
[04/02/2013] News
La figuraccia dei socialdemocratici: contrari quando erano all’opposizione, favorevoli al governo
Il settimanale economico romeno BR Business Review scrive che il Consiglio della contea di Vaslui ha concesso alla Chevron il diritto di perforare un pozzo esplorativo per il gas shale in una località all'interno della concessione Barlad, che si estende su circa 600.000 ettari nella Romania nord-orientale, ai confini con la Moldova. La multinazionale degli idrocarburi punta a realizzare il suo primo pozzo esplorativo romeno per la fratturazione idraulica, l'ormai famigerato fracking, nel villaggio Paltinis, una frazione di Bacesti, nelle aree rurali di Vaslui, una regione con importanti falde idriche e con un paesaggio ed un ambiente in gran parte ancora integri.
Contro il progetto c'è una forte opposizione locale: «La popolazione in questa regione è scesa in piazza tre volte l'anno scorso per protestare contro lo sfruttamento dello shale gas con il fracking», sottolinea BR Business Review. Ma Dumitru Buzatu, presidente socialdemocratico del consiglio di contea di Vaslui, ha detto all'agenzia Agerpres che «Il permesso dato alla Chevron è perfettamente legale. Se non avessimo approvato una richiesta legale, saremmo stati accusati di abuso di potere. Quelli che ci siamo impegnati a fare ora è stato rendere possibile la licenza sulla base della richiesta della Chevron. La abbiamo appena approvata, il che è perfettamente legale».
In realtà si tratta di un clamoroso voltafaccia: Buzatu è un esponente del Partidul Social Democrat (Psd) che nel 2012 aveva partecipato alle proteste contro il fracking e ne aveva addirittura organizzato una, ma allora il Psd era all'opposizione.
Poi l'uomo forte del Psd, il premier Victor Ponta ha detto che le fonti alternative di gas da scisti ed offshore «Rappresentano una scelta strategica che può tagliare la dipendenza della Romania dalle importazioni di gas russo» e il primo febbraio ha ribadito in un'intervista a hotnews.ro: «Se siamo in grado di disporre di fonti alternative di gas, al di fuori delle fonti convenzionali, nell'offshore e da scisto, che soddisfano le norme ambientali Ue, io sono favorevole. Lo shale gas boom ha aiutato gli Stati Uniti a far ripartire la loro economia, trasformandoli in un esportatore di gas».
Ma Ponta e i socialdemocratici cominciano ad avere qualche problema con la loro rapida conversione al fracking: l'Uniunea social liberală (Usl), che fa parte della coalizione di governo di centrosinistra, ha chiesto una moratoria sullo sfruttamento dello shale gas fino a quando l'Europa non avrà valutato il potenziale impatto sull'ambiente e Ponta sta affrontando una discreta opposizione sul fracking anche all'interno del suo governo.
Il ministro dell'Economia, Varujan Vosganian, del Partidul Naţional Liberal (Pnl) ha detto di recente che il fracking potrebbe compromettere l'immagine turistica del mare romeno. Nel 2010 la Chevron si è infatti anche aggiudicata tre blocchi esplorativi nella regine di Dobrogea, 270.000 ettari sulle coste del Mar Nero, ma Ponta ribatte seccato: «Sono davvero in riva al mare, sulla spiaggia, vicino agli hotel? Ne dubito». Il premier socialdemocratico fa notare che Chevron oltre che in Romania è presente nello shale gas anche in Polonia, Usa e Canada e si fa forte anche il fatto che l'Unione europea si sia finora rifiutata di prendere posizione sulle decisioni dei singoli Paesi membri di vietare o sviluppare il fracking e lo shale gas. Secondo un recente rapporto Ue non esisterebbe la necessità di una specifica legislazione comunitaria sul gas da scisto, almeno per il momento, mentre la polemica cresce, ambientalisti e comunità locali sono sempre più preoccupate e la lobby degli idrocarburi preme sui governi (spesso compiacenti) per attuare ovunque sia possibile la fratturazione idraulica.