
[07/02/2013] News
Oggi a Bruxelles una tavola ha fatto il punto sul tema della biosicurezza a livello europeo ed ha proposto «Lo sviluppo di una task-force a livello europeo composta dai migliori esperti internazionali sul tema della biosicurezza, in grado di mettere a frutto le diverse competenze e le esperienze maturate nel settore e di dare un importante contributo nella messa a punto di strategie di risposta rapida in caso di introduzione accidentale o deliberata di patogeni nelle colture e nella catena agro-alimentare».
L'incontro è stato organizzato nella sede belga del Monte Paschi di Siena da Agroinnova, il Centro di Competenza per l'Innovazione in campo Agro-ambientale dell'Università di Torino e dal Regional environmental center (Rec) di Budapest, due dei Partner del progetto quinquennale Plantfoosec, (Plant and food biocecurity - Network of Excellence), avviato nel febbraio 2011 e finanziato con quasi 6 milioni di euro dalla Commissione Europea nell'ambito del VII Programma Quadro.
La direttrice di Agrinova, Maria Lodovica Gullino, ha sottolineato: «Il fatto che Agroinnova sia il Coordinatore del progetto Plantfoodsec evidenzia il livello di eccellenza nella ricerca in questo campo raggiunto dal nostro Paese. Sono certa che continuando a lavorare duramente insieme a Partner internazionali così qualificati l'Italia potrà consolidare questo ruolo di leadership a livello europeo sui temi della biosicurezza agro-ambientale e agro-alimentare». Plantfoosec è un progetto nato «Con lo scopo di creare un Centro di competenza virtuale di livello internazionale sul tema della biosicurezza», ed i cui partner sono prestigiosi istituti di ricerca di Gran Bretagna, Germania, Francia, Ungheria, Turchia, Israele, Usa e l'Istituto per la ricerca su crimine e giustizia dell'Onu.
Il ministro dell'ambiente Corrado Clini ha detto che «Il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che da più di 20 anni collabora intensamente con i patologi vegetali dell'Università di Torino, ha fin dall'inizio sostenuto l'impegno di Agroinnova e l'importanza di partnership internazionali sul tema della biosicurezza agro-ambientale e agro-alimentare per elevare le competenze e far fronte tempestivamente in modo efficace alle eventuali emergenze. L'esperienza maturata da questo gruppo di ricercatori, molti dei quali hanno già collaborato in passato su altri progetti connessi alla biosicurezza, rappresenta un patrimonio di conoscenze eccezionale che deve essere messo a frutto, garantendone la continuità dell'azione nel tempo».
Il meeting di Bruxelles aveva l'obiettivo di «Sottolineare l'importanza di una ricerca trasversale multidisciplinare nel campo della biosicurezza, per rispondere tempestivamente a eventuali minacce al sistema agricolo in grado di danneggiare a qualunque livello la catena alimentare, creando un pericolo anche per l'uomo, come accaduto recentemente in Germania in occasione dell'emergenza dovuta alla diffusione, poi rivelatasi accidentale, del batterio Escherichia Coli».
L'incontro ha evidenziato i progressi fatti a livello europeo nel settore della biosicurezza grazie alla cooperazione internazionale promossa dall'Ue. Gran parte del gruppo di lavoro attualmente impegnato sul Plantfoosec, ha infatti collaborato tra il 2005 e il 2007 ad un altro progetto finanziato dall'Ue ("Crop and Food Biosecurity and Provision of the means to Anticipate and Tackle Crop Bio-terrorism"), uno dei primi progetti a livello europeo ad occuparsi del rischio per il sistema agricolo e forestale rappresentato dall'eventuale introduzione deliberata di patogeni delle piante. I risultati ottenuti diedero il via ad altri progetti tra cui uno finanziato dalla Nato ("Tools for Crop Biosecurity"), sviluppato nell'ambito del Programma "Security through Science", ed al Biosec ("Tackling Biosecurity between Europe and Asia: Innovative Detection, Containment and Control Tools of Invasive Alien Species Potentially Affecting Food Production and Trade") , finanziato dall'Ue.
Secondo Marco Malacarne , responsabile dell'Unità "Security Research and Development" della Direzione Generale Enterprise and Industry della Commissione Europea, «C'è molto lavoro da fare nei prossimi anni sul tema della biosicurezza a livello europeo per migliorare in particolare il coordinamento delle attività di diagnosi e risposta ad eventuali emergenze fra i vari Paesi della Comunità. Il prezioso lavoro svolto dai partner del progetto Plantfoosec, sarà di grande aiuto in questo senso e costituirà anche un importante punto di partenza per la messa a punto di metodologie e policies internazionali sempre più efficaci».
John Mumford dell'Imperial College di Londra è convinto che «L'introduzione deliberata o accidentale di patogeni delle piante nelle colture o in altri elementi della catena agro-alimentare può avere conseguenze economiche molto gravi" ha affermato . "Gli agricoltori di tutto il mondo hanno già speso miliardi di euro per il controllo dei parassiti e delle patologie perdendo un terzo della produzione, nonostante questi sforzi. Pertanto, la diffusione mirata di un parassita o di una patologia potrebbe comportare maggiori costi e perdite in determinati settori. Gli effetti sociali sulle comunità che dipendono da colture specifiche sono gravi e, in particolare, le comunità molto dipendenti sono gruppi particolarmente vulnerabili. Allo stesso modo, la rottura della catena agro-alimentare può influire sulle abitudini dei consumatori relativamente ad altri prodotti correlati, anche se non direttamente coinvolti».
Grazie all'intensa attività di ricerca promossa dall'Unione Europea oggi l'Europa può disporre di un pool di esperti affiatati, le cui rispettive strutture sono in grado di lavorare in sinergia. «Una vera e propria task force che sta lavorando alla costruzione di scenari, metodi di risposta rapida e di crisis managament, individuazione dei patogeni più pericolosi e delle colture da sorvegliare con maggior attenzione - si legge in un comunicato - il cui know how è e sarà messo a disposizione dell'Unione Europea per migliorarne il coordinamento fra le diverse strutture e l'efficacia di risposta in caso di emergenza. Grazie ai risultati del progetto Plantfoosec infatti saranno creati gli strumenti per identificare con maggior precisione se i patogeni sono stati introdotti deliberatamente o accidentalmente (elemento fondamentale nelle emergenze come quella verificatasi in Germania), delle strategie di comunicazione adeguate e una mappatura delle diverse competenze e specializzazioni a livello europeo in modo da utilizzare in ogni occasione le strutture e gli esperti più idonei, con risparmio di tempo e risorse».
Christian Patermann, ex direttore del programma europeo "Biotechnology, Agriculture & Food" e membro del Security Panel del progetto Plantfoosec, ha concluso: «È arrivato il momento di rendere consapevoli gli stakeholder europei e le persone in generale sul problema della biosicurezza, poiché il commercio mondiale degli alimenti e dei mangimi è in costante crescita. Le possibilità di affrontare con successo questo problema con un approccio di prevenzione stanno aumentando, grazie anche alle nuove conoscenze create dalla ricerca e da nuove strutture sostenibili basate sulla collaborazione e sull'azione. È importante che lo si sappia».