[17/12/2012] News

Rinnovabili, Conto termico: luci e ombre in attesa della pubblicazione

Dopo l'esito favorevole della Conferenza Unificata Stato Regioni del 6 dicembre scorso, il cosiddetto Conto termico, cioè il decreto che incentiverà le rinnovabili termiche e gli interventi di efficienza energetica per i privati e le amministrazioni pubbliche, dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell'anno in corso, a quasi due anni dal decreto legislativo 28/2011 che lo aveva previsto. La Conferenza ha però evidenziato la necessità di modificare alcuni aspetti del decreto.  L'attuale crisi di governo non dovrebbe influire sull'iter del decreto, in quanto, al fine della pubblicazione, serve soltanto che il Ministero dello Sviluppo produca la stesura definitiva della norma.

Il Conto Termico in breve

E' un incentivo che copre il 40% degli investimenti relativi a interventi di incremento dell'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Il contributo sarà erogato con rate semestrali per 2 o 5 anni (dipende dal tipo di intervento). I beneficiari saranno i privati, i condomini e le imprese, per quanto riguarda gli interventi di sostituzione dei sistemi di riscaldamento tradizionali con sistemi alimentati da fonti rinnovabili, e le amministrazioni pubbliche, che oltre agli interventi già descritti potranno usufruire degli incentivi anche per i classici interventi di miglioramento dell'efficienza degli edifici (isolamento, sostituzione infissi, sistemi schermanti, ecc.). Il Conto termico è importante perché permetterà di accedere ad un meccanismo incentivante anche quei soggetti che, non essendo soggetti a IRPEF o IRAP, non potevano usufruire delle detrazioni fiscali del 50/55%. Il decreto metterà a disposizione annualmente 700 milioni per i privati e 200 milioni per le amministrazioni pubbliche.

Le modifiche della Conferenza Unificata

Gli aspetti forse più significativi delle modifiche proposte dalla Conferenza sono l'incremento da 500 kWt a 1 MWt della potenza massima degli impianti incentivabili e l'estensione dell'incentivo nel caso di impianti di riscaldamento a biomasse realizzati ex-novo (cioè non in sostituzione di precedenti impianti) per i fabbricati rurali delle aziende agricole. Infine, le Regioni hanno chiesto di ammettere all'incentivo le aziende agricole che svolgono attività agroforestale, comprese in zone non metanizzate, che vogliono sostituire impianti a gpl con impianti a biomassa.

Una norma positiva, ma con qualche ombra

In generale il Decreto è stato salutato con soddisfazione dalle principali associazioni di settore, che però hanno segnalato alcuni aspetti critici della norma o comunque "perfettibili". Per esempio, Assolterm, l'Associazione italiana del solare termico, ha espresso soddisfazione per il varo della tanto attesa legge, che disegna finalmente "un quadro incentivante chiaro e stabile per le rinnovabili termiche", che amplia gli incentivi a quei soggetti che non possono godere delle detrazioni fiscali e consentente inoltre un rientro in tempi rapidi (2 o 5 anni, mentre per le detrazioni, lo ricordiamo,  servono 10 anni). Però, Assolterm ha sottolineato anche che la messa a disposizione di 900 milioni di euro all'anno "non può certo essere considerata adeguata, soprattutto se si considera quanto sostenuto nella SEN con riferimento all'importanza di puntare sulle rinnovabili termiche". Altro aspetto non positivo è il fatto che l'incentivo, sebbene ormai chiamato Conto termico per similitudine con il Conto energia del fotovoltaico, non sia in realtà legato alla producibilità degli impianti, come avviene per le rinnovabili elettriche. Inoltre, il Conto termico non tiene conto dei differenti costi delle tecnologie disponibili sul mercato, con il rischio di privilegiare impianti di qualità più scadente.

La questione delle inadeguate risorse economiche disponibili è stata sollevata anche da altre associazioni, come ANIMA-Confindustria, la federazione delle associazioni dell'industria meccanica,  che ritiene insufficienti i 900 milioni di euro annui, soprattutto se confrontati con quanto messo a disposizione per le rinnovabili elettriche. Anima pone poi l'attenzione sulla questione delle pompe di calore, anch'esse incentivate dal Decreto: "la remunerabilità dei questa tecnologia infatti sarà ben al disotto del 40% dichiarato, arrivando al massimo al 15-20% per le pompe di calore fonte aria e addirittura a meno del 10% per quelle fonte acqua." Ultimo aspetto non positivo è l'esclusione delle caldaie a condensazione dal Conto termico.

Sul fronte delle biomasse, AIEL, l'Associazione Italiana Energie Agroforestali, ha espresso un giudizio positivo: "per il settore delle biomasse si tratta indubbiamente di un intervento di promozione dell'energia termica tra i più rilevanti a scala europea, che pone l'accento sulla qualità delle tecnologie di conversione energetica per apparecchi domestici e impianti, sulla loro manutenzione programmata e istituisce un'iniziale attenzione alla qualità dei biocombustibili, in particolare per il pellet. Gli effetti per i consumatori finali in primis, per le imprese forestali e agricole, i costruttori distributori e manutentori di apparecchi e impianti, per la qualità ambientale e per il sistema economico nazionale, saranno positivi." Ma Aiel accoglie con freddezza l'aumento della soglia a 1.000 kWt, definito un vero e proprio autogol della Conferenza delle Regioni, in quanto il "baratto" tra l'aumento della soglia a fronte dell'esclusione di questi interventi dal meccanismo dei titoli di efficienza energetica non troverebbe alcuna giustificazione.

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