[29/11/2012] News

Modifiche delle leggi su Parchi e Amp: i pro e i contro secondo 6 associazioni ambientaliste

Colpo di mano in Senato sulle nomine dei direttori?

Fai - Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Pro Natura e Wwf hanno inviato una lettera al ministro dell'ambiente Corrado clini ed ai deputati e senatori delle Commissioni ambiente di Camera e Senato con le osservazioni e le proposte di emendamenti, con i  pro e i contro, per una recente Proposta di Legge (articolo 21 della Proposta di Legge n. 4240 - B, relativa a "Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, e altre disposizioni in materia ambientale" ) che modifica la Legge quadro sulle Aree Protette  (Legge n. 394/1991), sulla gestione dei Parchi Nazionali, e la Legge sul Mare (Legge n.979/1982), riguardante la gestione delle Aree marine protette. In particolare le 5 associazioni scrivono che la «Previsione di nomina dei direttori da parte del Ministro su proposta dei soli Presidenti non è condivisibile perché si determinerebbe un evidente condizionamento politico dell'unica figura dirigenziale presente all'interno degli Enti Parco. I Direttori dovrebbero essere figure tecniche indipendenti non condizionabili nelle loro funzioni, con un titolo di laurea adeguato ed una  comprovata competenza nella gestione delle aree naturali protette o altra Pubblica Amministrazione», per questo  chiedono «Ritengono che nella sua funzione il Direttore deve rispondere al Consiglio direttivo, l'organo collegiale di governo dell'Ente Parco, e non solo al Presidente, con una procedura di nomina trasparente che ne garantisca l'autonomia nell'esercizio dei suoi compiti amministrativi».

Le associazioni comunque ritengono «Condivisibili gli interventi sulla vigilanza del ministero, la composizione dei Consigli direttivi degli Enti Parco e la soppressione delle Commissioni di riserva delle Aree marine Protette».

La nota congiunta delle associazioni spiega cosa cambia: «La proposta di legge che sta passando dalla Camera al Senato in sede legislativa, interviene essenzialmente  sulle normative attuali in materia di Parchi nazionali ed Aree protette marine definendo, oltre alle nuove procedure di nomina dei Direttori,  anche le competenze del Ministero dell'Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare in merito alla vigilanza sugli atti degli Enti Parco, limitandola all'approvazione degli statuti, dei regolamenti, dei bilanci annuali e delle piante organiche, e la nuova composizione dei Consigli Direttivi dei Parchi Nazionali, dimezzando l'attuale numero dei consiglieri da 12 a 6 più il Presidente, con tre consiglieri indicati dalla Comunità del Parco, un componente indicato dal Ministero dell'Ambiente, uno indicato dall'ISpra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ed uno indicato dalle Associazioni ambientaliste riconosciute».

Secondo le 5 associazioni ambientaliste, «Queste modifiche alla Legge quadro sulle aree naturali protette sono condivisibili perché  giustificate dall'esigenza di assicurare un'efficiente gestione degli Enti Parco e risolvere alcuni problemi urgenti determinati dal mancato rinnovo degli organi di gestione, già scaduti da tempo, ed in prospettiva evitare la difficoltà di rinnovo per quelli in scadenza nei prossimi mesi. La soluzione di alcuni specifici problemi, dettati in parte dall'applicazione di alcuni provvedimenti contenuti nelle manovre per la riduzione della spesa pubblica, non può divenire però il pretesto per introdurre modifiche alla Legge quadro sulle aree protette, già bloccate nel corso della discussione presso la Commissione Ambiente del Senato sulla proposta di una più ampia riforma della normativa».

Accordo anche per  l'eliminazione delle Commissioni di Riserva delle aree marine protette attraverso la modifica dell'articolo 28 della legge n.979 del 31 dicembre1982, e dell'articolo 2 della legge n. 244 del 24 dicembre 2007, «Accogliendo in questo caso una proposta presentata di recente proprio dalle maggiori  Associazioni ambientaliste al fine di semplificare le procedure per la gestione delle Aree protette marine».

Ai commenti delle 5 associazioni ambientaliste si unisce anche quello della Lipu, che commenta: «Non bastavano i pesanti tagli alle risorse per i parchi. Ora si vuole condizionare anche l'operato del direttore assogettandolo a criteri di nomina politica». L'art. 21 della proposta, in particolare, preoccupa l'associazione ambientalista perché il direttore del Parco verrebbe proposto dal presidente. «Una procedura - dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU - che  rischia di condizionare politicamente una figura che invece deve rimanere tecnica e indipendente, in possesso di titoli di studio adeguati e caratterizzata da una solida esperienza nella gestione di aree protette. Dopo i pesantissimi tagli che rischiano di paralizzare il funzionamento dei parchi, la politica ora vorrebbe assoggettare anche una funzione così delicata e complessa come quella dei direttori. Noi proponiamo che l'individuazione di questa figura sia posta in capo al Consiglio direttivo, selezionato in base a competenze e capacità professionali. Vorremmo evitare che la gestione dei parchi perda competenze e capacità e magari sia svenduta a qualche sponsor industriale. Si faccia poi grande attenzione a eventuali e ulteriori blitz nel corso dell'iter parlamentare, col rischio che la cattiva riforma della 394, tentata ma non riuscita, non rientri dalla finestra».

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