[31/01/2013] News toscana

Pineta di Marina di Grosseto, dopo le fiamme serviranno 40 anni per riaverla come prima

La Provincia di Grosseto ha fatto il punto sugli interventi di recupero della pineta di Marina, distrutta dall'incendio avvenuto oltre 5 mesi fa. Le fiamme hanno interessato 55 ettari di pineta, di cui circa 45 sono bruciati completamente e gli altri 10 in maniera parziale. E' stato programmato un piano di recupero approvato dalle istituzioni e dalle Università coinvolte,  condiviso con associazioni e cittadini in numerosi incontri pubblici, che prevede la chiusura dei lavori entro la ripresa vegetativa di primavera.

L'area colpita era ricoperta da pino domestico, che a differenza del pino marittimo, per rinnovarsi necessita di specifici interventi dell'uomo, come la ripulitura, il contenimento del sottobosco e l'immissione di seme fertile, hanno spiegato i tecnici della provincia. Il taglio nell'area bruciata, che contava una densità media di circa 100/120 pini ad ettaro, ha  interessato circa il 90% delle piante presenti; mentre nella parte di pineta sopravvissuta al fuoco  è stato  effettuato il classico taglio di diradamento e il contenimento del sottobosco, come da obbligo di legge, per prevenire il rischio di incendi. Sono state tagliate esclusivamente le piante fortemente danneggiate, rilasciando alcuni pini cosiddetti "testimoni" per la verifica ed il monitoraggio della vegetazione.

Tuttavia in questa fase di preparazione al rimboschimento, hanno aggiunto i tecnici, è stato necessario abbattere anche degli alberi con porzioni di chioma con aghi verdi, in quanto danneggiati e indeboliti dalle fiamme. Questi pini possono fare da richiamo per insetti e funghi che poi andrebbero ad attaccare la pineta sana circostante e le nuove piante reimpiantate. Le operazioni di taglio sono precedute da una attenta verifica dello stato di salute delle piante: viene accertata l'altezza raggiunta dalle fiamme sul fusto e lo stato della chioma, viene poi analizzata la corteccia al colletto delle piante e i contrafforti radicali. Nei casi dubbi vengono fatti ulteriori approfondimenti, come la verifica dello stato del legno di conduzione mediante la scortecciatura con un attrezzo da taglio.

«Ci siamo impegnati per dare una risposta efficiente e più rapida possibile alla tragedia che ha colpito questa pineta -  ha dichiarato Enzo Rossi, assessore provinciale allo Sviluppo Rurale - Uniamo gli sforzi di tutti, delle istituzioni ai diversi livelli e dei privati, per riportare nuova vita in questo terreno; grazie alle operazioni di reimpianto che abbiamo programmato riusciremo ad avere una pineta come quella bruciata, ma saranno necessari intorno a 40 anni». A lavori ultimati la provincia stima che saranno tagliate circa 4.500 piante di pino bruciate. Il ripristino della pineta prevede la semina di nuovi pini e il trapianto di piante giovani: su 45 ettari saranno messe a dimora un totale di 18 mila piantine, circa 400 ad ettaro. Questa fase è prevista per l'autunno 2013, ma visto che i lavori di ripulitura termineranno in anticipo rispetto al programma, è possibile che il reimpianto dei pini sia iniziato già da questa primavera.

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