
[13/02/2013] News
Una volta installato, un impianto fotovoltaico garantisce energia rinnovabile e a buon mercato per almeno due decenni. A guadagnarci sono dunque il portafogli e l'ambiente, a patto che non ci si fermi a pensare all'installazione del modulo. Che fine farà infatti l'impianto, una volta esaurita la sua vita utile? Procedere nella direzione di un'economia a ciclo chiuso significa concedere fondamentale importanza a questa domanda, che presenta però anche un risvolto nell'immediato.
In materia di accesso agli incentivi per l'installazione di impianti fotovoltaici, infatti, il Consorzio Remedia - uno dei principali sistemi collettivi italiani no-profit per la gestione eco-sostenibile di tutte le tipologie di rifiuti tecnologici - è molto chiaro: «Potrebbero esserci, infatti, delle ricadute dirette sui proprietari degli impianti stessi nel caso in cui i moduli non siano garantiti dal contributo sul riciclo».
«Stiamo ricevendo molte chiamate al call center di Remedia di utenti che chiedono se il loro impianto sia in regola con le disposizioni sul riciclo contenute nelle regole applicative del IV e V conto energia - spiega Maurizio Maggi, direttore settore Fotovoltaico del Consorzio - La finalità di interesse pubblico perseguita dal GSE attraverso le regole applicative sul riciclo e attraverso il Disciplinare è quella di assicurare il recupero e riciclo del singolo modulo fotovoltaico a fine vita, che deve essere "tracciato" dal momento della immissione sul mercato italiano sino al momento dello smaltimento».
Di norma il produttore - informano da ReMedia - se presente in Italia, oppure il soggetto italiano che per primo immette sul mercato nazionale un modulo prodotto all'estero (lo importa se il produttore è extra Ue) deve versare il contributo per il riciclo. In ogni caso, uno qualunque dei soggetti produttore/importatore/installatore/distributore stabilito in uno degli stati Europei, San Marino e Svizzera, può aderire a Consorzio Remedia al fine di garantire la gestione dello specifico modulo nel momento in cui giungerà a fine vita.
«Dal punto di vista del Gse non è rilevante quale tipologia di soggetto sia iscritto al consorzio, ma è obbligatorio che qualcuno sia iscritto e che paghi il contributo per il riciclo per ciascun modulo», precisa Maggi. Se infatti i moduli installati in un impianto che ha accesso agli incentivi non sono coperti dal contributo per il riciclo, si rischia di non poter più usufruire degli incentivi erogati dal GSE. Per questo motivo, lo stesso soggetto responsabile dell'impianto, beneficiario della tariffa incentivante che potenzialmente potrebbe essere revocata da Gse, può aderire al Consorzio e pagare il contributo previsto qualora nessun altro soggetto abbia provveduto ad adempiere a quanto previsto.