[05/11/2012] News

Verso Expo 2015: società civile in marcia sognando un cambiamento tangibile e non una nuova Tour Eiffel

L'Expo 2015 "nutrire il pianeta, energia per la vita", si avvicina e si susseguono le iniziative e gli incontri preparatori organizzati dalle tante  realtà della società civile che si riuniscono nel "Comitato Expo dei popoli", con l'obiettivo di inserire all'interno di Expo 2015, alcuni temi centrali tra cui il riconoscimento e il rispetto del diritto umano al cibo, il diritto di accesso all'acqua e alla terra, alle fonti energetiche, alla pace e a una vita dignitosa.

Spunti interessanti sono venuti dall'incontro internazionale "La società civile globale per il diritto al cibo e alla terra" organizzato a Milano. L'evento è stato l'occasione per condividere con rappresentanti da tutto il mondo le idee, le esperienze e le strategie da adottare in vista dell'atteso Expo. Aron Belinky, (Coordinatore dei Processi Internazionali dell'Istituto Vitae Civilis, Nella foto) nel suo  intervento ad esempio è partito dall'analisi di "Rio +20", appuntamento cruciale dell'anno per i movimenti globali: "Rio+20 non è stata solo una conferenza ma un momento di grande partecipazione e di convergenza. A "Rio+20" è stata creata l'agenda da cui ripartire per i prossimi anni: lo sviluppo sostenibile, gli obiettivi del millennio e l'inclusione di miliardi di persone che fanno parte dei paesi emergenti e che richiedono una forma di ridistribuzione delle ricchezze".

«Cosa hanno prodotto le precedenti Expo?  - si chiede Belinky- Cose concrete, anche edifici come la tour Eiffel di Parigi che sono rimaste nell'immaginario collettivo. Con Expo  2015 non vogliamo creare la nuova Tour Eiffel, però vogliamo degli effetti che siano pratici, un cambiamento che sia tangibile». Un cambiamento che, secondo Belinky, deve partire dalla democrazia e dalla partecipazione «Abbiamo i mezzi, le nuove tecnologie, e dobbiamo capire come sfruttarli al meglio per i nostri obiettivi. Dobbiamo investire per il nostro futuro». Un futuro che dobbiamo costruire soprattutto partecipando attivamente e non delegando ai politici secondo  Mamadou Cissokho, (Presidente onorario di ROPPA e di CNCR). «Noi siamo qui - dice - come  rappresentanti dei diversi gruppi di attori della società civile, mentre gli altri attori, quelli politici, con le responsabilità che gli affidiamo si permettono di occuparsi di tutte le questioni delle popolazioni mondiali. Ma la democrazia non può limitarsi alle elezioni, dobbiamo  far sentire la nostra voce e produrre un cambiamento». La società civile, secondo Cissokho, può dare un grosso contributo all'Expo 2015 e - aggiunge - «è in questa direzione che vogliamo lavorare, per una giustizia economica mondiale, per il riconoscimento e il rispetto del diritto alla vita e al lavoro, e una partecipazione comune al cambiamento». Come molti altri analisti, secondo Cissokho, la crisi di oggi non è solo economica, ma è la crisi di un modello, che va ripensato. «E' allargando lo sguardo sulla situazione globale che emerge il problema della mancata soddisfazione di tutti i bisogni. Si dice che dobbiamo produrre di più, credendo che sia un problema di produzione e non di distribuzione. Se guardiamo ad esempio l'Africa e le sue risorse non possiamo dire che sia  un continente povero, ma  un continente dove regna l' ingiustizia nella ridistribuzione delle ricchezze».

Un concetto chiave ripreso nelle conclusioni anche da Aron Belinky: «La ridistribuzione non deve essere legata solo alla produzione e ad un luogo specifico ma deve essere pensata a livello globale. Con questo includendo la generazione dei rifiuti, il consumo di risorse, di energia, di acqua, di cibo. Per rendere nei il mondo un posto piacevole dove vivere per 7 miliardi di persone dobbiamo partire proprio concetti come questo».

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