[22/02/2013] News

Discariche, acque e impianti industriali: l'Ue deferisce alla Corte di giustizia Grecia, Polonia e Svezia

Nello stato scandinavo nel 2012 in crescita i reati in materia ambientale, sono stati il 29% del totale delle procedure d'infrazione

La Commissione europea mette nel mirino Grecia, Polonia e Svezia per vari problemi attinenti questioni ambientali. La Grecia è stata infatti deferita alla Corte di giustizia per il mancato rispetto di una precedente sentenza relativa alle discariche abusive (cosa analoga era successa all'Italia nell'ottobre 2012). Nel 2005, la Corte di giustizia già stabilì che la Grecia non aveva adottato misure sufficienti per chiudere e bonificare le discariche abusive, utilizzate ancora a centinaia in tutto il paese. Otto anni più tardi, in considerazione del fatto che i progressi compiuti dopo la sentenza sono stati insufficienti, la Commissione sottopone la questione alla Corte di giustizia proponendo sanzioni pecuniarie.  Secondo gli ultimi dati a disposizione della Commissione, circa 78 discariche abusive sono ancora utilizzate, in violazione della legislazione Ue in materia di rifiuti, e 318 sono ancora in fase di ripristino. La preoccupazione di Bruxelles è che la situazioni possa andare a peggiorare visto che grandi impianti stanno arrivando a saturazione senza che siano state trovate soluzioni alternative per lo smaltimento dei rifiuti.

Le inadempienze rilevate alla Polonia sono relative al mancato recepimento della legislazione comunitaria in materia di acque. Le carenze in questo settore sembrano strutturali e difficilmente sanabili nel breve periodo. Infatti la legislazione polacca in materia di acque è carente sotto diversi aspetti, in particolare per quanto riguarda il recepimento degli allegati della direttiva 2000/60. Ad esempio per l'allegato II che tratta il sistema di caratterizzazione delle acque superficiali e sotterranee, così come alcune omissioni riguardano l'attuazione dell'allegato III, per ciò che riguarda parametri di riferimento per l'analisi a livello di bacino idrografico, per l'impatto ambientale delle attività umane sulle acque e per l'analisi economica. Carenze si registrano anche per il monitoraggio dello stato delle acque. Considerato che tutti gli Stati membri si sono impegnati a proteggere e riqualificare tutti i corpi idrici sotterranei e di superficie (fiumi, laghi, canali e acque costiere), in  modo da raggiungere un "buono stato" entro il 2015, si comprende l'entità del ritardo della Polonia.  La Commissione dopo reiterati avvisi di messa in mora avvenuti nel 2008 e poi nel 2010, senza aver ricevuto risposte soddisfacenti, ha deciso di deferire la Polonia alla Corte di giustizia (nel mese scorso un analogo procedimento era stato attivato nei riguardi dello stesso stato membro, per quanto riguarda la direttiva nitrati e l'inquinamento delle acque).

Infine la Svezia, dove nel 2012 i reati in materia ambientale sono stati il ​​29% del totale delle procedure d'infrazione contro il 15% nel 2011, è stata deferita in materia di autorizzazioni per impianti industriali.

Nonostante una prima sentenza della Corte di giustizia, la Svezia non ha rilasciato l'autorizzazione per due impianti industriali di grandi dimensioni e per questo il commissario europeo per l'ambiente ha deciso di deferire lo stato scandinavo alla Corte di giustizia dell'Unione europea infliggendo anche alcune penali.

Ai sensi della direttiva Ippc, le attività industriali e agricole ad alto potenziale inquinante devono essere autorizzate. Tali autorizzazioni sono un obbligo di legge dal 30 ottobre 2007. Nell'ottobre 2010, la Commissione ha rinviato la Svezia alla Corte di giustizia perché  26 impianti non erano ancora in regola con i requisiti di legge.  La Corte si è pronunciata a favore della Commissione nel marzo 2012, rilevando che la Svezia era venuta meno al suo obbligo di garantire che tutte le strutture erano conformi  ai requisiti della direttiva. Le risposte venute dallo Stato membro non sono state ritenute soddisfacenti  e due grandi impianti (un impianto per la produzione di acciaio e una miniera) sono ancora in funzione senza le autorizzazioni richieste, così la Commissione ha deciso per il deferimento e l'applicazione di ammende. 

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