
[21/11/2012] News
Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare il protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi del 1991 nell'ambito dei trasporti, fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000. E' stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di ieri la legge di ratifica ed esecuzione del Protocollo (legge che entra in vigore oggi).
La Convenzione per la protezione delle Alpi, stipulata a Salisburgo il 7 novembre 1991 è il primo accordo multilaterale diretto alla protezione e all'organizzazione di una regione montuosa transfrontaliera. Le nove parti contraenti (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia, Svizzera e Unione europea) con la ratifica di tale Convenzione Quadro, si impegnano a realizzare una politica globale diretta alla tutela e alla protezione dell'ambiente alpino, con lo scopo di salvaguardare l'ecosistema naturale delle Alpi e promuovere lo sviluppo sostenibile di quest'area, tutelando anche gli interessi economici e culturali delle popolazioni residenti.
Il raggiungimento di tali obiettivi è subordinato alla realizzazione di alcune misure particolari, definite in appositi protocolli tematici, da intraprendere in dodici settori considerati di prioritaria importanza dalle parti contraenti. Uno di questi è appunto quello sul trasporto.
L'obiettivo generale del protocollo sul trasporto è rivolto all'attuazione di una politica organica e sostenibile dei trasporti tesa a ridurre gli effetti negativi e i rischi derivanti dal traffico intraalpino e transalpino a un livello che sia tollerabile per l'uomo, la fauna e la flora e il loro habitat, tra l'altro attuando un più consistente trasferimento su rotaia dei trasporti. In particolare del trasporto merci, soprattutto mediante la creazione di infrastrutture adeguate e di incentivi conformi al mercato. Tanto che cerca di incrementare l'efficacia e l'efficienza dei sistemi di trasporto e favorisce i vettori meno inquinanti e con minore consumo di risorse a un costo economicamente sopportabile. Il tutto cercando di contribuire alla riduzione o alla limitazione per quanto possibile dell'impatto che possa compromettere il ruolo e le risorse del territorio alpino nonché la conservazione dei suoi paesaggi naturali e culturali - la cui importanza si estende oltre i suoi confini - e che possa mettere a repentaglio la preservazione di questo territorio ancora fondamentalmente intatto.
Sul piano della strumentazione prospettata per la realizzazione dei suddetti obiettivi, il protocollo suddivide in tre differenti livelli le misure che le Parti si impegnano a realizzare: strategie, programmi e progetti (mirati a una gestione razionale e sicura dei trasporti nel contesto di una rete di trasporti integrata, coordinata e transfrontaliera); misure tecniche (come ad esempio il potenziamento di sistemi di trasporto pubblico ecocompatibile e del trasporto su ferrovia, il divieto di costruire nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino salvo nei casi in cui la realizzazione di progetti stradali di grande comunicazione è l'unico mezzo per soddisfare le esigenze di capacità di trasporto) e monitoraggio e controllo (attraverso registri da aggiornare periodicamente, sullo stato attuale, sull'evoluzione e sullo sfruttamento o miglioramento delle infrastrutture e dei sistemi di trasporto ad alta capacità; apposito documento di riferimento relativo alla riduzione di impatto ambientale; obiettivi di qualità ambientale, standard ed indicatori).
Il protocollo inoltre non tralascia il pubblico perché prevede che le Parti contraenti promuovono la formazione, l'aggiornamento e l'informazione dell'opinione pubblica in relazione agli obiettivi, alle misure e all'attuazione del protocollo.