[30/11/2012] News toscana

Alluvione in Maremma: «Subito un piano per la messa in sicurezza del territorio»

Cogliati Dezza: «Il governo non abbandoni la Maremma»

Con la seconda ondata di maltempo la provincia di Grosseto è nuovamente a rischio alluvione e  Legambiente Toscana oggi ha inviato una lettera aperta alle istituzioni affinché la Maremma non venga lasciata sola a fare i conti con i danni provocati dalle esondazioni.

Ecco il testo integrale della lettera firmata da Fausto Ferruzza, presidente regionale Legambiente Toscana, ed Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente:

«Continua l'allarme alluvione in Toscana. Infatti numerosi centri abitati e aree agricole, alcuni esposti per la prima volta al fortissimo rischio idraulico altri già colpite dalle catastrofiche alluvioni della prima decade di novembre sono state invase ancora una volta dalle acque. Così è successo anche in Maremma dove, come era prevedibile, la rete idrografica minore rappresentata da fosse, scoline e canali, non ha retto e l'acqua ha invaso ancora una volta le campagne. Le montagne di fango vicino ai casolari e accumulate lungo i fossi si stanno riespandendo nelle aree rurali con un paesaggio che è sempre più vicino alle grandi paludi di un tempo, che non al campo coltivato.

Occorre lanciare un messaggio forte e chiaro di emergenza per la Maremma, che rischia di attraversare un inverno in continuo stato di calamità con l'impossibilità di poter intervenire in modo risolutivo e alla mercé dei grossissimi capricci metereologici previsti per i prossimi mesi. Anche il fiume Albegna, che ha provocato una gravissima alluvione nei giorni scorsi, è già andato per l'ennesima volta minacciosamente oltre i livelli di guardia e la stessa cosa è avvenuta per l'Ombrone, che minaccia pericolosamente la città di Grosseto. Ci auguriamo tutti che non avvenga l'irreparabile in queste ore o nei prossimi giorni: dipende da quanta pioggia cadrà non solo nelle aree più colpite e martoriate dall'alluvione ma soprattutto nel bacino idrografico dei fiumi e torrenti interessati, dipende inoltre da che venti tireranno e quanto sarà capace il mare di ricevere l'enorme quantità di acqua che si riversa sulla foce dei fiumi. Dipende, infine, da quanto saremo in grado di intervenire nonostante le avversità meteo per riparare e ricostituire argini, sistemare ponti, liberare canali per avere un primo fronte di difesa da un rischio così elevato.

Legambiente continua a intervenire nelle zone più colpite cercando di aiutare concretamente la popolazione residente sia con un'azione di continuo monitoraggio che mettendosi a disposizione degli alluvionati con interventi concreti e un'azione di supporto per aiutare chi è in maggiore difficoltà. Lanciamo con forza l'allarme e chiediamo alle autorità competenti di continuare a intervenire nelle aree maggiormente colpite, ora più che mai infatti non si possono lasciare le popolazioni alluvionate sole. Apprezziamo lo sforzo enorme che la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto e i Comuni interessati stanno facendo, ma non basta. Occorre innanzitutto un interessamento significativo del Governo nazionale affinché venga sancito lo stato di emergenza liberando risorse economiche ingenti sia per gli interventi urgenti che per quelli di messa in sicurezza del territorio. La situazione rischia di divenire da grave a catastrofica: quello che è certo infatti è che se ci fosse come purtroppo è possibile una nuova esondazione, che potrebbe coinvolgere anche il capoluogo Maremmano, le conseguenze dal punto di vista sociale, materiale, psicologico ma anche economico sarebbero gravissime.

Anche i riflettori dei mass media nazionali stanno inesorabilmente scomparendo e pare che sia finita l'emergenza legata a questa sciagura di proporzioni inenarrabili, che ha riversato una quantità enorme di acqua in poco tempo (415 mm di pioggia in 36 ore con una media di 800 annuali) in un territorio che seppur vasto, e con un reticolo di bacini e casse d'espansione e golene molto ampio, presenta punti di seria ed evidente criticità, legati in gran parte ad alcune errate scelte urbanistiche.

Dobbiamo concentrare i nostri sforzi per far uscire da questa gravissima situazione di crisi un territorio di grande eccellenza, e con notevoli potenzialità, dal punto di vista ambientale come la Maremma: un'area che punta sul turismo, sull'agricoltura di qualità, sulle energie rinnovabili e sulle proprie risorse paesaggistiche per creare un'economia che proprio a partire dalla sostenibilità possa divenire un esempio e un laboratorio per l'intera penisola. Un territorio che ora è stato schiacciato e travolto da un'alluvione che ha invaso aziende, imprese, case, senza risparmiare niente e nessuno. Eventi come quello avvenuto il 12 novembre scorso diventeranno purtroppo sempre più intensi e frequenti, in stretta relazione con i cambiamenti climatici. Non si può più esitare, occorre stanziare risorse per realizzare la più grande opera pubblica che è necessaria nell'intera penisola e a maggior ragione in questo territorio, basata sulla prevenzione e la cura dei bacini idrografici così come sulla delocalizzazione delle infrastrutture presenti nelle aree a rischio, piuttosto che su scelte che prevedono ulteriore consumo di suolo. Siamo convinti, infatti, che questa sia l'amara lezione che anche in questo caso occorre tenere presente per reagire con determinazione e coraggio a un evento così drammatico e grave, che ha coinvolto senza pietà territorio, affetti, interessi economici, prospettive di futuro di una terra come la Maremma che possiede, invece, enormi potenzialità per divenire un esempio di tutela ambientale e sviluppo di green economy, con una forte connotazione legata ad agricoltura e turismo sostenibile. Legambiente chiede che proprio questo territorio divenga un laboratorio dove cominciare a realizzare con investimenti adeguati e forte capacità di programmazione una progettualità che sia da esempio per l'intero Paese legata alle strategie di prevenzione e mitigazione del rischio idraulico».

Sull'alluvione infinito della Maremma interviene anche il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza: «Il governo non abbandoni a se stessa la Maremma,  ma assicuri i fondi necessari a far ripartire il territorio, scongiurando che il modello di sostenibilità sviluppato negli anni venga messo in ginocchio da un'alluvione. La Maremma ha saputo costruire un'economia virtuosa fatta di turismo e agricoltura di qualità e vede crescere la produzione di energia distribuita da fonti rinnovabili. Rappresenta un modello da potenziare ed esportare in tutto il Paese. Per questo chiediamo al governo di garantirle attenzione e un adeguato sostegno per la ricostruzione e di approntare, inoltre, tutte le azioni di prevenzione necessarie per mettere in sicurezza le persone e il territorio di fronte ai nuovi drammatici fenomeni meteo provocati dai cambiamenti climatici».

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