[30/01/2013] News
Accettare un declino inesorabile delle ferrovie non è un’opzione praticabile
La Commissione europea ha annunciato oggi «Un pacchetto di misure organico per migliorare la 
qualità e incrementare l'offerta dei servizi ferroviari in Europa. Il sistema ferroviario costituisce un 
aspetto vitale del sistema di trasporti dell'Unione europea e riveste un'importanza fondamentale per 
affrontare problemi quali la crescente domanda di traffico, la congestione, la sicurezza 
dell'approvvigionamento di combustibili e la decarbonizzazione».
Siim Kallas, commissario 
Ue ai trasporti, ha spiegato: «Le ferrovie europee si stanno avvicinando a uno snodo di grande 
importanza. Di fronte alla stagnazione o al declino del mercato ferroviario in molti paesi europei la 
scelta da compiere è semplice. Possiamo adottare ora le decisioni drastiche necessarie per 
ristrutturare il mercato ferroviario europeo al fine di incoraggiare l'innovazione e la fornitura di 
servizi migliori. E in questo caso le ferrovie potranno tornare a crescere a beneficio dei cittadini, 
delle imprese e dell'ambiente. O possiamo imboccare l'altro binario. Accettare il declino irreversibile 
verso un'Europa in cui le ferrovie costituiscano un giocattolo di lusso per pochi paesi ricchi ma siano 
economicamente insostenibili nella maggior parte degli altri data la scarsità di fondi pubblici 
disponibili».
Le proposte sono incentrate su quattro ambiti principali:
Efficienza delle norme e delle omologazioni: La Commissione intende ridurre le 
spese amministrative delle imprese ferroviarie e favorire l'ingresso di nuovi operatori sul mercato. 
In base alle nuove proposte, l'Agenzia ferroviaria europea diverrà lo "sportello unico" per il rilascio 
dell'autorizzazione all'immissione dei veicoli sul mercato e del certificato pan-UE di sicurezza degli 
operatori. Oggi le autorizzazioni dei veicoli e i certificati di sicurezza sono rilasciati dai singoli Stati 
membri. Le misure proposte permetterebbero di ridurre del 20% sia i tempi necessari a una nuova 
impresa ferroviaria per entrare sul mercato sia il costo e la durata della procedura di autorizzazione 
del materiale rotabile, con un risparmio complessivo previsto per le imprese dell'ordine di 
500 milioni di euro entro il 2025.
Qualità migliore e maggiore possibilità di scelta 
grazie all'ingresso di nuovi attori nella gestione dei servizi ferroviari: Al fine di 
promuovere l'innovazione e l'efficienza e garantire un maggiore valore aggiunto per i fondi investiti, 
la Commissione propone di aprire a nuovi operatori e servizi il trasporto nazionale di passeggeri per 
ferrovia a decorrere dal dicembre 2019. Le imprese ferroviarie potranno offrire servizi di trasporto 
nazionale di passeggeri per ferrovia in tutta l'UE: offrendo servizi commerciali su base competitiva 
oppure presentando offerte per contratti di servizio pubblico nel trasporto ferroviario, che coprono la 
gran parte dei tragitti ferroviari nell'UE (90%) e per i quali l'aggiudicazione mediante gara sarà resa 
obbligatoria. Le proposte garantiranno chiari benefici ai passeggeri in termini di migliori servizi e 
maggiore scelta e, associate alle riforme strutturali, dovrebbero assicurare entro il 2035 più di 40 
miliardi di euro di benefici finanziari ai cittadini e alle imprese, oltre alla fornitura, secondo le stime 
della Commissione, di circa 16 miliardi supplementari di km/passeggero. I mercati di trasporto 
nazionale di passeggeri restano in gran parte chiusi. Soltanto la Svezia e il Regno Unito hanno 
aperto integralmente i relativi mercati mentre Austria, Italia, Repubblica ceca e Paesi Bassi si sono 
limitati a un'apertura parziale. L'esperienza maturata in tali mercati aperti indica miglioramenti della 
qualità e della disponibilità dei servizi, una soddisfazione dei passeggeri in aumento di anno in anno 
e una crescita del numero di passeggeri trasportati che, in alcuni casi, ha superato il 50% nell'arco di 
10 anni. In altri mercati liberalizzati l'aggiudicazione dei contratti di servizio pubblico mediante gara 
ha consentito risparmi nell'ordine del 20-30% per un determinato livello di servizi, che possono 
essere reinvestiti nel miglioramento degli stessi.
Una struttura funzionante: 
Per garantire un accesso alla ferrovia equo e aperto a tutti, è necessario che le reti siano 
gestite da manager dell'infrastruttura indipendenti in modo efficiente e non discriminatorio e che 
siano coordinate a livello UE per favorire lo sviluppo di una rete genuinamente europea. Per fare sì 
che la rete sia sviluppata nell'interesse di tutti i soggetti interessati e per massimizzare l'efficienza 
operativa, la Commissione propone di rafforzare il ruolo dei gestori dell'infrastruttura in modo che 
essi abbiano il controllo di tutte le funzioni centrali della rete ferroviaria - compresa la pianificazione 
degli investimenti nell'infrastruttura, la gestione quotidiana e la manutenzione e la pianificazione 
degli orari. Sulla scorta dei numerosi reclami presentati dagli utenti, la Commissione ritiene che i 
gestori dell'infrastruttura debbano essere operativamente e finanziariamente indipendenti da tutti gli 
operatori che assicurano la circolazione dei treni. Ciò è essenziale per eliminare i potenziali conflitti 
di interesse e garantire a tutte le imprese un accesso non discriminatorio alla rotaia. In linea 
generale, la proposta conferma che la separazione istituzionale è il modo più semplice e trasparente 
per conseguire questo obiettivo. Ne l 2019 le imprese ferroviarie indipendenti dai gestori 
dell'infrastruttura avranno immediato accesso al mercato interno del trasporto di passeggeri. La 
Commissione può tuttavia accettare che l'indipendenza necessaria sia garantita da una "struttura di 
holding" integrata verticalmente, ma solo in presenza di invalicabili "muraglie cinesi" che 
garantiscano la necessaria separazione sul piano legale, finanziario e operativo (cfr. MEMO per 
informazioni più dettagliate). Clausola di verifica della conformità Per tutelare tale indipendenza e in 
prospettiva della piena apertura del mercato passeggeri nel 2019, alle imprese ferroviarie inserite in 
una struttura a integrazione verticale potrà essere vietato di operare in altri Stati membri se non 
saranno in grado di dimostrare alla Commissione che sono state adottate tutte le clausole di 
salvaguardia per assicurare condizioni paritarie nella pratica e che nel loro mercato nazionale è 
possibile una concorrenza leale.
Una forza lavoro competente: La 
vitalità del settore ferroviario dipende dalla presenza di una forza lavoro competente e motivata. Nei 
prossimi 10 anni le ferrovie dovranno affrontare diverse sfide combinate in questo ambito: attirare 
nuovo personale per sostituire un terzo del loro organico che andrà in pensione, reagendo al 
contempo a un contesto nuovo e più competitivo. L'esperienza degli Stati membri che hanno aperto i 
relativi mercati dimostra che sono stati creati maggiori e migliori posti di lavoro. Il quadro normativo 
dell'Unione europea garantisce agli Stati membri la possibilità di tutelare i lavoratori, imponendo alla 
nuova impresa che si è aggiudicata il contratto di servizio pubblico di assorbire il personale della 
vecchia impresa al momento del passaggio di consegne, andando oltre gli obblighi generali sul 
trasferimento di imprese sanciti dall'Ue.
La commissione europea ha accompagnato la sua 
proposta di pacchetto con un quadro dei principali dati sul traffico ferroviario in Europa:
L'industria ferroviaria ha un fatturato di 73 miliardi di euro (corrispondente al 65% di quello del 
trasporto aereo - 112 miliardi di euro) e impiega 800 000 addetti. Il ruolo delle ferrovie è 
fondamentale per un efficace funzionamento dell'economia europea. Ogni anno sono effettuati per 
ferrovia più di otto miliardi di spostamenti/passeggero. Circa il 10% del traffico merci in Europa 
avviene per ferrovia e genera entrate stimate in 13 miliardi di euro. Sul corridoio merci Rotterdam-
Genova, ad esempio, transitano circa 130 000 treni all'anno, l'equivalente di quattro milioni di 
autocarri, sempre su base annua.
Ogni anno le autorità pubbliche investono importi 
considerevoli nel settore ferroviario. Nel 2009, a titolo di esempio, sono stati erogati circa 46 miliardi 
di euro di sovvenzioni pubbliche. Ma questo tipo di finanziamenti pubblici si sta riducendo. I 
considerevoli investimenti del settore pubblico, in particolare negli Stati membri dell'Ue-10, in cui le 
sovvenzioni sono più che raddoppiate in 6 anni, non hanno di per sé garantito un corrispondente 
aumento della domanda di servizi ferroviari.
Il mercato ferroviario è in stagnazione o 
declino in molti Stati membri dell'Ue. Nonostante l'andamento positivo in alcuni mercati, la quota 
modale di passeggeri (circa il 6%) che utilizzano la ferrovia nel trasporto intra-Ue è rimasta in media 
più o meno costante dal 2000, mentre la quota modale del trasporto di merci per ferrovia è 
diminuita dall'11,5% al 10,2%. Dalla metà degli anni ‘90, in particolare in alcune zone dell'Ue-10, il 
sottoinvestimento ha generato un circolo vizioso di declino, con il conseguente degrado delle 
infrastrutture e del materiale rotabile che ha reso poco attraenti le ferrovie, soprattutto dato il 
contestuale aumento delle auto di proprietà dovuto a un maggiore benessere. In molti casi si è 
dovuto procedere al salvataggio delle imprese ferroviarie e in alcuni Paesi quali Spagna, Portogallo o 
Bulgaria gli operatori storici operano in perdita. Nel 2004 l'operatore storico delle ferrovie belghe ha 
dovuto trasferire allo Stato un debito di 7,4 miliardi di euro, pari al 2% del Pil  del Belgio. Quando è 
stata costituita la Rff (Réseau Ferré de France) la Sncf (Societé Nationale des Chemins de Fer) le ha 
trasferito 20,5 miliardi di debiti. (I debiti che gravano oggi su molte imprese sono il risultato di 
strutture del passato non efficacemente integrate).
L'Europa deve affrontare notevoli 
problemi nel settore dei trasporti: una domanda crescente di traffico (il trasporto di merci dovrebbe 
aumentare di circa il 40% nel 2030, rispetto al 2005, e di un po' più dell'80% nel 2050, mentre il 
traffico passeggeri crescerà con ritmi leggermente meno sostenuti: del 34% entro il 2030 e del 51% 
entro il 2050) e il problema, strettamente correlato al primo, della congestione; la sicurezza 
dell'approvvigionamento di combustibili, le emissioni di CO2 e la necessità di creare un'infrastruttura 
di trasporto efficace per sostenere la crescita dell'economia europea.
Accettare 
passivamente le tendenze attuali e un declino inesorabile delle ferrovie europee non è un'opzione 
praticabile.