[18/02/2013] News

La guerra tra le formiche aliene si combatte negli Usa

I ricercatori della North Carolina State University hanno scoperto che una delle specie più aggressive di formiche invasive negli Stati Uniti, la formica argentina (Linepithema humile),  sembra aver incontrato un nemico che le tiene testa, aliena: la pungente formica asiatica  Pachycondyla chinensis. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che la formica "cinese" è riuscita a sloggiare le formiche argentine da un ambiente urbano, il che vuol dire che le Pachycondyla chinensis, utilizzando il loro pungiglione velenoso, possono resistere all'avanzata di una specie invasiva che si riteneva inarrestabile ed avere addirittura un boom demografico.

Tra le specie invasive del mondo quella della formica argentina è una storia di successo: il  suo aggressivo, comportamento territoriale e la sua  capacità di creare enormi "supercolonie", costituite da migliaia di regine e da milioni di operaie hanno permesso alla Linepithema humile  di diffondersi in tutti gli Usa a danno delle specie autoctone e modificando gli ecosistemi per soddisfare le loro esigenze. Fino ad ora nessuna specie di formiche invasive aveva avuto un simile successo.

Nel 2008, mentre studiava una supercolonia di formiche argentine in un ambiente urbano, Eleanor Spicer Rice, un'ex  studentessa della North Carolina State University, noto che delle formiche asiatiche Pachycondyla chinensis che vivevano e lavoravano tranquillamente nella stessa area, una cosa più che sorprendente, visto che le formiche argentine notoriamente non tollerano altre specie di formiche nel loro territorio. Quindi la Spicer Rice decise di indagare ulteriormente e in 4 anni ha scoperto che le formiche argentine sembravano ignorare quelle "cinesi", che approfittavano della situazione per occupare una significativa parte del territorio delle Linepithema humile. Nel 2008, le formiche argentine avevano popolazioni nel 99% dei siti all'interno dell'area di studio, mentre le formiche asiatiche erano presenti nel 9%, entro il 2011, le formiche argentine si erano ritirate nel 67% del territorio che avevano occupato, mentre le "cinesi" avevano esteso il loro dominio sul 32% dei siti. Le due specie di formiche convivevano nel 15% dei siti.

In un articolo pubblicato su PlosOne ("Propagule pressure and climate contribute to the displacement of Linepithema humile by Pachycondyla chinensis") la Spicer Rice evidenzia che «Questa è la prima volta che abbiamo visto un'altra specie di formiche prendere territorio dalle formiche argentine». I ricercatori statunitensi pensano che la capacità della formiche invasive asiatiche di tollerare temperature più fredde possa aver svolto un ruolo significativo nella loro capacità di respingere le organizzatissime formiche argentine. Durante la stagione fredda, le due specie di formiche diventato letargiche e cessano di riprodursi, limitando la loro attività, mentre le loro popolazioni calano. Ma le formiche "cinesi" riprendono l'attività molto prima di quelle argentine e cominciano subito a riprodursi e costruire nuovi nidi nel territorio delle formiche a argentine già a marzo, mentre le formiche argentine rimangono inattive fino alla fine di aprile o addirittura all'inizio di maggio. «Le formiche asiatiche ottengono un vantaggio essenziale» sottolinea la Rice Spicer  e Jules Silverman, professore di entomologia alla North Carolina State University e co-autore dello studio evidenzia che «Se la Pachycondyla chinensis è così efficace a respingere una specie dominante, allora potrebbe essere la prossimo principale specie di formiche invasive».

La Spicer Rice avverte che «La formica asiatica si sta spostando allo stesso tempo sia nelle foreste che negli ambienti urbani. E dato che è attiva a basse temperature, potrebbe penetrare in un areale di terriotorio molto ampio. La formica asiatica è già stata trovata in aree che spaziano dall' Alabama, a New York City, all'Oregon». La Spicer Rice e Silverman  stanno attualmente lavorando ad una ricerca che ccerca di capire come mai le formiche argentine non attaccano quelle asiatiche  e sottolineano su PlosOne Che «L'identificazione dei meccanismi che regolano la creazione e la diffusione di specie invasive è una sfida fondamentale in biologia dell'invasione. Poiché invasioni di specie sono state osservate frequentemente solo dopo che la specie rappresenta una minaccia per l'ambiente, le ricerche che identificano gli agenti che contribuiscono alla loro dispersione ed alla successiva diffusione sono limitati alle osservazioni retrograde».

Infatti, l'aumento della Pachycondyla chinensis è una cattiva notizia: sono dotate di pungiglioni velenosi che possono causare reazioni allergiche nell'uomo e anche loro avanzano facendo piazza pulita delle specie  autoctone di formiche delle foreste, comprese quelle che svolgono un ruolo importante nei processi ecosistemici, come la dispersione dei semi.  

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