[13/02/2013] News

E' green lo stato dell’Unione di Barack Obama. E Big Oil e repubblicani si arrabbiano

Il discorso sullo stato dell'Unione del presidente Usa Barack Obama sembra non aver deluso le aspettative degli ambientalisti e di molti americani, a cominciare dall'annuncio del "ritiro" entro primavera delle truppe Usa dall'Afghanistan (rimarranno reparti non destinati alla prima linea), dalla riduzione degli arsenali nucleari, dalla conferma della riforma sanitaria, aumento del salario minimo, limitazione dell'accesso alle armi di assalto, e soprattutto del reiterato impegno ad affrontare finalmente da protagonista i temi del global warming e del cambiamento climatico.

Per quanto riguarda i temi ambientali, Obama in sostanza ha detto che sarà lui in prima persona a dare gli ordini esecutivi sul cambiamento climatico, questo vuol dire che amplierà come aveva già detto, il programma per tagliare le emissioni di CO2 dalle vecchie centrali elettriche ed un altro sull'efficienza energetica degli edifici: «America: tagliamo a metà l'energia sprecata dalle nostre case e nelle imprese nel corso dei prossimi 20 anni».

Obama ha rivendicato di aver creato con le sue politiche milioni di posti di lavoro verdi. Secondo Obama l'impegno Usa per portare avanti gli sforzi degli Usa contro il global warming  «Non sono solo un bene per il clima, sono un bene per l'economia» e l'America è sulla buona strada per creare 5 milioni di posti di lavoro nell' energia pulita nel paese, «L'anno scorso, l'energia eolica ha aggiunto quasi la metà di tutta la capacità della nuova energia in America»,  mentre il suo stimulus plan è stato ricco di iniziative per realizzare posti di lavoro verdi, specializzati e redditizi. Dai soli i  fuel efficiency standards, approvati da Obama e tanto osteggiati dalle Big Oil e dai repubblicani, produrranno entro il 2030 570.000 nuovi posti di lavoro nell'industria manifatturiera.

Ma Obama sembra finalmente davvero convinto che gli Usa debbano assumere la leadership nell'azione climatica. Dopo aver detto nel suo discorso di insediamento cose chiarissime sui cambiamenti climatici che hanno mandato in brodo di giuggiole gli ambientalisti ed i progressisti statunitensi, Obama  nel discorso sullo Stato dell'Unione ha chiesto di «Agire prima che sia troppo tardi» per ridurre le emissioni di carbonio, esortando il Congresso statunitense a «Perseguire una soluzione bipartisan, basata sul mercato». Ma il presidente Usa si è voluto togliere il sassolino dalla scarpa dei  negazionisti climatici, che rifiutano le schiaccianti prove scientifiche del cambiamento climatico in corso, e che sono stati tra i più accaniti nemici di Obama durante il suo primo mandato e nell'ultima campagna elettorale: «Nel 2011 e 2012 ci sono stati 25 miliardi di dollari di danni per eventi atmosferici negli Stati Uniti nel 2011 e 2012. I costi per gli  Usa sono enormi  188 miliardi di dollari». Ha ricordato agli ecoscettici.

Il presidente Usa ha anche affrontato  un altro tema che sembra scomparso dalla nostra provinciale campagna elettorale: quello della manutenzione delle infrastrutture (non della creazione di nuove). Ad esempio, l'età media dei ponti statunitensi è di  43 anni ed un'indagine del 2008 del Dipartimento dei trasporti ha rivelato che 72.868 sono «Strutturalmente deficitarie», mentre 89.024 «Funzionalmente obsoleti». Obama prevede 50 miliardi di dollari di investimenti nelle infrastrutture, compresi  40 miliardi dollari mirati per le manutenzioni/adeguamenti più urgenti.

Le reazione delle Big Oil e dei repubblicani sono state tra lo sconcertato e il rabbioso. I petrolieri hanno mandato avanti l'Institute for energy research (Ier) un gruppo finanziato dalle Big Oil. Thoma Pyle, i presidente dell'Ier ha detto:  «E' significativo che il Presidente Obama sembri più preoccupato per i cambiamenti climatici rispetto alla creazione di posti di lavoro, chiaramente è il seguito del consunto percorso di questa amministrazione, dove non si affronta la crisi ma si ricerca un'agenda progressista del Presidente. Per questa amministrazione, un uragano mortale significa la possibilità di una carbon tax. Un'ondata di calore killer dei raccolti significa un'altra occasione per attaccare l'industria carbonifera. Virtualmente qualsiasi meteo serale può essere sfruttato per giustificare il potere delle autorità di regolamentazione di Washington e per maggiori ostacoli per l'energia a prezzi accessibili. In realtà, gli unici lavori dei quali il presidente sembra essere preoccupato sono quelli all'Environmental protection agency».

I repubblicani hanno affidato la loro risposta ad Obama ad un personaggio davvero imbarazzante della destra del partito: Marco Rubio, un giovane senatore della Florida fan delle armi per tutti, che ha votato contro il Medicare e il Violence Against Women Act. Secondo questo campione del conservatorismo, Obama invece che proporre investimenti per le energie rinnovabili dovrebbe concentrarsi sull'espansione delle concessioni per le trivellazioni e la ricerca petrolifera nelle terre pubbliche federali, anche se Obama ha detto che intende aumentare il numero di barili di petrolio estratti nelle public lands, dare il via a trivellazioni petrolifere anche in luoghi dove esiste una forte opposizione ambientalista ed andare avanti a tutta forza con il discusso fracking, l'estrazione di gas e petrolio con la fratturazione idraulica . Ma discutere con uno come Rubio è difficile, nonostante il suo Stato, la Florida, sia investito in pieno dai cambiamenti climatici e dai fenomeni meteorologici estremi, sostiene che «C'è un ragionevole dubbio sulla questione se il cambiamento climatico sia reale».

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