[07/11/2012] News

Acciaio, l'Ue approva l'acquisizione di Inoxum da parte di Outokumpu, ma la ThyssenKrupp dovrà cedere Terni

Continua il terremoto nel settore dell'acciaio mondiale che si ripercuote sul nostro Paese con fortissime scosse sismiche che vanno da Piombino a Taranto, passando per Terni. Oggi, dopo un esame approfondito, la Commissione europea ha autorizzato la proposta di acquisizione di Inoxum, la divisione "Acciaio inossidabile" della tedesca ThyssenKrupp Inoxum che produce e distribuisce prodotti di acciaio inossidabile e ad alta lega, da parte dell'impresa siderurgica finlandese Outokumpu, la società madre di un gruppo che produce e distribuisce prodotti di acciaio inossidabile e ferrocromo in tutto il mondo. La Commissione Ue però specifica che «L'approvazione è subordinata alla cessione dell'impianto di produzione di acciaio inossidabile di Inoxum situato a Terni». La Commissione temeva che «L'associazione dei due principali fornitori di prodotti di acciaio laminati a freddo conferisse all'impresa risultante dalla concentrazione la facoltà di aumentare i prezzi. Gli impegni offerti tenevano conto di queste preoccupazioni».

Il commissario Ue alla concorrenza, Joaquín Almunia, ha sottolineato che «L'acciaio inossidabile è una componente fondamentale di una vasta gamma di prodotti, dai casalinghi alle attrezzature industriali, e un fattore di produzione essenziale per molte industrie europee. La cessione dello stabilimento di Terni evita che la comparsa di un nuovo leader sul mercato europeo abbia effetti negativi per i consumatori e le imprese europee».

Quello è stato definito esame approfondito si è concentrato sulla produzione di prodotti di acciaio inossidabile laminati a freddo nello Spazio economico europeo (See) e la Commissione europea evidenzia che  «La concentrazione proposta riunirà il primo e il secondo fornitore su questo mercato. Nella forma notificata inizialmente, l'operazione avrebbe creato un'impresa di dimensioni tre volte superiori a quelle della lussemburghese Aperam e cinque volte superiori a quelle della spagnola Acerinox, i concorrenti diretti, che si collocano rispettivamente al terzo e al quarto posto sul mercato». La Commissione ha constatato che, «Pur rappresentando una parte considerevole del mercato See, le importazioni non erano sufficienti a contenere gli aumenti di prezzo, perché in genere non sono considerate totalmente sostituibili dai consumatori finali. È inoltre probabile che, malgrado il loro livello di capacità inutilizzata, i due principali concorrenti europei delle parti, cioè Aperam e Acerinox, avrebbero considerato più conveniente allinearsi agli aumenti di prezzo dell'impresa risultante dalla concentrazione anziché dar prova di un'aggressività sufficiente a contrastarli. Gli aumenti di prezzo derivanti dall'operazione, quale notificata inizialmente, sarebbero stati probabilmente di gran lunga superiori alle sinergie potenziali. Per ovviare a questi problemi, le parti hanno proposto di cedere l'impianto di produzione di acciaio inossidabile di Inoxum situato a Terni e un certo numero di centri di distribuzione in Europa. Grazie alla cessione, l'acquirente disporrà di un'attività di produzione e distribuzione autonoma pienamente integrata, con un accesso a tutti i principali paesi del See. Per scelta dell'acquirente, la cessione comprenderà la Società delle Fucine di Terni e la grande linea di produzione LBA2».

Lo spacchettamento non piace alla Fiom Cgil ed ai lavoratori ThyssenKrupp di Terni che hanno già scioperato contro questa ipotesi, come ricordava il 9 ottobre Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Cgil di Terni, al termine di una partecipatissima assemblea con circa 800 lavoratori, «La contrarietà dei lavoratori alla proposta di Outokumpu è totale, per questo già da stamattina fermeremo gli impianti e la mobilitazione proseguirà nei prossimi giorni. Finché non c'è chiarezza sul futuro, qui non si muove un bullone». Il sito deve essere venduto nella sua interezza e senza mutilazioni. Lavoratori e sindacati sono compatti a sostegno di una vertenza che vuole ribadire l'unitarietà e il profilo internazionale del sito Ast e chiedere chiarezza sulle prospettive future. Lo ribadiamo: finché non c'è chiarezza qui dentro non si muove niente».

Anche per questo la Commissione europea ha assicurato che «Accerterà che questa attività sia venduta a un acquirente idoneo, a norma del regolamento Ue sulle concentrazioni, e che la redditività e la competitività dello stabilimento di Terni sia assicurata», ma si ritiene soddisfatta perché «Gli impegni proposti garantiscono che l'impresa risultante dalla concentrazione continui a subire una pressione concorrenziale sufficiente sul mercato per la produzione di prodotti di acciaio inossidabile laminati a freddo nel See». Per questo la Commissione ha concluso che «L'operazione proposta, come modificata da questi impegni, non desta preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza. La decisione è subordinata al pieno rispetto degli impegni».

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