
[12/11/2012] News
L'incredibile tragedia di Nuoro, dove un bambino di soli 12 anni è stato gravemente ferito mentre partecipava ad una battuta di caccia al cinghiale, sta provocando reazioni durissime.
Secondo Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia «L'ennesima tragedia, questa volta aggravata dalla giovanissima età della vittima, rende ormai urgentissimo e improcrastinabile un intervento delle autorità e delle istituzioni, che pongano uno stop a quella che ormai sta assumendo davvero i contorni di una guerra civile. Il senso di insicurezza per chi vive o frequenta le campagne è diventato insostenibile. Chiediamo al Governo e al Parlamento di intervenire d'urgenza, con norme rigidissime che aumentino drasticamente le misure di sicurezza e vietino ai minori di seguire gli adulti nell'attività venatoria. Ma chiediamo anche ai cacciatori e alle associazioni venatorie di fermarsi, di chiedere per primi una sospensione della caccia. In questo modo non si va più avanti. Ormai la caccia o la si regolamenta seriamente o la si abolisce".
Il ferimento alla testa del ragazzino durante una battuta di caccia nelle campagne di Irgoli, nella frazione di San Michele, in Baronia, per l'Associazione vittime della caccia è la sconvolgente conferma di quello che sta denunciando da anni: «Non c'è da aggiungere niente altro ai fatti di sangue che oramai si succedono sistematicamente dall'inizio della stagione venatoria. Ogni altro commento oltre ai crudi numeri è superfluo. Solo una parola: vergogna». Ed i numeri presentati dall'Associazione sono davvero impressionati per un'attività che in Italia è considerata uno sport: «6 i bambinbi vittime di armi da caccia, 2 morti e 4 feriti. 17 morti e 59 feriti, 76 vittime in totale, di cui 20 vittime tra la gente comune 4 morti e 16 feriti), 56 tra i cacciatori (13 morti e 43 feriti)
Il 9 novembre, dopo l'ennesimo incidente durante una battuta di caccia a Ospitaletto di Marano sul Panaro (Mo) l'eurodeputato dell'IdV Andrea Zanoni ha detto che «Bisogna fermare la carneficina umana, oltre che animale, che si verifica ogni anno nel Paese. Servono esami più severi e test psicoattitudinali annuali» ed ha presentato una serie di proposte che sembrano andare nella direzione chiesta dalla Lipu: «È necessario che gli esami per ottenere la licenza di caccia siano molto più severi e puntino sulla sicurezza e sulla capacità di maneggiare le armi. A una certa età, inoltre, la vista e le abilità fisiche calano ed è quindi necessario che i cacciatori si sottopongano a esami psicoattitudinali almeno una volta ogni anno, anziché ogni sei anni come accade ora».
Zanni ricorda che «Prima del 1977, la legge non prevedeva la necessità di superare esami per ottenere la licenza di caccia. Ci troviamo di fronte ad una schiera di dilettanti che non hanno avuto un addestramento professionale all'uso delle armi e la maggior parte di loro non ha nemmeno superato un esame. Sono troppi i morti e i feriti per incidenti di caccia, anche tra chi non ha nulla a che vedere con l'attività venatoria. Non c'è da stupirsene, visto che la caccia è regolata da norme vecchie e non più adeguate all'alta densità abitativa delle nostre campagne. Bisogna estendere ad almeno un chilometro da case e strade e dagli agricoltori al lavoro il limite minimo di dove è permesso sparare e stabilire un numero chiuso per i cacciatori, perché oggi sono troppi».
Per l'eurodeputato è indispensabile anche «Un inasprimento delle sanzioni, attualmente inadeguate. Ora vengono comminate delle sanzioni ridicole. Occorre rivedere la normativa e, nel caso di incidenti come quello appena accaduto nel modenese, procedere all'immediato ritiro della licenza venatoria incentivando anche la vigilanza sul territorio. Nel caso specifico auspico che vengano svolte indagini approfondite dalle Forze dell'Ordine per capire le dinamiche della vicenda e mi auguro che venga revocata definitivamente la licenza a chi ha sparato».