito di fauna selvatica è una nuova forma di criminalità organizzata transnazionale dovrebbe essere un campanello d'allarme per i governi di tutto il mondo. Tutte le forme di criminalità organizzata transnazionale hanno impatti notevoli sulla stabilità, la sicurezza e lo sviluppo. C'è un disperato bisogno di un'azione urgente per intensificare gli sforzi per combattere il traffico illecito di fauna selvatica a tutti i livelli della catena commerciale».
durante il meeting, l'United Nations office on drugs and crime (Unpodc) ha illustrato le sofisticate tecniche utilizzate dai trafficanti di fauna selvatica, nonché i legami tra la criminalità ambientale e gli altri reati con alti livelli di violenza e corruzione. L'Unodc ha chiesto ai Paesi di «adottare misure contro il traffico di specie in via di estinzione e prendere in considerazione la possibilità di definire il traffico di specie minacciate di estinzione come un reato grave». Ai sensi della convenzione, i reati gravi sono quelli per i quali vengono assegnate pene detentive di almeno 4 anni.
Stephanie Pendry, enforcement programme leader di Treaffic, il network che tiene sotto controllo il traffico di specie selvatiche, ha spiegato che «I criminali della fauna selvatica stanno rastrellando enormi profitti da questa attività illegale, a rischio relativamente basso di arresto, penale o di reclusione. Stanno fuggendo alla giustizia perché i crimini contro la fauna selvatica non vengono considerati come un reato grave. Ma queste reti criminali stanno avendo impatti enormi, che non solo minacciano la fauna selvatica, ma sono dannosi anche per le comunità, le economie locali e lo stato di diritto».
A Vienna diversi governi hanno evidenziato la gravità dei crimini della fauna selvatica ed i loro impatti negativi sulla società. Il Sudafrica, che è l'epicentro dell'attuale gravissima recrudescenza del bracconaggio sui rinoceronti, ha detto che sono stati fatti dei progressi con la cooperazione interministeriale tra i rami del suo governo. Secondo Pitso Montwedi, direttore del dipartimento diritti umani ed affari umanitari del Sudafrica, «il bracconaggio dei rinoceronti è aumentato drammaticamente in alcune parti del Sudafrica, a causa l'assalto spietato sulla popolazione di rinoceronti da parte di gruppi criminali. Stiamo portando la politica, la difesa, i funzionari doganali e della conservazione ad affrontare insieme questo grave crimine organizzato».
I governi affronteranno nuovamente nell'aprile 2013 la questione del traffico di fauna selvatica, durante una riunione della Commission on crime prevention and criminal justice dell'Onu che si concentrerà sull'impatto dei crimini ambientali. Wwf e Traffic concludono: «Con la criminalità fauna selvatica a livelli record e le popolazioni di diverse specie a rischio imminente di estinzione locale a causa del bracconaggio dilagante e del commercio, incoraggiamo i governi a prendere in considerazione di metterle a fuoco nel meeting di aprile ed ancora oltre, concentrandosi sulle questioni urgenti dei crimini contro le foreste e la fauna selvatica».