
[15/11/2012] News
Il 2015, anno in cui in base alla Direttiva quadro sulle acque tutti i corpi idrici dovranno raggiungere l'obiettivo di un buono stato di qualità, si avvicina e la Commissione europea ha pubblicato un Piano per la salvaguardia delle risorse idriche con l'obiettivo strategico di garantire che la disponibilità di acqua di buona qualità sia sufficiente a soddisfare le esigenze dei cittadini, dell'economia e dell'ambiente.
Il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee rappresenta in sostanza la risposta politica dell'Ue alla sfida costante di raggiungere gli obiettivi di politica idrica dell'Unione.
Lo stato attuale delle acque europee nonostante i miglioramenti è lontano da essere soddisfacente: sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, situazione aggravata da fenomeni estremi come siccità e alluvioni che si ripetono sempre più frequentemente. Le nuove criticità si aggiungono a quelle consolidate, tra cui l'inquinamento delle acque, la carenza di sistemi depurativi efficienti, l'estrazione idrica per la produzione agricola ed energetica, il consumo di suolo. Nel quadro dei lavori preparatori del Piano sono stati valutati i piani di gestione idrografica degli Stati membri dell'Ue e la politica unionale in materia di carenza idrica e siccità.
Dalla valutazione sono emerse anche alcune lacune nell'attuale legislazione sulle acque, nonché carenze significative nella sua attuazione. Il documento ha infine rilevato e indicato la necessità di risolvere i conflitti tra gli obiettivi della politica idrica e di altre politiche. A fronte di questo quadro è pertanto necessario adottare misure più stringenti che consentano all'Ue di proteggere le sue risorse idriche «Il Piano dimostra che siamo consapevoli dei nostri problemi e che disponiamo di una solida piattaforma per affrontarli- ha dichiarato il Commissario per l'Ambiente Janez Potočnik - È il momento di intervenire concretamente per sfruttare al meglio il potenziale della legislazione in vigore e dare spazio a soluzioni innovative nell'ambito delle politiche idriche e dell'industria delle acque. È necessario mirare a un equilibrio sostenibile tra la domanda e l'offerta di acqua, senza dimenticare le esigenze dei cittadini e degli ecosistemi naturali da cui dipendono» Il nuovo Piano propone un approccio strategico basato su tre pilastri: migliorare l'attuazione della politica idrica dell'Ue sfruttando tutte le opportunità date nel quadro della legislazione in vigore.
Ad esempio, aumentando la diffusione delle misure di ritenzione naturale delle acque, come il ripristino di zone umide e pianure alluvionali o un'applicazione più efficace del cosiddetto principio del "chi inquina paga" ricorrendo alla misurazione del consumo di acqua, a una tariffazione delle acque e a una migliore analisi economica; integrare maggiormente gli obiettivi di politica idrica in altri settori strategici correlati, come l'agricoltura, la pesca, le energie rinnovabili, i trasporti e i Fondi di coesione e strutturali; colmare le attuali lacune, in particolare in merito agli strumenti necessari per incrementare l'efficienza idrica. A tale proposito il Piano prevede che gli Stati membri stabiliscano degli obiettivi in materia di contabilità delle acque e di efficienza idrica e che siano elaborati degli standard per il riutilizzo delle acque. Il Piano non indica un'unica soluzione universale, ma propone piuttosto una serie di strumenti con cui gli Stati membri possono migliorare la gestione idrica a livello nazionale, regionale o a livello di bacini idrografici. A dire il vero alcune delle misure preannunciate, sono già inserite anche in Italia nei Piani di gestione di distretto elaborati dalle Autorità di bacino nazionali.
Si tratta di vedere poi come, lungo la "filiera", queste misure individuate per raggiungere gli obiettivi di qualità vengano rispettate e realizzate. Nel Piano della Commissione europea si evidenzia che la tutela delle acque non ha implicazioni soltanto sul piano della protezione dell'ambiente, della salute e del benessere, ma che ha un impatto positivo anche in termini di crescita economica e di creazione di nuovi posti di lavoro (su questo aspetto invece almeno in Italia siamo fortemente in ritardo ed il settore non è stato ritenuto, almeno fino ad oggi, prioritario). L'attuazione delle proposte presentate nel Piano si baserà sulla strategia comune prevista dalla direttiva quadro sulle acque e sarà fondata su un processo aperto e partecipativo che coinvolgerà gli Stati membri, le organizzazioni non governative e le imprese.
L'orizzonte temporale del Piano è strettamente correlato alla strategia Europa 2020 e, in particolare, alla tabella di marcia verso un Europa efficiente nell'impiego delle risorse, di cui il Piano costituisce la tappa relativa all'acqua. Le analisi su cui esso si basa abbracciano tuttavia un periodo più lungo, che si estende fino al 2050, e probabilmente fungeranno da riferimento per la politica idrica dell'Ue nel lungo termine. Il Piano è sostenuto dal partenariato europeo per l'innovazione relativo all'acqua, istituito nel maggio 2012.