[08/01/2013] News

Starbucks, fallisce la campagna per l'uso di tazze riutilizzabili. L'obiettivo scende dal 25 al 5%

Starbucks, la più grande catena di caffetterie del mondo, ha praticamente fallito nel suo tentativo  di sostituire i bicchieri usa e getta con bicchieri di plastica riutilizzabili personali da un dollaro nei suoi negozi negli Usa e in Canada.

La multinazionale, che ha più di 11.000 punti vendita negli Usa, sperava di ridurre drasticamente la quantità di bicchieri di carta che finiscono in discarica e stava testatando i bicchieri di plastica riutilizzabili in 600 punti vendita nel nord-ovest del Pacifico Usa. Anche se lo scorso ottobre ha scoperto che nell'area l'uso di bicchieri riutilizzabili era aumentato del 26% rispetto a un anno prima, in realtà erano state servite nei bicchieri personali riutilizzabili portati dai clienti solo il 2% (34 milioni di consumazioni) delle bevande vendute nel 2011, con  un 55% di aumento in tre anni. Adesso, la multinazionale ha comunque rivisto al 5% l'obiettivo di diffusone nell'utilizzo di bicchieri riutilizzabili entro il 2015. Cinque anni fa Starbucks si era data l'obiettivo di servire il 25% delle sue bevande al caffè in bicchieri riutilizzabili.

Ogni anno il gigante mondiale delle caffetterie utilizza circa 4 miliardi di tazze usa e getta e i suoi clienti possono acquistare tazze di plastica, che possono essere utilizzate per i drink  "grande" o "tall" - le bevande da 16 e 12 once - ricevendo anche 10 centesimi di sconto sulla consumazione e l'acqua bollente per ripulire le loro tazze.

Starbucks ammette l'insuccesso ma la prende alla lontana: «Una componente importante della nostra strategia globale di riduzione dei rifiuti è l'utilizzo di bicchieri riutilizzabili. Quando abbiamo delineato questa strategia, nel 2008, abbiamo fissato l'obiettivo audace di servire il 25% di tutte le bevande in bicchieri riutilizzabili entro il 2015, sia in bicchieri personali portati dai nostri clienti o nel nostro "for here" venduto negli stores. Abbiamo anche sostenuto per il miglioramento delle infrastrutture di riciclaggio e l'utilizzo di "post-consumer fiber" nel nostro packaging».

Sembra chiaro che queste difficoltà nascano dalla natura stessa del consumismo insito nel modello Starbucks e di altre grandi multinazionali del fast food che è anche il modello dell'usa e getta, dello spreco che non prevede riciclo.

Eppure la multinazionale, impegnata in una volonterosa quanto difficoltosa campagna per darsi un'immagine ecologica (che talvolta sconfina nel greenwashing), ci ha provato: nel  1985 ha cominciato a premiare con uno sconto i suoi  clienti che portavano bicchieri personali e per promuovere questa pratica ha avviato nel 2010 e 2011 campagne speciali, offrendo un "free brewed coffee" a quei clienti che portano i loro bicchieri nei suoi stores. Nel 2011 i clienti hanno portato i loro bicchieri nei punti vendita Starbucks più di 34 milioni di volte, con un risparmio di più di 1,5 milioni di tonnellate di carta.

Ma la compagnia ora dice: «Anche se abbiamo visto un aumento oltre il 55%  dell'utilizzo personal tumbler nel corso degli ultimi tre anni, abbiamo avuto difficoltà ad effettuare un costante  monitoraggio del  nostro "for here" ad uso personale negli stores di tutto il mondo. A causa di queste sfide e per il fatto che la maggior parte dei drink vengono utilizzati al di fuori dei nostri punti vendita, stiamo rivedendo il nostro obiettivo di preoccuparsi di aumentare l'uso dei bicchieri personali. Il nostro nuovo obiettivo è quello di servire il 5% di tutte le bevande prodotte  nei nostri negozi in bicchieri personali. Continueremo a fornire le  opzioni riutilizzabili in tutti i negozi con posti a sedere ed a trovare modi creativi per aumentare la consapevolezza di questa quotidiana e importante opportunità di riduzione dei rifiuti. Questo sfida impegna noi e  i nostri partner ad utilizzare bicchieri riutilizzabili, e restiamo impegnati a esplorare nuovi modi per ridurre i  rifiuti delle nostre tazze».

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