[11/01/2013] News toscana

Costa Concordia, la proposta della Gestione Bacini spa per Piombino

Al momento della presentazione del progetto della Titan-Micoper nel quadro del recupero del relitto della Costa Concordia, la società Gestione Bacini spa si attivò immediatamente per fornire un parere quantomai competente, appoggiandosi al bagaglio di know how e professionalità maturato dal proprio staff tecnico attraverso gli anni di attività spesi con passione in un settore tanto specifico.  In merito, il team di esperti sollevò immediatamente un problema tanto lampante quanto sino a quel momento a dir poco sottovalutato, anche alla luce di quanto ipotizzato dal sopra citato progetto. La criticità ed i rischi collegati al trasporto in navigazione di un relitto così speciale nelle dimensioni e caratteristiche, con una carcassa di dimensioni ingenti capace di pescare sino ad una profondità massima di 20 e in grado di occupare in larghezza uno spazio di ben 75 metri, sono stati paradossalmente quasi ignorati.

L'avevamo detto... Malgrado gli espliciti avvertimenti, al contrario venimmo criticati da gran parte degli addetti ai lavori, venendo addirittura additati di presunto 'sciacallaggio' mediatico, atto a voler sfruttare il potenziale affare Concordia per un ritorno economico. Oggi, a distanza di mesi e di fronte ai continui ritardi subiti dalle operazioni sul posto a causa delle ovvie difficoltà incontrate nel concretizzare un progetto apparso dalle fondamenta fragili già sulla carta, la proposta da noi formulata torna allora di stretta attualità. L'idea della Gestione Bacini in realtà pare rimanere proprio l'unica strategia possibile da mettere in campo: l'allibo in loco una volta rimessa la nave in linea di galleggiamento diventa (magicamente per quei molti che ci avversavano, fisiologicamente per i pochi che ci hanno invece appoggiato) la strada da percorrere obbligatoriamente.

Questo era e resta ancora l'unico modo per rimettere 'in piedi' la Concordia, rendendola pronta per la navigazione e il trasporto. Se si fosse sposata subito tale soluzione, anziché incaponirsi su un meccanismo che non ha portato alcun frutto ma anzi ha fatto perdere soltanto tempo prezioso, il relitto avrebbe potuto tranquillamente raggiungere il bacino in muratura di Livorno.

Un'occasione persa. Così facendo, si sarebbe ottenuta una commessa equivalente ad un'occasione di lavoro da spalmare lungo i prossimi 3-4 anni, con ritorni economici dei quali avrebbero goduto almeno 600 famiglie residenti sul nostro territorio. In quel di Piombino, Amministrazione locale e tutti i i soggetti privati coinvolti nell'operazione, da tempo stanno lavorando al limite dello sforzo e della massima celerità possibili, fianco a fianco; nella nostra città, come ormai avviene purtroppo spesso, si è assistito all'esatto processo contrario. Pur di non rendersi candidabili a ricevere la nave all'ombra dei Quattro Mori, in molti si sono operati con paradossale impegno. La sola possibilità è infatti stata scacciata come peste: qualcosa che ha dell'incredibile, specie se si riflette un attimo sulle attuali condizioni disastrose nelle quali versa l'economia labronica. Come se la città non fosse neanche minimamente sfiorata da una recessione che al contrario ha un tragico respiro internazionale.

L'operazione Concordia avrebbe avuto riflessi ultra positivi sul comparto locale delle riparazioni navali, un settore che avrebbe goduto di un forte impulso alla crescita, creando le condizioni per l'assunzione di una discreta quantità di giovani destinati in parallelo ad una maturazione professionale in un mestiere che storicamente fa parte del DNA livornese. Invece, sia l'Amministrazione Comunale, sia lo stesso sindacato, hanno accampato scuse in serie, con motivazioni sempre più assurde, provando a giustificare il loro coro di no all'operazione in base a presunti fattori negativi in materia di impatto ambientale, di tempi di permanenza incerti e di incompatibilità nella progettazione dell'area che avrebbe dovuto ospitare la lavorazione. In concreto, il solo risultato ottenuto è stato di essersi lasciati sfuggire un opportunità unica, che avrebbe potuto salvare all'ultimo tuffo molte aziende, allontanandole dal baratro del fallimento, e dare serenità così ad altrettante famiglie.

La proposta per Piombino. Per questo, intendiamo dare un suggerimento ai piombinesi, affinché questa occasione non rimanga fine a sè stessa  ma diventi un'occasione di rilancio per la loro città e per il comparto. Abbiamo letto infatti che per ospitare la nave, verrebbe creata una  piattaforma ad hoc: una soluzione non ideali, considerato il conseguente dispendio di risorse nell'immediato per un'opera che diverrebbe poi 'monouso' e non sfruttabile in un prossimo futuro per altri tipi di lavori.  Perché quindi non costruire un bacino galleggiante che possa ospitare ora questa nave ma prossimamente in grado di accogliere anche più navi contemporaneamente per le fasi di manutenzione?

L'opera costituirebbe l'attrazione principale di un nuovo polo di riparazioni che diverrebbe unico  in Europa per un'imbattibile capacità di capienza, in grado di impiegare 300/400 persone direttamente nel comparto. Tutto questo senza considerare i benefici dei quali verrebbe a godere la stessa filiera delle aziende che operano nell'indotto. Alla luce della dinamicità e dell'intraprendenza dimostrate in questi mesi da Sindaco ed Autorità portuale di Piombino, crediamo che questa idea possa essere cavalcata. Come Gestione Bacini spa, mettiamo sin da adesso a disposizione le nostre risorse e tecniche e di lavoro per la realizzazione di tale progetto.               

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