
[11/12/2012] News
«Non dare il giusto peso alla resistenza antimicrobica potrebbe riportarci all'era pre-antibiotica»
Ogni anno nell'Ue, in Norvegia e in Islanda i batteri resistenti agli antimicrobici causano 25.000 decessi. Per questo, secondo una risoluzione approvata dal Parlamento europeo «Un'azione urgente dev'essere intrapresa per fronteggiarli, sviluppando nuovi agenti chimici, utilizzando meglio quelli esistenti e migliorando le tecniche d'allevamento. Non dare il giusto peso alla resistenza antimicrobica potrebbe riportarci all'era pre-antibiotica».
La risoluzione non vincolante, presentata dalla Danese Anna Rosbach del gruppo Conservatori e riformisti europei, è stata approvata con 588 voti favorevoli, 16 voti contrari e 23 astensioni e sottolinea che «Per rallentare la crescita della resistenza antimicrobica sono necessarie delle linee guida che regolino l'uso degli agenti chimici. I deputati chiedono l'utilizzo prudente di linee guida volte a ridurre l'esposizione non necessaria agli stessi agenti nella medicina umana e veterinaria, nell'agricoltura e nell'acquacoltura».
La Rosbach intervenendo nel dibattito ha spiegato che «Il numero di batteri resistenti in Europa sta esplodendo. Essi viaggiano attraverso le frontiere e costituiscono una minaccia per l'intera comunità. Prima di tutto, dobbiamo fare in modo di ridurre l'uso di antimicrobici sia per gli esseri umani sia per gli animali. Si deve inoltre colmare il divario tra l'accresciuta resistenza e lo sviluppo di nuovi antimicrobici, promuovendo la ricerca e l'innovazione. Se non si prendono provvedimenti immediati, la crescente resistenza potrebbe minacciare la nostra capacità di curare i pazienti e riportarci addirittura all'era pre-antibiotica».
Secondo gli eurodeputati l'obiettivo primario della strategia «E' quello di preservare l'efficacia degli antimicrobici esistenti facendone un uso responsabile, ma ciò richiede un cambiamento di mentalità. Sarebbero necessari una migliore formazione per medici, farmacisti, veterinari e agricoltori e informazioni più comprensibili per il pubblico in merito al danno dovuto all'utilizzo improprio degli antimicrobici. Per evitare l'uso eccessivo di antimicrobici, gli allevamenti, le acquacolture e la medicina umana dovranno mirare alla prevenzione delle infezioni piuttosto che all'uso profilattico degli antibiotici, attraverso un miglioramento delle condizioni d'igiene, soprattutto nelle strutture sanitarie, e dell'allevamento in generale. La possibilità di prescrivere antimicrobici per gli animali dovrà essere ristretta ai soli veterinari professionalmente qualificati, distinguendo il diritto a prescriverli da quello a commerciarli, per evitare qualsiasi incentivo economico alla vendita. Per l'utilizzo di antimicrobici nel settore della salute umana»,
La risoluzione ribadisce che questi farmaci «Non dovrebbero essere disponibili senza prescrizione. Inoltre che l'uso veterinario per gli antimicrobici di terza e quarta generazione, che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato come molto importanti per la terapia umana, dovrà essere limitato. La ricerca sui nuovi antimicrobici deve essere coordinata meglio sia nell'Ue, sia a livello internazionale e dovrebbe beneficiare di partenariati pubblico-privato (Ppp) per semplificare (anche dal punto di vista economico) l'accesso ai nuovi agenti».