[11/01/2013] News toscana

Costa Concordia, blitz di Legambiente al Giglio

Prorogato di un anno lo stato di emergenza. Ambientalisti: «Sempre più alti i rischi per l'ecosistema marino»

Oggi Legambiente ha occupato gli scogli dell'Isola del Giglio sui quali si è rovesciata la Costa Concordia srotolando uno striscione con si scritto: "Costa DIScordia - Via subito". Secondo gli ambientalisti del Cigno Verde «I continui ritardi e gli slittamenti nei tempi dei lavori di messa in galleggiamento e rimozione della Concordia, necessitano di spiegazioni precise. Le preoccupazioni a riguardo sono purtroppo quelle che da tempo Legambiente sta esprimendo. I rallentamenti dovuti anche alle trivellazioni e alle fessurazioni del granito rendono la tempistica sempre meno chiara. Chiediamo per questo maggiore chiarezza sui problemi riscontrati, sulla situazione che si sta delineando e sulla necessità di approntare da subito un serio piano d'emergenza, soprattutto alla luce dell'ennesimo ritardo annunciato che farà slittare il galleggiamento dopo settembre 2013».

Il Cigno Verde sottolinea con forza che «Il progetto prescelto non ha visto una partecipazione attiva nella selezione delle istituzioni italiane che hanno di fatto affidato alla società Costa la scelta del migliore percorso da seguire per la rimozione della nave. Occorre a questo punto sottoporre il progetto prescelto a una attenta revisione per evitare di dilazionare ulteriormente i tempi con il grave rischio di danni all'ecosistema marino e all'immagine e ai flussi turistici dell'Isola del Giglio. Anche l'aumento esorbitante dei costi di intervento (oltre il 25%) che supera i 400 milioni di dollari, unito alle continue modifiche e variazioni del progetto, sono l'ennesima testimonianza, nonostante l'enorme impiego di forze (400 addetti e 20 mezzi navali di supporto), della vulnerabilità delle azioni programmate per la rimozione della nave».

Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha detto che «In un momento delicato come questo  è fondamentale mantenere lo stato d'emergenza e prorogare la nomina di Gabrielli come commissario delegato per il recupero e il trasferimento della nave. Bisogna anche accelerare i tempi di rimozione del relitto dalle acque dell'Isola del Giglio e ripristinare al più presto l'ecosistema marino. Infatti i continui ritardi non fanno altro che aumentare il rischio di pericolosi sversamenti in mare dell'enorme quantità di sostanze tossiche presenti nella città galleggiante. Lo scafo del relitto continua a deformarsi e periodicamente assistiamo alla fuoriuscita di sostanze inquinanti. Per quanto riguarda lo spostamento della nave è necessario portarla a Piombino, che è il porto più vicino, e non a Palermo o in altre città lontane, così da ridurre al massimo il pericolo di inabissamento».

La richiesta di proroga dello stato di emergenza, già avanzata dal responsabile green economy del Pd Ermete Realacci e poi rilanciata dal sindaco Pdl del Giglio Ortelli, è stata accolta dal governo che ha fissato la uova scadenza al fino al 31 dicembre 2013  e Realacci ha subito dichiarato: «Positiva la proroga di un anno dell'emergenza nazionale per la Costa Concordia approvata oggi dal Consiglio dei Ministri per garantire massima rapidità e sicurezza nella rimozione del relitto dalle acque del Giglio. A un anno dal tragico naufragio, infatti, la nave si trova ancora arenata di fronte a Giglio Porto e i lavori per il recupero e il trasferimento del relitto hanno accumulato forti ritardi, destando non poche preoccupazioni. La proroga dell'emergenza nazionale, che era in scadenza il 31 gennaio, serve proprio per accelerare sulla rimozione del relitto della Concordia dalle acque dell'Arcipelago Toscano, per garantire tempi rapidi nella realizzazione di tutti gli interventi annunciati e programmati per il recupero e il trasferimento in sicurezza del relitto e quindi per ripristinare lo stato dei luoghi a tutela dell'ecosistema marino».

Ma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, conclude riaprendo un altro fronte col governo sulla gestione dell'ambiente marino dopo il naufragio della Costa Concordia: «Rimaniamo fortemente insoddisfatti anche rispetto al decreto rotte, che non risulta essere efficace visti i limiti oggettivi che contiene che non escludono la possibilità di nuovi inchini in prossimità delle isole minori nonché di attraversamento di aree delicate come quella di Venezia: è inconcepibile che dopo un disastro così grave, a distanza di un anno dal gravissimo incidente che ha comportato la morte di 32 persone, non si sia capita la lezione e non si siano fatti puntuali interventi legislativi affinché eventi di questo tipo non possano più accadere».

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