[29/01/2013] News toscana

Legambiente, "Ecosistema rischio industrie": anche in Toscana rimane un cono d’ombra

Come evidenziato nell'indagine "Ecosistema rischio industrie" di Legambiente, la maggior parte degli impianti a rischio d'incidente rilevante è localizzata tra la Lombardia, il Veneto, il Piemonte e l'Emilia-Romagna, ma insediamenti con caratteristiche tali da rientrare nei parametri della Direttiva "Seveso" sono presenti in tutte le regioni. In Toscana gli impianti che presentano le caratteristiche suddette sono 63 suddivisi in 45 comuni. Di questi hanno risposto al questionario dell'associazione ambientalista 14 comuni (il 31%) percentuale appena più elevata della media nazionale.

Nel merito, per quel che riguarda il recepimento dei dati relativi alla Scheda informativa sullo stabilimento, essenziale per poter porre in essere reali azioni di mitigazione e per realizzare campagne informative rivolte ai cittadini, i 14 comuni toscani che hanno risposto sono risultati virtuosi (ricordiamo comunque che si tratta di un'autocertificazione).

Per quanto riguarda la predisposizione della planimetria del territorio a rischio, i comuni che hanno effettuato l'adempimento sono il 93% di quelli che hanno risposto, mentre l'individuazione di strutture vulnerabili o sensibili nelle aree esposte a maggiore pericolo è stata fatta solo nel 43% dei comuni (6). Una nota particolarmente positiva per la Toscana arriva dai dati emersi in merito alle attività d'informazione rivolte alla cittadinanza. Il 93% dei comuni della Toscana che ha risposto al questionario sono stati attivi nella realizzazione di iniziative d'informazione e il 71% ha  realizzato campagne informative rivolte alla gestione delle fasi emergenziali.

Per quanto riguarda la trasmissione delle attività d'informazione svolte, agli altri organismi territoriali competenti al fine dell'integrazione del "Piano di emergenza esterno", importante  per valutare il buon coordinamento di tutti i soggetti che devono collaborare, i comuni toscani sono quelli più virtuosi. Nella nostra regione, tra l'altro, su questo tema, sono state realizzate esercitazioni (nel 64% dei comuni che hanno risposto al questionario) anche se solo nel 21% dei casi è stata coinvolta direttamente la cittadinanza.

In sintesi, i comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente hanno anche messo in essere attività di prevenzione (ancorché da completare) a livelli quantitativi superiori rispetto a molte altre regioni, ma rimane anche in Toscana un "cono d'ombra" perché circa il 70% dei comuni che ha sul proprio territorio un impianto a rischio non ha risposto al questionario. 

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