[09/01/2013] News

Liste Pd, scoppia il caso Ferrante–Della Seta. Ecodem: «Grave errore la loro esclusione»

Bersani forse credeva di aver risolto la faccenda della presenza degli ambientalisti nelle liste del Pd spostando Ermete Realacci - ex presidente di Legambiente ed ora responsabile green economy del Pd - dalla Toscana ad un altro collegio sicuro, quello dell'Umbria, dove nella legislatura appena conclusasi era stato eletto (o meglio ripescato in un secondo tempo) un ecodem di spicco: Francesco Ferrante. Ma proprio l'esclusione dalle liste di Ferrante e di Roberto Della Seta, che alle primarie si erano schierati con il sindaco di Firenze Matteo Renzi, sta provocando alla dirigenza del Pd i più forti grattacapi perché, come si vede dalle centinaia di elettori che postano su Twitter  e Facebook la loro delusione e protestano per la scelta  di non ricandidare i due senatori, si teme che il Pd con la loro esclusione abbia deciso di ritenere poco influente l'ambientalismo mentre fa spazio nell'intoccabile listino a giornalisti, cattolici, esponenti di Confindustria ed anche a qualche vecchio volpone che nel sud ha vinto le "parlamentarie" con le carte non proprio in regola dal punto di vista ambientale e dell'etica politica.

Sulla vicenda interviene anche  il presidente nazionale degli Ecologisti Democratici, Fabrizio Vigni, che rischia di veder scomparire dal Parlamento i suoi due rappresentanti più attivi:  «Sono profondamente amareggiato. L'esclusione dalle liste del Pd per le elezioni politiche di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante è un grave errore.  Ferrante e Della Seta non sono solo, per la loro storia, due figure di rilievo dell'ambientalismo italiano. Sono anche due parlamentari uscenti che in questi anni hanno svolto un lavoro prezioso per affermare le ragioni dell'ambiente e della green economy. La presenza nelle liste di altri esponenti Ecodem, di parlamentari uscenti e nuovi candidati con competenze sui temi ambientali, non attenua lo sconcerto per la loro esclusione. E' una ferita profonda all'anima ecologista del partito, ma prima ancora una decisione che danneggia il Partito Democratico».

A questo si aggiunga che la vicenda, al di là dei nomi di Della Seta e Ferrante, tocca un nervo scoperto del Pd: l'Ilva di Taranto. In molti pensano che il Partito democratico stia dando un brutto segnale escludendo dalle sue liste chi, come Della Seta, è stato additato come un nemico da far fuori (politicamente) dalla dirigenza della fabbrica di Taranto. Come hanno detto gli stessi due senatori Ecodem: «Se il Pd decide di ridurre la presenza ambientalista nei propri gruppi parlamentari compie una scelta in assoluta controtendenza rispetto a tutte le forze europee di centrosinistra. E una scelta che fa a pugni con lo "spirito dei tempi"».

E' innegabile che  Della Seta, Ferrante e Realacci abbiano rappresentato la punta che ha spinto il Pd a sostenere le ragioni di un ambientalismo che sia motore di sviluppo e innovazione, che è entrato a far parte anche del programma della coalizione Italia Bene Comune. Della Seta e Ferrante dicono: «Gli attestati di sostegno che ci sono giunti in questi giorni dall'imprenditoria della green economy, che riconoscono in noi i parlamentari che si sono seriamente impegnati su questo fronte, e dall'associazionismo ci hanno inorgoglito e confermato di aver ben operato, e dunque siamo convinti che sarebbe un errore marchiano se il Pd desse un segnale che lasciasse intendere di voler appaltare ad altri le  ragioni dell'ambiente». Ogni riferimento alle voci che circolano sui giornali di un Pd che affida a Sinistra Ecologia e Libertà le tematiche ambientali non sembra casuale.

Speriamo solo che nel Pd l'anima ecologista venga comunque sostenuta da altri con la stessa passione e preparazione di Ferrante e Della Seta, altrimenti la loro esclusione si potrebbe davvero rivelare un  grave errore, anche in termini di consenso elettorale e poi di capacità di governo dell'ambiente, che è poi una gran parte della sfida per far uscire l'Italia dalla crisi. 

Torna all'archivio