
[28/11/2012] News
Gravi rischi anche per gli stessi paesi del nord
Secondo "Policy Implications of Warming Permafrost", il rapporto che l'United Nations environment programme (Unep) ha presentato alla Cop 18 Unfccc in corso a Doha, «Lo scioglimento del permafrost potrebbe modificare gli ecosistemi in maniera radicale e causare danni costosi alle infrastrutture, principalmente a causa dell'instabilità dei suoli resi fragili dal disgelo».
Il riscaldamento accelerato del permafrost comporta infatti anche conseguenze negative ai livello di ecosistemi ed infrastrutture: «Nelle regioni ricoperte dal permafrost gli ecosistemi dominanti sono le foreste boreali a sud e la tundra a nord- Il permafrost è impermeabile all'acqua, l'acqua piovana e l'acqua di fusione si accumulano sulla superficie formando così innumerevoli laghi e zone umide utilizzati dagli uccelli migratori come aree di riproduzione estiva - spiega il rapporto - Le perturbazioni dell'ecosistema dovute al degrado del permafrost avranno conseguenze sulla distribuzione delle specie ma anche sugli habitat e la migrazione degli animali. L'allungamento della durata delle stagioni (a causa dell'aumento delle temperature) favorisce la crescita degli arbusti e della vegetazione legnosa, il che provoca uno spostamento più a nord della vegetazione. Il degrado del permafrost, così come l'aridità della terra che ne risulta, può anche comportare altre perturbazioni come gli incendi. I fuochi nelle foreste boreali sono recentemente aumentati in intensità e frequenza e potrebbero diventare più frequenti nelle regioni della tundra».
Inoltre, lo scioglimento del permafrost provoca un indebolimento strutturale dei suoli che conduce ad un indebolimento delle fondamenta che possono danneggiare ed anche distruggere edifici, strade, oleodotti, ferrovie e linee elettriche. L'Unep avverte che «Una défaillance delle infrastrutture può avere pesanti conseguenze sull'ambiente» e fa l'esempio di quello che è successo nel nord della Russia nel 1994, quando la rottura dell'oleodotto del campo petrolifero di Vozei ha sversato 160.000 tonnellate di petrolio nell'ambiente, la più grande marea nera terrestre della quale si abbia notizia.
Ma anche le opera umane, nonostante le battute di Putin sui russi che dovranno comprare meno pellicce se aumenteranno le temperature, sono a rischio elevato, soprattutto quelle costruite nelle regioni ricoperte da permafrost discontinuo, dove la temperatura tende a salire sempre di più. Le opere più a rischio sono strade, edifici, infrastrutture ed intere città situati lungo la costa artica, dove il livello di salinità può causare piccoli cambiamenti di temperatura e trasformare il ghiaccio in acqua sotterranea.
"Policy Implications of Warming Permafrost" evidenzia che «Entro il 2030, il cambiamento climatico potrebbe già pesare fino a 6,1 miliardi di dollari in più sul futuro budget per il rinnovo delle infrastrutture pubbliche dello Stato americano dell'Alaska. mentre esistono pochi studi e rapporto che valutano gli impatti economici del degrado del permafrost, questi indicano chiaramente che i costi di manutenzione e di riparazione delle infrastrutture aumenteranno.
Il principale autore del rapporto, Kevin Schaefer del National snow and ice data center dell'università del Colorado, ha confermato che «Lo scioglimento del permafrost rappresenta un cambiamento fisico radicale accompagnato da enormi ripercussioni sugli ecosistemi e le infrastrutture umane. Ogni nazione deve singolarmente sviluppare dei piani per valutare i rischi, i costi e le strategie di riduzione dei danni per proteggere le infrastrutture umane situate nelle regioni del permafrost vulnerabili alo scioglimento».
Purtroppo, basta dare un'occhiata alla carta geografica per accorgersi che i tre più grandi Paesi interessati allo scioglimento del permafrost ed alla catastrofe ambientale/infrastrutturale prossima ventura,. Russia, Canada e Stati Uniti sono anche quelli in corsa per le nuove risorse petrolifere, gasiere e minerarie che la ritirata dei ghiacci rende più accessibili e che sono anche i Paesi che stanno facendo di tutto perché non ci sia un secondo periodo di impegno per il protocollo di Kyoto che gli Usa non hanno nemmeno firmato e Canada e Russia hanno ripudiato. .
Comunque il rapporto Unep fornisce raccomandazioni specifiche pe trovare una soluzione ai potenziali impatti economici, sociali ed ambientali dovuti allo scioglimento del permafrost nel contesto del global warming:
La creazione di un network nazionali di sorveglianza del permafrost: «Per condurre un controllo adeguato, il Paesi potrebbero pensare di assicurare operazioni di sorveglianza dei siti ricoperti da permafrost all'interno delle loro frontiere», ma per far questo bisogna aumentare i finanziamenti, standardizzare le misure ed ampliare il campo di azione. «Questo vale particolarmente per i Paesi largamente ricoperti da permafrost: la Russia, il Canada, la Cina e gli Stati Uniti - sottolinea l'Unep - L'International permafrost association deve continuare a coordinare lo sviluppo dei network nazionali che fanno parte del Global terrestrial network for permafrost».
La creazione di un Piano di adattamento: I Paesi ampiamente ricoperti da permafrost, dovrebbero iniziare a valutare i potenziali rischi, includendo i danni ed i costi che il degrado del permafrost potrebbe provocare alle infrastrutture pubbliche nazionali. «Attualmente - conclude il rapport Unep - la maggioranza dei Paesi non dispone di tali piani, ma questi possono aiutare i policy makers, i pianificatori nazionali e gli scienziati a quantificare i costi ed i rischi associati al degrado del permafrost».