[06/12/2012] News toscana

Le fasce tampone contro l’inquinamento dei corpi idrici: un’applicazione sperimentale

La presenza nelle acque di una grande quantità di azoto, sempre più difficilmente smaltibile con il normale ciclo biogeochimico, determina impatti che condizionano il buono stato ambientale degli ecosistemi idrici compromettendone funzionalità e riducendone la biodiversità. Per quanto riguarda il settore agricolo gli apporti derivano da un uso non appropriato di fertilizzanti, di ammendanti e di fitofarmaci.

Questo tipo di inquinamento diffuso, ed in particolare quello derivante dai nitrati, può essere fortemente limitato attraverso sistemi naturali. Infatti la vegetazione erbacea, arbustiva e arborea posta vicino ad un corso d'acqua naturale (fiume, torrente, lago) o artificiale (canale o scolina), intercetta (con le radici e la lettiera) i nutrienti che arrivano con le acque di pioggia o di irrigazione dai campi coltivati e fertilizzati. Questa funzione definita "tampone" si aggiunge a tutte le altre che ha la vegetazione perifluviale (consolidamento del suolo, incremento della biodiversità, funzione paesaggistica...). L'efficacia di un "sistema tampone" è stata verificata sperimentalmente attraverso il progetto Ripari (Riduzione impatto pressioni agricole sulla risorsa Idrica), realizzato da Hydrogea Vision Srl., Etg Srl, ISE-CNR di Firenze, a Cesa (Marciano della Chiana), area vulnerabili da nitrati, presso il Centro per il collaudo e il Trasferimento dell'innovazione della Regione Toscana.

I primi risultati del progetto, cofinanziato dalla Regione attraverso il POR FESR 2007 - 2013, sono stati presentati lo scorso 1-2 marzo durante il convegno "Le fasce tampone come strategia per la riduzione dell'inquinamento dei corpi idrici" che si tenuto a Firenze. Gli atti del convegno, raccolti in pubblicazione, sono stati presentati oggi presso la sede del Consiglio Regionale. I principali risultati del progetto Ripari circa l'efficacia di abbattimento dei carichi inquinanti da parte delle piante e le correlazioni con le modificazioni della biodiversità degli ecosistemi sotterranei sono stati ricordati da Marco Mazzoni (responsabile del Progetto Ripari - Hydrogea vision srl).

«Chiediamo due cose alle Regione- ha detto Mazzoni- di pensare iniziative incentivanti per diffondere le fasce tampone e di sostenere, bastano risorse modeste, il sistema sperimentale attuato in Valdichiana che rimarrà attivo per 5 anni e dal quale si possono trarre ancora molte informazioni». L'importanza del progetto in chiave prospettica è stata sottolineata da Loris Rossetti presidente commissione regionale Agricoltura e Sviluppo rurale: «le fasce tampone sono strumenti naturali per abbattere gli inquinanti, sempre più importanti nei prossimi anni considerato gli ultimi sviluppi normativi e le novità che porterà la nuova Politica agricola comunitaria 2014-2020, in cui i prodotti agricoli di qualità, come quelli toscani, si ottengono con la tutela del territorio».

Concetto che è stato ripreso da Francesco Lisi di Coldiretti Toscana: «l'agricoltura del futuro sarà funzionale ad ottenere più sicurezza alimentare e ambientale. Il progetto sperimentale realizzato serve per migliorare la qualità ambientale. Le fasce tampone sono ora obbligatorie per il decreto sulla condizionalità e questo progetto realizzato in Toscana, che dispone anche di linee guida, servirà a dare indicazioni alle aziende agricole su come realizzarle. E' necessario però pensare a meccanismi di premialità per le aziende in base ai risultati ambientali ottenuti». Il presidente di Urbat, Fortunato Angelini, ha detto che nel nuovo sistema toscano della bonifica che sta vivendo una fase di riordino, devono trovare spazio anche gli aspetti della tutela qualitativa ambientale: «i nuovi consorzi potranno essere soggetti attuatori delle fasce tampone che servono per ridurre la presenza di inquinanti nelle acque e limitare il fenomeno dell'interrimento dei canali di bonifica»

 

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