[30/01/2013] News

A Cuba è rivoluzione verde con "Terra Viva"

Orti urbani e suburbani, recupero della trazione animale, produzione di concimi organici, valorizzazione di specie e varietà locali e adattate, più resistenti e produttive. Un'agricoltura ecologica quasi per forza. E' quella messa in atto a Cuba fin dagli anni '90, a partire  dal cosiddetto periodo speciale, dopo il crollo dell'Unione Sovietica e con lei delle riserve di petrolio concesse all'isola in cambio di canna da zucchero.

La fine del monocultivo, la necessità di diversificare la produzione locale, diventare più indipendenti e la pesante ipoteca dell'embargo statunitense che blocca prodotti e mezzi per sviluppare tecnologicamente l'agricoltura hanno portato a Cuba un modello agricolo tendenzialmente ecologico. Nel tempo questo modello si è sempre più consolidato ed è diventato uno dei tratti distintivi delle tante cooperative agricole presenti sull'isola e che tentano di rispondere alle necessità alimentari dell'isola, che ad oggi è costretta ad importare quasi l'80% degli alimenti.

Attualmente, il settore cooperativo contadino, nato con la Rivoluzione, l'abolizione dei latifondi e la nazionalizzazione delle terre, è infatti  ampio e radicato nel paese con oltre 350.000 soci, più di 3500 cooperative associate all'ANAP (Associazione Nazionale Piccoli Agricoltori che esiste dal 1961), che possiedono un milione e 700 mila ettari di superficie circa e il 37% delle terre coltivabili, avendo un peso importante nella produzione di caffè, ortaggi, tuberi e tabacco.  E le ultime riforme agrarie hanno concorso a rinforzarlo  cercando di dinamizzare la produzione, l'offerta di alimenti e le modalità di commercializzazione: grazie a un decreto legge, nel 2011, sono stati infatti  concessi più di un milione di ettari di terra a 146.000 produttori, tra cui 71.000 nuovi agricoltori. Oggi i piccoli agricoltori possono chiedere  crediti per l'acquisto e la riparazione di macchine e mezzi di lavoro. Allo stesso tempo  è stato concesso alle cooperative di vendere prodotti agricoli industrializzati e riso direttamente alle entità turistiche senza l'obbligo di commercializzarli attraverso un'impresa statale.

Questo nuovo scenario rappresenta, ovviamente, un'opportunità per le cooperative di aumentare le vendite e differenziare l'offerta, ma contemporaneamente può rappresentare una sfida di fronte alla quale molte cooperative si trovano senza preparazione, strategia e mezzi adeguati.  È in questo contesto, di ritorno "alla terra" e di nuove sfide, che nasce anche il progetto Cospe "Terra Viva. Appoggio i piccoli produttori e produttrici delle cooperative cubane per il miglioramento della sicurezza alimentare" nelle province di Las Tunas e Granma. Il progetto servirà a sostenere la formazione, la commercializzazione e anche a proporre sperimentazioni di certificazioni di origine e qualità (le prime a Cuba).  Finanziato dall'Unione Europea come parte del Programma di Sicurezza Alimentare e dall'Agenzia Spagnola di Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo (AECID) il progetto coinvolge un consorzio di attori: accanto a Cospe e Anap infatti ci sono anche CERAI, il Centro Studi Rurali e di Agricoltura Internazionale e la Fondazione ambientalista cubana Antonio Núñez Jiménez (FANJ).

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