
[30/10/2012] News
49 Premi Nobel e 5 medaglie Fields hanno firmato una lettera aperta ai capi di Stato e di governo dell'Ue ed ai presidenti delle istituzioni europee, sostenuta da una petizione (A top priority for Europe: secure the Eu research and innovation budget!) firmata da decine di migliaia di europei, perché assicurino che il bilancio per ricerca e l'innovazione dell'Ue sia finanziato. Secondo loro lo stesso futuro dell'Europa «sarebbe a rischio se venissero ridotti i finanziamenti alla ricerca, poiché è grazie ai risultati della ricerca se l'Europa è all'avanguardia in così tanti settori industriali, che a loro volta creano milioni di posti di lavoro».
La lettera è stata pubblicata da oltre 33 giornali in tutta Europa, compresi il Financial Times in Gran Bretagna, El País in Spagna e il Jurnalul National in Romania, ha raccolto oltre 40.000 firme il primo giorno, e poi ha abbondantemente superato le 20.000 firme. Nella lettera si legge che «l'Europa è all'avanguardia della scienza in molti settori. Trasformare questa conoscenza in nuovi prodotti innovativi, servizi e industrie rappresenta il solo modo per dare all'Europa un vantaggio competitivo nello scenario di oggi che muta rapidamente e per garantire la futura prosperità a lungo termine dell'Europa».
Il 22 novembre si terrà un vertice europeo speciale per discutere anche dei tagli al bilancio dell'Ue per il periodo 2014-2020 ed anche il programma europeo Horizon 2020, da 90 miliardi di euro e della durata di 7 anni, potrebbe subire tagli. La presidente del Consiglio europeo della ricerca (Cer), Helga Nowotny, ha sottolineato l'importanza di "Orizzonte 2020": «Questo forte messaggio ai leader europei conferma l'importanza della strategia del Consiglio scientifico Cer per trovare, finanziare e dare più potere ai migliori ricercatori. Risulta quindi fondamentale che il futuro programma di ricerca dell'Ue "Orizzonte 2020", e in particolare il Consiglio europeo della ricerca, venga rafforzato per ottenere ulteriori progressi scientifici e tecnologici, che in futuro conducano a innovazioni più grandi. Noi esortiamo i leader politici ad ascoltare la voce unanime dei ricercatori europei, sia di quelli più illustri che della prossima generazione, e ciò che hanno da dire su come affrontare l'attuale crisi economica».
Anche i due premi Nobel che hanno promosso la lettera, Sir Tim Hunt e Christiane Nüsslein-Volhard, fanno parte del consiglio scientifico Cer che fa parte del Settimo programma quadro (7°PQ) dell'Ue e che ha un bilancio di 7,5 miliardi di euro per il 2007-2013. Il Cer spiega che da quando è stato istituito «ha finanziato più di 3.000 ricercatori di punta e i loro progetti all'avanguardia, e si è ricavato una nicchia nei gruppi di finanziamento, poiché promuove la ricerca "bottom-up" aprendosi così a una gamma più ampia di possibilità».
La lettera aperta mette in guardia su una possibile fuga di cervelli se si dovessero tagliare i fondi, sottolineando che «gli innovatori e i ricercatori del futuro, le stesse persone che potrebbero aiutare a guidare l'Europa fuori dalla sua attuale crisi, sarebbero costretti a lasciare l'Europa per seguire delle possibilità all'estero e i brillanti scienziati che attualmente vengono attratti in Europa smetterebbero di arrivare. La conoscenza non conosce confini. Il mercato globale per i talenti eccezionali è altamente competitivo. L'Europa non si può permettere il lusso di perdere i suoi migliori ricercatori e insegnanti, e trarrebbe grande vantaggio dall'attrarre i talenti stranieri. La riduzione dei finanziamenti disponibili per la ricerca d'eccellenza si traduce in un numero minore di ricercatori qualificati. In caso di una significativa riduzione del bilancio UE per ricerca e innovazione noi rischiamo di perdere una generazione di scienziati di talento proprio quando l'Europa ne ha più bisogno».
L'appello dei premi Nobel e delle medaglie Fields si conclude chiedendo ai leader europei: «Quando verrà annunciato l'accordo per la dotazione di bilancio dell'Europa, quale sarà il ruolo della scienza nel futuro dell'Europa?», ed invitandoli a pensare al di là dei tagli di bilancio a breve termine, per riflettere sul futuro della scienza in Europa.