
[07/12/2012] News
Soddisfazione ma anche rammarico e stupore nelle parole di Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, che ha commentato le linee strategiche per il territorio annunciate dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini. «Sembra incredibile che si sia dovuto attendere il 2012 per sentirsi dire dal ministro dell'Ambiente che non si deve costruire in zone a rischio idrogeologico. Eppure era il 1969 quando alla prima seduta dell'appena costituito Ordine nazionale dei Geologi, l'allora presidente Ardito Desio propose di scrivere una lettera al governo italiano per sottolineare il grave problema rappresentato dal dissesto idrogeologico. Sono passati cinquant'anni e forse quella lettera, che porta una firma così insigne, è arrivata.
Ne prendiamo atto - ha aggiunto Graziano - continuando a ribadire le necessità di una drastica riduzione del consumo di suolo, di una visione del problema a scala di bacino e di politiche del governo del territorio che si integrino con quelle urbanistiche, agricole e forestali, che potranno aiutarci ad uscire dalla crisi».
Per l'ordine nazionale dei Geologi è evidente che ogni anno i costi dei danni dovuti al dissesto idrogeologico assorbono gran parte delle risorse, ma non convince l'imposizione di una assicurazione obbligatoria come previsto dal governo nelle linee strategiche per il territorio, soprattutto in un momento così delicato e considerando che non si riesce nemmeno a spendere i 4 miliardi di euro destinati alla prevenzione dal 1988 ad oggi.
«Da una parte, come avviene in tanti altri paesi occidentali, questo potrà servire anche ad aumentare la consapevolezza dei cittadini della condizione di rischio in cui vivono- ha aggiunto Graziano- ma dall'altra potrebbe diventare un alibi nelle già labili politiche di manutenzione del territorio. Se non si costruisce una filiera di competenze e di responsabilità, chi gestirà questi fondi e come? Occorre discuterne senza pregiudizi, ma con l'obiettivo dichiarato di non deresponsabilizzare lo Stato».