[08/01/2013] News toscana

Ecco perché i parchi convengono, anche ai comuni

E' notizia di pochi giorni fa: il sindaco di un comune del Parco regionale di MonteMarcello-Magra è tornato alla carica per chiedere di uscirne. E lo ha fatto - a differenza di altri comuni che negli anni hanno manifestato di non gradire di far parte di un parco perché ciò gli avrebbe legato troppo le mani- dicendo senza tanti complimenti che il parco è un ‘ente inutile'.

Sbrigativo, ma anche rischioso per lo stesso comune dal momento che anche i piccoli comuni per più d'uno sono oggi ‘enti inutili' e costosi che potrebbero tranquillamente essere sbaraccati e accorpati con le buone o con le cattive. Insomma quel sindaco tanto focoso rischia di darsi anche la zappa sui piedi. Del resto prima di lui già il ministro Calderoli i parchi regionali voleva liquidarli.

Ma vediamo perché un comune specie se di dimensioni modeste - ma anche medio o grande - avrebbe tutto da guadagnare e nulla da perdere a stare in un parco e in un'area protetta. E qui per quante specificità presenti il parco di Montemarcello-Magra vi sono ragioni che valgono in ogni caso: un parco permette ai comuni -grandi e piccoli - di stabilire una collaborazione operativa e di gestione pianificata che finora non è riuscita nella stessa misura e con la stessa efficacia con nessun'altro strumento. Come toscano penso ai nostri lontani tentativi di costituire associazioni intercomunali che poi dovemmo sciogliere perché non funzionarono come avevamo sperato.

La cosa funzionò e tuttora funziona invece con il parco di San Rossore e quello della Maremma e tornerà sicuramente a funzionare anche alle Apuane, ora che è stato nominato il nuovo presidente.

Anche i timori che il parco avrebbe penalizzato il ruolo dei singoli comuni si è rivelato alla prova dei fatti infondato perché il ‘condizionamento' di dover operare guardando oltre i propri confini locali è stato salutare per tutti i comuni e anche per le province e la stessa regione. 

L'improvvida sortita del sindaco Costa potrebbe però sollecitare una riflessione avviata tempo fa poi persasi per strada, una riflessione cioè sul rapporto tra Liguria e Toscana che sulle due sponde del Magra operano con strumenti diversi quando invece il bacino idrografico è unico. Il parco del Magra potrebbe così avere - contrariamente a quel che pensa il sindaco recalcitrante - proprio a una funzione aggregante su scala interregionale di cui entrambe le Regioni hanno bisogno. Del resto in questa direzione si muove già il Parco delle 5 Terre con quello dell'Appennino Tosco-Emiliano a cui potrà ora unirsi quello delle Apuane, interessato per altro anche al Magra.

Chissà che anche il comune di Beverino non sia stimolato a guardare oltre il proprio naso. 

*Gruppo San Rossore

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