[18/02/2013] News

Il sesto senso esiste, e le foche ce l'hanno

Grazie ai baffi, le foche con gli occhi e le orecchie tappate riescono a distinguere le dimensioni degli oggetti

Mammiferi come i ratti, i toporagni e le foche utilizzano i loro baffi per esplorare l'ambiente e  determinare informazioni sulle proprietà degli oggetti, come  la dimensione, la forma e la consistenza. Recenti ricerche idrodinamiche delle quali ha già riferito greenreport.it avevano rivelato come le foche possano definire le dimensioni di un pesce dalla scia che lascia muovendosi nell'acqua, ma nella nuova  affascinante ricerca "The way they oriented their smaller, most rostral, ventral whiskers to the discs suggest it is the former", pubblicata su Comparative Physiology, un team di ricercatori delle università britanniche di Sheffield e Manchester  e del Marine science center dell'università tedesca di Rostock, rivela come le foche tocchino con i baffi gli oggetti per "sentirne" le dimensioni, valutando così anche quelle delle loro prede attraverso il numero di punti di contatto. 

«Questo - spiegano i ricercatori - significa che con il semplice contatto di un baffo una foca può valutare se un pesce sia abbastanza grosso per cacciarlo. Utilizzando questo metodo a "pennello", le foche giudicano istantaneamente le dimensioni, spendendo meno di 0,4 secondi per decidere se inseguire o lasciare andare un potenziale pasto.

Robyn Grant, che insegna fisiologia ambientale alla Manchester Metropolitan University spiega che «Il metodo che utilizzano permette loro di premere leggermente il oro muso sulla preda e decidere se gli piace o no. Nell'ambiente altamente competitivo del mare, questa velocità di decisione può fare la differenza tra mangiare o fare la fame e, alla fine, tra la sopravvivenza o l'inedia»

Lo studio ha esaminato in dettaglio come due foche comuni (Phoca vitulina) adulte, con gli occhi e le orecchie tappate, utilizzavano i loro baffi  per distinguere tra tre dischi di diverse dimensioni. «Quello che non sapevamo era se fosse il numero di baffi o il modo in cui venivano  posizionati i baffi, che le aiuta a determinare le dimensioni. Il modo in cui orientano i baffi più piccoli, più rostrali e  ventrali sui dischi suggeriscono che si tratta della seconda ipotesi».

Le foche quindi utilizzano come sensori i baffi più piccoli è l'area dove sono più fitti la Grant spiega su Bbc Nature che questi baffi  agiscono ad  una «Risoluzione spaziale  di campionamento più alta, il che significa che le foche possono  raccogliere un sacco di informazioni in un posto senza dover spostare tutti i loro baffi. Possono premere il loro muso sull'oggetto e, a seconda del numero di baffi con cui avviene a contatto, è possibile capire se si tratta di una cosa più grande o più piccolo». Questa tecnica permette alle foche  di valutare le loro prede anche in acque dove la visibilità è spesso scarsa.

Secondo la Grant, «Potrebbe anche essere un modo più rapido per capire le dimensioni di un oggetto perché non richiede calcoli di taratura più complessi. Abbiamo scoperto che lo fanno in maniera super-veloce, tutte le loro decisioni sono prese in meno di mezzo secondo», probabilmente i baffi delle foche sono più "veloci" e sensibili delle dita umane.

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