
[15/01/2013] News toscana
La multinazionale italiana del rame vuole delocalizzare all’estero
Il gruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio Regionale ha presentato oggi un'interrogazione urgente sulla situazione di crisi del gruppo Kme sul territorio toscano. Kme è un gruppo industriale europeo controllato dall'Intek Group, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di prodotti semilavorati e prodotti speciali in rame e leghe, fili di rame esclusi.
Attualmente ha 13 impianti ti industriali, 12 dei quali nei 5 Paesi europei a maggior consumo di semilavorati (Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna e Spagna) e un'importante joint-venture in Cina nel settore dei componenti ad alta tecnologia. I due impianti italiani sono a Fornaci di Barga, che produce laminati per edilizia e per applicazioni industriali e cavi ad isolamento minerale, ed a Serravalle Scrivia, dove si producono barre di ottone, tubi sanitari e tubi industriali.
Il mercato sembra non mancare, visto che la stessa Kme nel suo sito internet scrive: «La gamma produttiva di Kme serve una fascia amplissima di industrie utilizzatrici e di settori produttivi, comprendendo semilavorati per applicazioni nell'edilizia, semilavorati per applicazioni industriali e prodotti speciali ad alto contenuto tecnologico». Inoltre la Kme è anche presente in tutto il mondo «Con una rete capillare di società commerciali, agenzie e centri servizi in grado di assistere i propri clienti in tutte le principali aree industriali del mondo». I consiglieri regionali dell'Italia dei Valori sono quindi molto sospettosi sulle vbere ragioni della crisi aziendale del gruppo Kme in Toscana e scrivono nella loro interrogazione urgente: «Dopo la Lucchini, la Finmeccanica e tutto il settore della componentistica auto non possiamo permettere che un'altra azienda storica toscana venga schiacciata dalla crisi e che l'ennesimo patrimonio industriale ed occupazionale vada perso in nome di una delocalizzazione insensata.
La Kme dà occupazione, solo nella nostra regione, a circa 1500 persone tra Firenze, Lime e Fornaci e il depotenziamento annunciato dai vertici aziendali è un chiaro segnale del rischio, tutt'altro che lontano, che l'azienda sparisca del tutto dall'Italia e che venga di fatto meno la tutela di tutti i lavoratori occupati e delle loro famiglie. Chiediamo oggi alla Giunta di attivarsi per una soluzione positiva della crisi della Kme, ribadendo con forza la necessità che venga modificato il piano industriale attualmente proposto dall'azienda in un confronto serio con le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Per superare la crisi serve un piano industriale credibile capace di mantenere una produzione, fino ad oggi eccellente, sul nostro territorio e non un progetto scellerato di riorganizzazione che maschera una palese volontà di chiudere. Servono investimenti seri e progetti innovativi. Serve la volontà di fare meglio. Solo così si scongiura che realtà valide, quali quella della Kme, scompaiano e che la produzione venga spostata, ancora una volta, all'estero».