[31/01/2013] News toscana

Acqua, post referendum: buone notizie per le ragioni dei promotori (e dei cittadini)

Passa a maggioranza in Consiglio provinciale a Grosseto una mozione presentata dai consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà, per l'attuazione della sentenza della corte costituzionale che si è pronunciata sul rispetto degli esiti del referendum del 2011 che ha abrogato, con una maggioranza schiacciante, l'adeguata remunerazione del capitale investito nella tariffa del servizio idrico. Quindi il Consiglio provinciale di Grosseto sostiene l'efficacia vincolante del risultato del referendum e, d'altra parte, ritiene che il testo del decreto legge sulle liberalizzazioni nella parte riguardante la materia idrica è in contrasto con la volontà popolare.

Con la mozione, il Consiglio e la Giunta provinciale si impegnano ad attivarsi, per quanto di diretta competenza ed in tutte le sedi deputate, per dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale e di contribuire a dare sulla questione attuazione dell'esito referendario di giugno 2011. Fino ad oggi la sentenza della Corte Costituzionale è stata disattesa tanto che da tempo e a più livelli sono state avanzate richieste di chiarimenti ai governi nazionale e locali e poi all'Autorità di controllo,  da  parte  dei soggetti che facevano parte del Comitato promotore.

Sono poi state intraprese anche campagne come quella di  "obbedienza civile",  pensata dal Forum Italiano dei movimenti per l'Acqua, con cui ha invitato decine di migliaia di persone in tutta Italia a ridursi le proprie bollette per contrastare quella che è stata definita una "violazione democratica". Ma proprio oggi è sorto un fatto nuovo: il Consiglio di Stato ha dato nuovamente ragione ai referendari.

L'Autorità per l'energia elettrica ed il gas (Aeeg), incaricata di formulare la nuova tariffa all'indomani del referendum, aveva infatti chiesto un parere al Consiglio di Stato circa la remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette. Il Consiglio di Stato ha risposto confermando quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta.

«Lo ripetiamo ancora una volta: abbiamo vinto, non si possono fare profitti sull'acqua. Le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone- hanno dichiarato dal Forum Italiano dei movimenti per l'Acqua- Oggi, questa sentenza rafforza la necessità di rispettare il referendum del 2011 e delegittima le scelte che hanno guidato l'Aeeg nella formulazione della nuova tariffa, emessa un mese fa, in cui "la remunerazione del capitale investito" viene reintrodotta sotto mentite spoglie».

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