[05/12/2012] News toscana

Integrazione paesaggistica del Pit: critiche da Anci ed Uncem Toscana

Critiche di metodo e di merito di Anci ed Uncem Toscana sull'adozione dell'integrazione paesaggistica del Piano di indirizzo territoriale (Pit) in relazione alle aree e ai beni di notevole interesse pubblico. Alessandro Pesci, segretario generale di Anci Toscana e Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana hanno inviato al presidente del Consiglio delle Autonomie locali Marco Filippeschi e per conoscenza all'assessore regionale all'urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio Anna Marson e al presidente della VI Commissione Vincenzo Ceccarelli, un documento con osservazioni di dettaglio. Per ciò che attiene il metodo viene rilevato che per la stesura delle schede ai fini della cosiddetta "vestizione" dei vincoli paesaggistici la Regione si è confrontata solo con la direzione regionale del ministero dei Beni culturali e con le Soprintendenze competenti per il territorio.

 «Pur apprezzando l'imponente impegno tecnico svolto dalla regione, istituzionalmente legittimo ma politicamente inefficace nel rapporto con il Mibac, si rileva tuttavia il mancato coinvolgimento delle singole amministrazioni locali in tale delicata fase di analisi territoriale, coinvolgimento che avrebbe potuto prevenire numerosi elementi di criticità che potranno verosimilmente emergere nella concreta applicazione del Piano paesaggistico-scrivono Anci e Uncem- A questo punto si rende indispensabile una verifica e condivisione dei contenuti del piano con le Autonomie locali, al fine di declinare prescrizioni d'uso basate su una concreta ed approfondita conoscenza dell'effettivo attuale stato dei luoghi e su una rilettura critica dei provvedimenti di vincolo più risalenti nel tempo alla luce delle trasformazioni intervenute negli ultimi decenni».

Nell'assegnazione dei vincoli paesaggistici per Anci e Uncem Toscana quindi non c'è stato confronto con le Autonomie locali e ciò ha portato ad una "lettura falsata" del territorio, in taluni casi anacronistica, che non ha tenuto conto di trasformazioni recenti.  Le questioni di metodo come spesso accade hanno poi conseguenze di merito che del resto sono già state sottolineate. Per quanto riguarda i contenuti del Piano paesaggistico, in particolare per le aree soggette a tutela ex lege (Aree Galasso) e le parti del territorio soggette a tutela da considerarsi "gravemente compromesse e degradate" per Anci e Uncem già nella fase di analisi territoriale sarebbe stato opportuno effettuare una ricognizione puntuale per evidenziare  «le differenze tra l'attuale stato dei luoghi e la situazione risalente all'epoca del provvedimento di tutela, così da restituire uno scenario aggiornato ed attendibile dei valori paesaggistici originari tuttora presenti, delle modificazioni (coerenti ed incoerenti) prodottesi nel tempo, delle compromissioni (talora irreversibili) intervenute».

Poi Anci ed Uncem sottolineano che non potranno condividere un Piano Paesaggistico «che non produca una concreta razionalizzazione degli iter amministrativi ed in particolare un sensibile abbattimento del numero dei procedimenti autorizzativi riferiti a microinterventi del tutto irrilevanti a fini paesaggistici, soprattutto nelle parti del territorio obiettivamente prive di concreto e rilevante interesse paesaggistico (fasce autostradali, zone industriali, periferie urbane». Anci ed Uncem Toscana quindi chiedono alla Giunta e al Consiglio regionale di mantenere il confronto aperto in particolare con le singole amministrazioni comunali, fino alla definitiva approvazione del Piano paesaggistico per superare gli elementi di incertezza e criticità che a loro parere persistono nelle diverse schede di vestizione.  

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