
[23/01/2013] News toscana
Cambiamento climatico, per l’emergenza acqua la risposta sta (anche) nei piccoli invasi
Per affrontare le sempre più ricorrenti emergenze climatiche, Coldiretti Toscana chiede alla Regione un piano (coperto dalle necessarie risorse economiche) per realizzare una rete di piccoli invasi distribuita su tutto il territorio regionale che abbia doppia finalità: gestire il periodo delle piogge che hanno provocato negli ultimi anni una sequenza incredibile di alluvioni e allagamenti, e la sempre più frequente siccità estiva. La proposta è stata avanzata in occasione di "A-5 Cronaca Magazine", in onda questa mattina.
«Si tratta di piccoli invasi che in estate possono essere utilizzati per raccogliere le acque e per favorire l'irrigazione nelle campagne attraverso una rete di canali e fossi, mentre in inverno hanno la funzione di naturali casse di esondazione dove le acque in eccesso confluiscono evitando allagamenti ed inondazioni», ha spiegato Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana. La proposta della principale organizzazione agricola era arrivata sia all'indomani dell'ultima grande alluvione che ha colpito la Maremma ed in particolare le zone di costa, e l'ultima siccità: i due eventi calamitosi hanno provocato almeno 500 milioni di euro di danni solo nell'ultimo anno (350 milioni sono relativi all'ultima alluvione).
«Tra siccità ed alluvione l'agricoltura ne è uscita malconcia - ha continuato Marcelli - E' inutile continuare a stanziare risorse per la ricostruzione se ogni anno dobbiamo ricostruire o procedere ad interventi di assestamento. Servono risorse per prevenire la drammatica emergenza con cui ormai siamo tristemente abituati a confrontarci». Siamo d'accordo nell'indirizzare risorse alla prevenzione che si attua a partire dall'attività di pianificazione urbanistica e che coinvolge tutti i soggetti pubblici e privati chiamati poi a gestire il territorio anche per finalità produttive. Inoltre tesaurizzare l'acqua è importante anche attraverso infrastrutture (di piccoli invasi ce ne sono molti esistenti che potrebbero essere resi funzionali) ma è sempre bene tenere presente i costi/benefici (anche ambientali) di tutte le nuove realizzazioni e che le finalità multifunzionali citate, auspicabili, sono talvolta inconciliabili se non attraverso un'accurata gestione dove si stabiliscono chiaramente le priorità. Coldiretti nell'occasione ha giustamente evidenziato un altro fatto: la fragilità diffusa del territorio in tutte le sue latitudini.
«Si è costruito troppo, probabilmente male e senza tenere in considerazione il ciclo storico dei territori ci sono dei detti, nelle campagne, che dovrebbero insegnare. Ma anche sono stati dimenticati o volutamente inascoltati. Un fiume, un corso d'acqua prima o poi tornerà nel suo alveo», ha concluso Marcelli.