
[15/02/2013] News
Ciafani: «Non ci convince la strada imboccata finora per le zone contaminate dell’area Caffaro»
Il 18 febbraio si terrà la conferenza dei servizi, convocata dal ministero dell'ambiente, per esaminare nuovi progetti di bonifica delle discariche industriali della Caffaro, all'interno del Sito inquinato di interesse nazionale (Sin) Laguna di Grado e Marano e Legambiente presenterà un documento dettagliato sulle cose che, secondo l'associazione ambientalista, non vanno nel progetto di bonifica.
La pesante condizione di inquinamento dell'area trova riscontro nel procedimento giudiziario che, di fronte alle circostanziate accuse della procura di Udine riguardo l'inquinamento del suolo, della falda acquifera, dei sedimenti nei canali, nell'ottobre del 2009 ha portato al patteggiamento il gruppo dirigente Caffaro. Nel 2010 il ministero dell'Ambiente ha approvato un progetto di bonifica redatto dall'allora Commissario delegato all'emergenza della Laguna di Grado e Marano, con l'obiettivo di avviare le operazioni di risanamento del sito in 10 anni. Ora il Commissario Straordinario Caffaro ha presentato un nuovo progetto, che verrà esaminato nella conferenza dei servizi, ma Legambiente dice che «Non è ancora chiaro come il progetto si ponga amministrativamente in relazione a quello già approvato».
Il vicepresidente del Cigno Verde, Stefano Ciafani, oggi anticipa le linee delle osservazioni:«La situazione dell'area Caffaro continua ad essere pesantemente sottovalutata. I danni ambientali, causati dalla lunga attività dell'industria chimica a Torviscosa e in tutta la laguna, sono molto gravi. È dunque fondamentale la messa in sicurezza e la bonifica del polo produttivo e delle zone limitrofe contaminate, attraverso interventi utili a contenere e ridurre nel tempo il rischio dell'inquinamento da mercurio presente. Legambiente invita a valutare in modo approfondito la congruità di questi progetti con quello generale a suo tempo approvato, poiché ci troviamo di fronte ad una situazione grave. Si tratta infatti di intervenire su circa 200mila metri cubi di rifiuti non stoccati in discariche anche pericolosi, su circa 400mila metri cubi di terreni contaminati, su alcune centinaia di migliaia di metri cubi posti in discariche inadeguate, nonché sui sedimenti depositati nel canale Banduzzi e nella darsena interna all'area industriale».
Le osservazioni sottolineano che di fronte a tutto questo, «Appaiono fortemente insufficienti progetti che non prevedono alcuna opera di marginamento fisico dell'area discariche, né per le discariche interne né per le aree inquinate da peci benzoiche (rifiuti pericolosi); con ipotesi di nuove discariche non previste dalla pianificazione provinciale. Inoltre non si prevedono interventi relativi alla messa in sicurezza delle casse di colmata lungo il canale Banduzzi».
Per concludere gli ambientalisti ricordano che «Le discariche "storiche" del sito Caffaro sono, al momento, oggetto di una procedura di infrazione comunitaria per la violazione dell'art. 14 della Direttiva 1999/31 sulla gestione delle discariche».