[14/11/2012] News

Il Consiglio Ue conferma 7,2 miliardi di euro di finanziamenti per la lotta al cambiamento climatico

Necessari finanziamenti privati ed “innovativi” per rispettare l’obiettivo a lungo termine di 100 miliardi di dollari

Il Consiglio di ministri degli affari economici e sociali dell'Ue ha adottato le conclusioni sul finanziamento della lotta contro il cambiamento climatico ed ha approvato il rapporto della Commissione Ue sui finanziamenti fast-start in vista della Conferenza delle parti dell'United Nations framework convention on climate change  che si terrà a Doha, in Qatar, del 26 novembre al 7 dicembre.

E' molto soddisfatta la commissaria Ue all'azione climatica, la danese Connie Hedegaard (nella foto), che ha sottolineato: «Nonostante le gravi difficoltà economiche, l'Europa delibera. Siamo sulla buona strada per rispettare i nostri impegni di provvedere a 7,2 miliardi di euro per i finanziamenti per il clima per il periodo 2010-2012. Questo è un atto molto importante in quanto rappresenta il risultato di sforzi congiunti adottati in un contesto economico molto difficile. E possiamo vedere i risultati concreti già in molti Paesi in via di sviluppo! I Paesi in via di sviluppo possono contare sul fatto che l'Europa continui e a fornire finanziamenti per il clima dopo il 2012».

Dei 7,1 miliardi di euro di fast start finance stanziati  fino ad oggi, il 40,5% è andato a finanziare  azioni di mitigazione, il 30,1% per sostenere l'adattamento ai cambiamenti climatici e il 13,0% in attività per  ridurre la deforestazione ed il degrado delle foreste nei Paesi in via di sviluppo, ma «Il 16,4% del finanziamento non può essere classificato a causa della natura polifunzionale delle attività sostenute».  

A pochi giorni dalla Unfccc di Doha la decisione del Consiglio dell'Ue è davvero un atto importante: L'Unione europea è il principale fornitore mondiale di aiuto pubblico allo sviluppo e di finanziamenti per il clima nei Paesi in via di sviluppo e lo stanziamento di 7,2 miliardi di euro conferma gli impegni presi dall'Europa alla Conferenza Unfccc di Copenaghen del 2009, quando i Paesi industrializzati si impegnarono a fornire quasi 30 miliardi di dollari in finanziamenti per il clima "fast start" tra il 2010 ed il 2012, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a ridurre le loro emissioni di gas serra e ad adattarsi ai cambiamenti climatici. I finanziamenti "fast start" dell'Ue e dei  suoi Stati membri sono circa un terzo del totale mondiale.

Secondo le cifre fornite dagli Stati membri, sono stati già erogati/stanziati 7,1 miliardi di euro ed i 7,2 miliardi saranno presto raggiunti o addirittura superati quando nel 2013 verranno aggiornati e conclusi i rapporti dei singoli Stati.  Per i  3 anni di impegno la Commissione europea aveva promesso La 150 milioni di euro "fast start" che sono già 155 milioni.

In Una nota finale del Consiglio europeo si legge che «Nel 2013 L'Ue e gli Stati membri continueranno a fornire finanziamenti per il clima nei Paesi in via di sviluppo. L'Ue rimane pienamente impegnata a raggiungere l'obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari Usa all'anno dai Paesi sviluppati entro il 2020, provenienti da fonti pubbliche, private e innovative, nel contesto di azioni di mitigazione significative e con la trasparenza nell'attuazione da parte dei Paesi in via di sviluppo».

Nel documento finale il Consiglio dei ministri europeo ha sottolineato che «Nonostante la difficile situazione economica e gli stretti vincoli di bilancio, l'Ue ei suoi Stati membri sono sulla buona strada verso il raggiungimento loro impegno». Il Consiglio «Ribadisce l'importanza che l'Ue, insieme ad altri Paesi sviluppati, continui a fornire il sostegno  oltre il 2012 per le politiche, i programmi e le iniziative che potranno ottenere risultati sostanziali e valore monetario in un contesto di azioni di mitigazione significative e di trasparenza nell'attuazione, contribuendo ad aumentare la resilienza climatica ed a ridurre il divario tra le ambizioni e gli attuali impegni di riduzione delle emissioni, con particolare attenzione ad evitare la duplicazione delle iniziative, all'uso efficiente dei fondi disponibili ed alla necessità di finanziamenti pubblici sostenibili e del  consolidamento fiscale».  L'Ue ricorda che la Durban platform approvata alla Cop Unfccc del 2011 ha evidenziato «Un  notevole divario tra gli impegni di mitigazione e la riduzione delle emissioni necessaria per il raggiungimento del target dei 2 gradi e invita pertanto tutte le parti per garantire i massimi sforzi di mitigazione possibili».  Il Consiglio dei ministri Ue si rivolge anche ai Paesi emergenti perché contribuiscano anche loro al finanziamento dell'adattamento e della mitigazione dei cambiamenti climatici, «In linea con le rispettive responsabilità e capacità».

L'Ue considera l'efficienza e l'efficacia di primaria importanza perché la mitigazione e le attività Reducing emissions from deforestation and forest degradation (Redd+) «Raggiungano il loro obiettivo di limitare le emissioni di gas serra e, in tal modo, limitare il global warming ad un massimo di 2 gradi Celsius», e sottolinea «La necessità di fornire finanziamenti per il clima sulla mitigazione e l'adattamento, tenendo conto delle rispettive capacità dei Paesi in via di sviluppo», mentre «I finanziamenti per il clima mobilitati congiuntamente da tutti i paesi sviluppati per dopo il 2012, dovrebbero essere accompagnati da informative misurabili e da azioni per il clima verificabili nei Paesi in via di sviluppo». .

Comunque il Consiglio dei ministri europei ribadisce che «L'Ue continuerà a fornire sostegno finanziario per il clima dopo il 2012» e che cercherà un accordo costruttivo con gli altri Paesi sviluppati per individuare i percorsi perché i finanziamenti climatici per il periodo 2013-2020 provengano da fonti diversificate: pubbliche, private, bilaterali e multilaterali e fonti di finanziamento "alternative", senza le quali sarà molto difficile rispettare l'impegno internazionale di 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020.

Le priorità di finanziamento dell'Ue per l'adattamento climatico continueranno a «Tener conto delle esigenze dei Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili, compresi i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, i Least developed Countries e  l'Africa»

Il documento finale del Consiglio conferma che gli strumenti basati sul mercato, anche nel trasporto aereo e marittimo, sono i modi più efficienti per la riduzione delle emissioni e potrebbero generare importanti flussi finanziari anche per finanziamenti per il clima, per questo sollecita l'International civil aviation organization (Icao) e l'Internationa maritime organization (Imo), molto polemiche con le misure adottate dall'Ue, ad adottare efficaci carbon pricing schemes.

Secondo il Consiglio europeo le banche e le altre istituzioni finanziarie pubbliche sono essenziali per facilitare la mobilitazione dei flussi di finanziamenti per il clima e sottolinea che i finanziamenti privati svolgeranno un ruolo essenziale nella mobilitazione degli investimenti necessari per centrare l'obiettivo dei 2 gradi di aumento massimo della temperatura globale e per arrivare alla cifra di 100 miliardi di dollari entro il 2020. Il documenti finale «Si compiace dei lavori in corso nell'Ocse per lo sviluppo di una metodologia appropriata e condivisa per mobilitare finanziamenti privati per il clima che consentano di essere meglio definiti, registrati, monitorati e comunicati, e incoraggia i contributi degli Stati membri dell'Ue per raggiungere un'intesa comune con le altre parti nella definizione dei finanziamenti privati per il clima. Ricorda che il clima favorevole agli investimenti privati è centrale per il conseguimento del cambio di paradigma verso uno sviluppo low-emission e climate-resilient».

Il documento riconosce il diritto dei Paesi in via di sviluppo a conoscere il quadro preciso di queste iniziative «Al fine di incentivare gli investimenti privati low carbon nazionali per attrarre finanziamenti privati al livello a necessaria» e che «In questo senso, il sostegno al capacity building può svolgere un ruolo importante».

Dopo aver assicurato che «L'Ue ed i suoi Stati membri continueranno negli sforzi per sviluppare e utilizzare

strumenti e approcci per mobilitare finanziamenti privati per le misure climatiche» ed aver invitato L'Ue ed i suoi governi nazionali ad integrare il lavoro dell'Ocse sulla identificazione e la mobilitazione dei finanziamenti privati ed a monitorare il loro flusso, il Consiglio Ue prende atto dei colloqui in corso  sul programma di lavoro per finanziamenti a lungo termine nell'ambito dell'Unfccc, attende con interesse la pubblicazione del rapporto dei co- chairs e conclude che «I lavori del gruppo di studio del G20 sui modi per mobilitare efficacemente le risorse dei finanziamenti per il clima» sono «Un mezzo per migliorare il dialogo e lo scambio di esperienze tra i Paesi sviluppati».

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