
[24/01/2013] News toscana
Per fortuna non sempre è vero - anche se spesso purtroppo lo è - che non si discute seriamente dei gravi e numerosi problemi ambientali.
A Marina di Pisa lo si è fatto da Toto per iniziativa di alcuni gruppi e associazioni tra cui Salviamo il paesaggio e il Gruppo di San Rossore. Tema: il litorale e il turismo. I relatori numerosi e autorevoli. Volevamo in maniera chiara porre alle istituzioni locali, comune, provincia, parco -che hanno accolto l'invito-precisi quesiti e chiedere altrettanto chiare risposte nel momento in cui esse sono impegnate a definire il piano strutturale del pisano e la regione ha messo mano al piano regionale paesistico mentre il parco deve vedersela con delicate questioni marino-costiere.
Insomma questioni estremamente concrete e delicate e non rinviabili che alle associazioni richiedono riferimenti e proposte non ‘propagandistiche' e declamatorie di mera denuncia e alle istituzioni disponibilità e attenzione e nessun fastidio e supponenza. Questioni che diversamente da altri territori anche della Toscana qui hanno un radicato, forte e valido retroterra culturale, istituzionale e politico che consente di affrontarle e risolverle senza scontri. Tra gli aspetti più delicati ed anche controversi, ad esempio, quando si parla di turismo specie litoraneo vi è quello delle seconde case, della cementificazione selvaggia che già tanti danni ha fatto e non soltanto in Toscana. Le istituzioni pisane che decenni fa - è sempre bene ricordarlo- istituirono il parco regionale di San Rossore e lo fecero per far saltare il mostruoso progetto edilizio che avrebbe distrutto la pineta Salviati e il suo litorale.
Allora ben più di oggi si sosteneva che quel progetto avrebbe fatto la fortuna di quel territorio. Il comune di Vecchiano in testa non si fece però infinocchiare e lo fece saltare anche a costo di mettere in crisi la giunta e avvalendosi efficacemente del sostegno che tanta determinazione incontrò anche sul piano nazionale; basta pensare agli articoli di Cederna sull'Espresso e il Corriere della Sera. Nessuno più degli amministratori locali del nostro territorio ma anche della nostra regione che istituì allora il parco di San Rossore ha quindi i titoli e il giusto dna per portare avanti quella concezione e visione dell'ambiente -tanto più oggi- che le vecchie politiche hanno fatto fallimento.
Diciamo la verità, quando parliamo del Calambrone, di Tirrenia, di un turismo sostenibile che comunque non faccia danni dovremmo farci tremare le mani e i polsi che non ci tremarono con il progetto Salviati. In più rispetto ad allora non abbiamo infatti solo l'esperienza e i risultati ma anche un parco ora funzionante e dotato di un piano non solo urbanistico che gioverà non poco alla messa a punto del piano strutturale e anche del piano paesistico regionale. Il parco offre una opportunità unica per la pianificazione di un turismo integrato, con minore pressione sul litorale, basato su una effettiva integrazione di risorse territoriali come il mare, la spiaggia, la ruralità, la gastronomia e i beni culturali, e che si possa avvalere di una mobilità leggera e senza ulteriori costi ambientali.