[19/02/2013] News toscana

Edilizia scolastica, Cgil: puntare su qualità del costruire, del lavorare, dell'educare e del vivere

La Cgil Toscana ha lanciato l'allarme edilizia scolastica per la nostra regione. Molti dei 2649 istituti scolastici, a cui si aggiungono quelli delle scuole dell'infanzia e dei nidi comunali, hanno bisogno di interventi di riqualificazione ed in taluni casi interventi strutturali importanti (vedi quanto accaduto in lucchesia a seguito degli eventi sismici).  Si comprende come sia in gioco in primis la sicurezza dei ragazzi ma anche la qualità dell'insegnamento che viene effettuato in ambienti non idonei. Il problema non è nuovo e non riguarda solo la Toscana come testimoniato dai dossier Ecosistema Scuola di Legambiente, dove anzi la nostra Regione risulta tra le più virtuose. In linea generale le scuole del Paese sono vecchie, mancano di certificazioni di messa a norma (agibilità, prevenzione incendi, rischio sismico...) e non viene effettuata la manutenzione ordinaria. Con la crisi economica poi sono state ulteriormente ridotte le risorse per il settore, che invece insieme a quello della cura del territorio è tra i più idonei per rilanciare l'economia nella direzione della sostenibilità.

L'edilizia tradizionale è in crisi e la Toscana in tal senso non costituisce un'eccezione: tra il 2011 e il 2012 c'è stata  una pesante riduzione degli appalti pubblici di circa il 50% in termini di contratti aggiudicati, spiegano dalla Cgil. La riqualificazione degli edifici (tutti) in termini di efficienza energetica e messa in sicurezza  può rappresentare un volano per il rilancio del settore, partendo dalle strutture pubbliche, scuole in primis. In coerenza col piano del lavoro presentato qualche settimana fa, la Cgil invita le istituzioni a puntare  sul  recupero delle strutture esistenti, dove possibile, visto che permette un triplice risultato: «evitare l'ulteriore consumo del suolo; rigenerare l'edificio attraverso l'utilizzo di bioedilizia e basandosi su strumenti di efficientamento energetico che rappresenta un punto di approdo non solo come elemento di qualità per la didattica, ma perché produce risparmio economico (e l'edificio così realizzato può diventare una risorsa in situazioni di emergenza: esempio di Fabbriche di Valico e Gaiole in Chianti); garantire attraverso piccoli interventi la ripresa di un settore, quello delle costruzioni, che dal 2010 al 2012 ha perso 20000 posti di lavoro (dati Istat)».

La Cgil nell'occasione ha fornito anche il quadro delle risorse derivanti  da leggi, decreti e dai vari provvedimenti degli Enti locali, ma ha anche fatto presente che vanno superati  i limiti imposti dal patto di stabilità «che esige una decisiva revisione così da favorire gli investimenti, e la necessaria qualificazione della spesa pubblica attraverso l'individuazione degli interventi urgenti e di quelli strategici. L'obiettivo, oltre a quello di riqualificare gli edifici scolastici in termini 'verdi' e garantire la sicurezza degli studenti e di chi opera nelle strutture, è quello di affrontare il problema degli appalti, delle modalità per l'aggiudicazione dei lavori e prevenire fenomeni di illegalità. Vorremmo partire dalle scuole che possono diventare simbolo di cantieri "qualità": qualità del costruire, del lavorare, dell'educare e del vivere» hanno concluso dalla Cgil.

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