[02/11/2012] News

Tutti i numeri dell'occupazione green in Italia, aspettando gli Stati generali

«Si cita sempre la green economy come vettore per uscire dalla crisi economica ed è ormai chiaro che l'economia verde investa ogni settore produttivo e possa generare nuovi posti di lavoro, ma richiede investimenti mirati e consapevoli». Portando la consapevolezza di questa necessità si è tenuta a Roma la seconda edizione di Ecoincentriamoci - convegno di respiro nazionale organizzato da Eco-news - concentrato in particolare proprio sulla capacità occupazionale di un'economia più sostenibile.

Le tematiche del convegno, introdotte da Francesco Ferrante - senatore Ecodem e vicepresidente Kyoto Club - hanno guardato da vicino anche il macrotema della riduzione dei consumi, necessità alla base di ogni prospettiva di sostenibilità che non sia semplicemente velleitaria. «Uno dei temi chiave delle politiche della sostenibilità riguarda la gestione efficiente delle risorse - ha infatti sottolineato Marco Frey, direttore Istituto di management della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, intervenendo sul tema - La capacità di contenere i consumi migliorando la qualità della vita, richiede lo sviluppo di soluzioni "smart" da parte di tutti: consumatori, imprese, istituzioni».

Pianificare e dirigere un nuovo modello di sviluppo tenendo conto della dipendenza che lega i nostri processi economici con la società e l'ecosistema che ci circonda significa anche concedere nuovo respiro ad un'occupazione asfittica, soffocata dalla crisi.  Marco Gisotti, co-autore della seconda edizione di Guida ai Green jobs ha dedicato un focus specifico al tema: «Non ci sono più dubbi che le imprese della green economy siano quelle che resistono meglio alla crisi e sono quelle che assumono. E allora sia l'impresa che la scuola devono puntare sulle nuove professioni», che già adesso portano a testimoniare cifre importanti sul lato dell'occupazione. «Pensiamo ai 150.000 del settore delle rinnovabili, che sono tanti ma non sono i più numerosi - ha aggiunto Gisotti - nel settore della selvicoltura sono 400.000, nell'agricoltura biologica più di 200.000, 103.000 nei rifiuti e 76.000 nel riciclaggio, 80.000 nelle aree protette, 13.000 nella chimica verde, 200.000 nell'agricoltura biologica, 27.000 nel settore delle bonifiche ambientali e 50.000 nell'ecoturismo, 105.000 nel trasporto pubblico locale e oltre 76.000 nelle ferrovie».

Lo stesso ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, è intervenuto con una nota tornando ad affermare che «la green economy rappresenta per l'Italia una delle risorse per uscire dalla crisi e per candidarsi a un ruolo di protagonista sui mercati internazionali. Le imprese del nostro Paese, in questo campo, sono portatrici di eccellenze, di quella qualità ambientale che è diventata anche un forte fattore di competitività».

Coscienti delle opportunità nascoste dietro la possibile (e necessaria) riconversione ecologica dell'economia, attendiamo dunque «il confronto sull'economia verde» ricordato dal ministro Clini, quello «che la settimana prossima a Rimini vedrà una sintesi negli Stati Generali della Green Economy, occasione importante per rafforzare e mettere ulteriormente a fuoco, attraverso il dialogo fra governo e imprese, una politica che sappia valorizzare la sostenibilità ambientale come un driver determinante di crescita per il nostro sistema produttivo». Sperando che non deluda le aspettative e le premesse col quale è stato accolto, anche dal ministro Clini.

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