
[30/01/2013] News
Il Manifesto per l’utilizzo efficiente delle risorse al centro del dibattito sulla sostenibilità
La sfida per il cambiamento passa per una sola e stretta via, quella della politica, e 7 tra le più importanti associazioni ambientaliste italiane - Club alpino italiano (Cai), Fondo ambiente italiano (Fai) Federazione Pro Natura, Greenpeace, Legambiente, Touring Club Italiano e Wwf - hanno deciso di muoversi come un sol uomo in quest'ultimo mese che condurrà alle urne i cittadini del Bel Paese, il 24 e 25 febbraio. Su queste pagine, ieri abbiamo già parlato dell'agenda ambientalista che è stata presentata dalle associazioni: adesso è il momento di andare a scoprire cosa si nasconde sotto la patina della copertina.
La Ri/conversione ecologica del Bel Paese proposta dalle associazioni si articola in un apostolato di 12 punti: New Green Deal; Biodiversità; Beni culturali; Mobilità e infrastrutture; Salute e ambiente nelle scelte industriali; Consumo di suolo e governo del territorio; Difesa del suolo e adattamento ai cambiamenti climatici; Filiera agroalimentare verde; Turismo; Governare l'ambiente; Diritto all'ambiente; Andare oltre il Pil. Un sommario che abbiamo già percorso a volo d'uccello, ma che merita approfondimenti mirati.
Una vera riconversione ecologica dell'economia non può essere interpretata in senso conservativo, ma proposta come rilancio per una nuova e sostenibile via di sviluppo. Ecco perché l'inclusione nell'agenda di richiami all'utilizzo efficiente delle risorse sono particolarmente significativi. Le agende politiche sinora presentate - anche quella del Pd, che pur si richiama ad una «politica industriale integralmente ecologica» - mantengono il tema troppo sbiadito sullo sfondo, mentre le associazioni mettono in chiaro che è necessario «definire un Piano per l'Uso Efficiente delle Risorse che costituisca anche la base per la politica dell'eliminazione del concetto di "rifiuto" e degli sprechi nella produzione e nel consumo; tale piano deve essere basato sulla Roadmap europea e sul Manifesto per un'Europa "Resource - efficient" (sottoscritto, tra gli altri, anche dal Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi)».
Il Manifesto per l'utilizzo efficiente delle risorse, che greenreport per primo ha rilanciato in Italia, costituisce la base sulla quale muovere il treno dell'innovazione in Europa, costruendo un'economia «rigenerativa, circolare» che sia «socialmente inclusiva e responsabile». Il Manifesto contiene la traccia per accompagnare a livello politico il governo dei flussi di materia a quelli di energia (solitamente gli unici presenti sulla scena del dibattito), andando fino a toccare la necessità di «ispirare stili di vita sostenibili nei consumatori, informandoli e incentivandoli, usando le più recenti intuizioni dell'economia comportamentale». Si tratta di un documento di primaria importanza, il cui valore si accresce dall'essere stato progettato in ambito europeo, rappresentando così un valore comunitario.
Risulta dunque di fondamentale rilievo che la politica riesca a cogliere l'appello rilanciato anche dalle associazioni ambientaliste, che chiedono di «seguire le indicazioni delle politiche contenute nella Road Map verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse, come da comunicazione della Commissione al Parlamento e al Consiglio del 20.9.2011, COM (2011) 571, per rendere, come indicato nella comunicazione, entro il 2050, anche l'economia italiana "cresciuta in maniera da rispettare i vincoli imposti dalle risorse e i limiti del pianeta, contribuendo in questo modo ad una trasformazione economica globale"».
Una presa di posizione che i cittadini dovrebbero richiedere in prima persona alla politica, mobilitando quella grande forza che dimostra poter essere l'eterea opinione pubblica. L'interesse immediato - ossia il rilancio dell'occupazione tramite un modello di sviluppo più sostenibile - e la responsabilità per il futuro possono per una volta combaciare. «Proprio per rimarcare il ruolo autonomo della società civile - sottolineano le associazioni - abbiamo voluto sin dal titolo del presente documento ricordare che così intendiamo rappresentare l'impegno in favore dell'ambiente di 1.000.000 di persone che sono iscritte complessivamente alle nostre associazioni e di un'area ben più ampia di cittadini sensibili a questi temi, che si è espressa chiaramente, tra l'altro, nella tornata referendaria del 2011». C'è ancora tempo per far sentire la propria voce da qui al 24 febbraio e, non c'è dubbio, la sfida continuerà ancora più pressante una volta usciti dal seggio.