[02/01/2013] News toscana
Con l'arrivo del 2013 sono state definitivamente archiviate le Aato, le Autorità d'ambito territoriali ottimali per il servizio idrico integrato, emanazioni della lontana Legge Galli (1994) con funzioni di pianificazione e controllo dei gestori. Le regioni dovevano provvedere alla loro sostituzione, in caso contrario è lo Stato a subentrare con potere di deroga. La Toscana non si è fatta trovare impreparata.
E' stata istituita da tempo l'Ait (Autorità idrica toscana), che opera su livello regionale con una struttura centrale con intento di razionalizzare l'organizzazione, ma con la permanenza di strutture periferiche per salvaguardare le peculiarità territoriali. A presiedere Ait è stato chiamato Alessandro Cosimi sindaco di Livorno, eletto all'unanimità dall'assemblea dei sindaci toscani e agli inizi di dicembre si è conclusa la procedura di nomina degli organi dell'Autorità idrica toscana, quando l'assemblea dei 50 comuni rappresentativi dell'intero territorio regionale ha nominato Alessandro Mazzei direttore generale dell'Autorità e Stefano Bertoncini come revisore unico. L'Assemblea ha inoltre individuato, quali componenti del Consiglio direttivo, i comuni di Arezzo, Capraia e Limite, Carrara, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Piombino, Pisa, Pistoia, Prato, Rapolano, San Sepolcro.
Completato il riassetto dell'Autorità regionale sull'acqua, c'è ora da mettersi al lavoro per dare un contributo qualificato al superamento delle criticità, che non mancano neppure in Toscana. A partire dal completamento dei sistemi di depurazione, per i quali sono necessari circa 0,5 miliardi di euro per i prossimi 10 anni. Ciò per migliorare la qualità ambientale e per rispondere compiutamente alle normative comunitarie in materia di trattamento delle acque reflue, il cui mancato rispetto ha "fruttato" all'Italia una condanna da parte della Corte di Giustizia Ue.
Rimanendo sul fronte della pianificazione, l'Autorità idrica toscana dovrà pronunciarsi anche sugli interventi strategici di interesse regionale, previsti nel piano straordinario sull'emergenza idrica. Tra il 2011 e il 2012 infatti a causa della riduzione delle piogge (circa 30% in meno rispetto ai quindici anni precedenti) come effetto dei cambiamenti climatici, la carenza idrica è stata rilevante specialmente in alcune aree della Regione (comuni del Chianti, alta e bassa Valdicecina, zone periferiche della Val di Cornia, aree montane e collinari della Valdinievole, Valdelsa, Valdera, Valdichiana, Colline Metallifere, Bassa Maremma) provocando disagi per l'approvvigionamento.
L'Ait dovrà poi fornire un contributo sulla definizione di una corretta governance per gli usi della risorsa, sugli interventi necessari alla sostenibilità del sistema (ad esempio ricerca di nuove fonti di approvvigionamento idropotabile considerato che, secondo Cispel, circa il 95% di quelle individuate non sono sostenibili); sull'individuazione delle priorità degli interventi e sul reperimento delle risorse (criteri, modalità) per attuarli, al fine di non gravare in maniera insostenibile sulla tariffa del servizio. A tal proposito sarà necessario trarre valutazioni sul metodo transitorio per la determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato negli anni 2012-2013, approvato recentemente dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas richiamando i gestori al rispetto anche degli esiti referendari.