[07/12/2012] News

Il diavolo tentatore: la politica industriale in tempi di crisi fiscale

«Regole e indirizzi specifici possono avere impatto straordinario su green economy»

L'idea di cercare di mobilitare i tanti studiosi che in Italia seguono e approfondiscono i temi della struttura produttiva e della possibile politica industriale nasce dalle trasformazioni apparenti dello studio dell'economia, così come può essere letto dagli editoriali dei grandi giornali e da ciò che si sente in televisione. Si è passati dall' "economia definita come scienza triste" all' "economia scienza semplice". A sentire i grandi commentatori il verbo più usato, ancorché coniugato al condizionale, è basterebbe: tutto sembra semplice e le soluzioni sono quasi banali, quindi adattissime ai salotti televisivi o ai bar.

Purtroppo la realtà non è così, non è semplice, anzi, è molto complicata e cercare di capirne qualche aspetto essenziale pare già essere un obiettivo sufficiente.

Lo scopo del gruppo raccolto intorno al manifesto è triplice. In primo luogo affermare l'utilità delle politiche industriali, politiche realizzate in modo intenso in tutto il mondo. Non si deve trattare solo di aiuti di stato, ma anche di stimolare forme di orientamento della domanda pubblica e di sollecitare soprattutto forme di regolazione e di indirizzo. L'esempio più evidente in questo senso è rappresentato dalle possibili applicazioni nel campo della green economy. Gli incentivi sono armi potenti, ma sicuramente costose; in tempi di acuta crisi fiscale la possibilità offerta da un sistema di regole e indirizzi specifici possono avere impatti straordinari.

In secondo luogo lo scopo è quello di contarsi e di favorire reti di ricerca e analisi: come è dimostrato dalla grande adesione al manifesto gli studiosi che seguono queste tematiche e ad esse sono interessati non sono pochi e raccolgono molti tra i più accreditati in campo nazionale e internazionale. Manca una rete sufficientemente ampia in grado di mettere in comunicazione aree disciplinari apparentemente distanti e manca una linea di approfondimento comune e di condivisione di materiali di studio. Su questo tema molte altre iniziative potranno essere realizzate.

Infine occorre definire meglio l'obiettivo generale da porsi. A mio avviso non può che essere quello di produrre e diffondere informazioni. Troppo spesso gli economisti vogliono sostituirsi al policy maker, spesso promuovendo ricette politiche non realistiche e non coerenti; più correttamente occorre offrire un adeguato flusso di informazioni e di analisi in grado di porre il decisore in condizioni utili per le scelte.

Nel corso della riunione del gruppo del Manifesto viene presentato il volume del rapporto MET 2012. In allegato la premessa.

 

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