
[07/02/2013] News
Prezzi: a gennaio invariato l’indice Fao
A gennaio l'Indice Fao dei prezzi alimentari, che misura la variazione mensile dei prezzi internazionali di un paniere di prodotti alimentari di base, si è mantenuto stabile a 210 punti, dopo tre mesi consecutivi di flessione. «Aumenti del prezzo degli oli e dei grassi - spiega l'agenzia alimentare dell'Onu - hanno controbilanciato le quotazioni più basse dei cereali e dello zucchero, mentre i valori dei prodotti lattiero-caseari e delle carni sono rimasti sostanzialmente invariati. La pausa nel calo dell'Indice coincide con una significativa revisione al rialzo delle ultime previsioni della Fao per la produzione cerealicola mondiale nel 2012, adesso stimata intorno a 2.302 milioni di tonnellate, 20 milioni di tonnellate in più rispetto alle proiezioni di dicembre».
Il bollettino mensile Fao sull'Offerta e Domanda di Cereali, fa notare che «Questa revisione riflette per lo più gli aggiustamenti sulle stime della produzione di mais in Cina, Nord America e nei paesi dell'Europa centrale e orientale della Csi (Comunità degli Stati indpendenti, l'ex Urss, ndr). Tuttavia, anche a questo nuovo livello, la produzione cerealicola mondiale rimarrebbe un 2% al di sotto del raccolto record del 2011. Le prime previsioni per la produzione cerealicola del 2013 indicano un aumento della produzione mondiale di grano. Contribuisce largamente a questa previsione uno stimato 4 - 5% di aumento delle aree a grano dell'Unione Europea, insieme al fatto che sinora le condizioni climatiche sono state generalmente favorevoli». Le cose vanno meno bene negli Usa dove, nonostante un aumento delle semine di grano invernali intorno all'1% e le previsioni di un'espansione delle aree coltivate a grano primaverili, «Condizioni di grave siccità continuano ad affliggere i Southern Plains, dove si registra una produzione molto scarsa».
Abdolreza Abbassian, economista senior della Fao ed analista dell'andamento del mercato cerealicolo, spiega che «Data la scarsità dell'offerta, il clima rimane un elemento importante nel determinare i prezzi. Per diversi cereali, la produzione dovrà crescere in modo significativo quest'anno, per evitare inaspettati rialzi dei prezzi».
Gli stock cerealicoli mondiali sono in calo: alla chiusura della stagione produttiva del 2013 le riserve cerealicole mondiali dovrebbero essere intorno a 495 milioni di tonnellate, «Dando uno stock-to-use ratio cerealicolo mondiale di 20.6%, più basso del 22% del 2011/12 ma superiore al minimo del 18,7% raggiunto nel biennio 2007/2008 - evidenzia l'indice Fao - Si prevede che il commercio cerealicolo mondiale nel 2012/13 diminuirà, raggiungendo i 297,5 milioni di tonnellate, un calo del 6% dalla stagione precedente, ma tuttavia circa 2 milioni di tonnellate più alto delle previsioni di dicembre».
Invece l'India, che ha più affamati e denutriti dell'Africa, nel 2013 riprenderà ad esportare grandi quantità di cereali: «Nell'ordine di 6,5 milioni di tonnellate», così come farà il Brasile che toccherà il record di esportazioni di mais con 22 milioni di tonnellate, allettando così la pressione della domanda/offerta cerealicola a livello mondiale.
L'Indice dei prezzi cerealicoli della Fao a gennaio è calato dell'1,1%, circa 3punti, attestandosi a 247 punti. L'Indice cerealicolo è continuato a scendere sin da ottobre, riflettendo per lo più migliori condizioni produttive».
L'Indice dei prezzi degli oli e dei grassi è in media di 205 punti, un aumento del 4,4%, 9 punti in più rispetto a dicembre, invertendo il trend negativo dei 4 mesi precedenti. La ripresa è stata principalmente trainata dall'olio di palma, grazie all'aumento della domanda di importazioni.
L'Indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari ha registrato una media di 198 punti, appena più alta di quella di dicembre.
I prezzi della carne hanno registrato una media di 176 punti, poco sotto i dati di dicembre. Le quotazioni di tutte le categorie di carne sono state per lo più stabili, sebbene vi sia stato un leggero abbassamento dei prezzi del pollame e della carne di maiale.
Il prezzo dello zucchero ha registrato una media di 268 punti, un calo del 2,2 %, meno 6 punti rispetto a dicembre. I prezzi sono calati per il terzo mese consecutivo, in base alle previsioni di grandi eccedenze produttive a livello mondiale e considerevoli disponibilità per l'esportazione, in particolare dal Brasile e dalla Thailandia.