
[25/02/2013] News
Ripensare le “misure provvisorie di alloggio” dopo le catastrofi naturali
Dopo una relazione speciale della Corte dei conti europea (RS n. 24/2012) intitolata "La risposta del Fondo di solidarietà dell'Unione europea al terremoto del 2009 in Abruzzo: pertinenza e costo delle operazioni", riguardo a criteri di economicità, la Commissione europea ha annunciato che «Chiarirà le norme disciplinanti il finanziamento di "misure provvisorie di alloggio" facenti seguito a catastrofi naturali». La relazione della Corte ha esaminato quanto successo dopo il terremoto dell'aprile del 2009 che ha colpito L'Aquila e l'Abruzzo, causando danni diretti stimati in oltre 10 miliardi di euro. Nel novembre 2009, l'Unione europea, attraverso il suo Fondo di solidarietà (Fsue), ha fornito un contributo di 0,5 miliardi di euro alle operazioni di emergenza italiane. La relazione speciale ha appurato: i) se la spesa prevista nell'accordo di attuazione rispettasse il regolamento Fsue; ii) se il progetto Case sia stato ben pianificato e celermente attuato; e iii) se il progetto Case sia stato attuato con debito e in una nota la Commissione Ue spiega che «Gli interventi da finanziare includevano il ripristino immediato delle infrastrutture e delle attrezzature nei settori dell'elettricità, delle condutture idriche e fognarie, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell'istruzione, nonché la fornitura di alloggi provvisori e l'organizzazione dei servizi di soccorso destinati a soddisfare le necessità immediate della popolazione. A causa del terremoto, 67 500 persone erano rimaste senza alloggio. Circa il 30 % (144 milioni di euro) del contributo dell'Fsue è stato destinato ad interventi sotto ogni profilo ammissibili ai sensi del regolamento istitutivo del'Fsue».
L'audit della Corte è stato per lo più incentrato sul progetto "complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili" (Case) perché ha assorbito la maggior parte della sovvenzione dell'Fsue (350 dei 494 milioni di euro). L'audit è tato realizzato tra il novembre 2011 e il febbraio 2012, ed ha riguardato un campione di cinque procedure d'appalto e 12 contratti per la costruzione di edifici e la fornitura di arredi, calcestruzzo, pilastri ed isolatori sismici. Il campione copriva il 35 % delle somme a contratto per il progetto Case. Le analisi documentali sono state accompagnate da colloqui con personale del Dipartimento della protezione civile e sopralluoghi presso la sede di quest'ultimo, i siti dei progetti ed i principali attori nella zona del sisma. La critica è rivolta quindi ad uno degli ex fiori all'occhiello del governo Berlusconi: il progetto case , per il quale la Corte dice che «Sebbene rispondente alle effettive necessità, non ha rispettato le specifiche disposizioni del regolamento Fsue. Questo perché tramite il progetto sono stati costruiti edifici permanenti invece di case provvisorie. Il progetto Case ha assorbito il 70 % del finanziamento: 350 milioni di euro. La strategia prescelta per il progetto Case ha soddisfatto le necessità abitative di 15 000 delle persone colpite dal sisma, ma non ha risposto in modo tempestivo e con sufficiente capacità agli effettivi bisogni della popolazione. Gli edifici costruiti nell'ambito del progetto Cas sono stati molto più cari rispetto a quelli costruiti in situazioni normali»..
Ville Itälä, il relatore per la questione della Corte dei conti europea, ha dichiarato: «i sono state carenze nella pianificazione preventiva, nonostante l'Abruzzo sia una delle aree a più alto rischio sismico d'Europa. Sono lieto che la Commissione sfrutterà l'opportunità fornita dal prossimo riesame del regolamento disciplinante il Fondo di solidarietà dell'Unione europea non solo per chiarire il concetto di "misure provvisorie di alloggio", ma anche per esortare gli Stati membri a rischio a porre in essere veri piani di preparazione. Ciò rappresenterà un notevolissimo contributo per la risposta dell'UE alle catastrofi naturali».
La critica è durissima ed impietosa: «La strategia prescelta dalle autorità italiane per costruire gli appartamenti del progetto Case era facile da comprendere, ma il progetto non è riuscito a fornire alloggio a tutta la popolazione sfollata prima dell'inverno. Gli appartamenti Case si sono rivelati immotivatamente costosi ed hanno alloggiato troppe poche persone; vi erano carenze nella pianificazione del progetto e nell'assicurare l'economicità dell'attuazione dello stesso».
Il problema è anche un altro: il regolamento Fsue dispone che il Fondo possa essere utilizzato unicamente per "interventi di emergenza" (essential emergency operations), inclusa la realizzazione di "misure provvisorie di alloggio" (temporary accommodation) e la Corte Ue ricorda che «Il regolamento non contempla il finanziamento di progetti di vera ricostruzione. Il campo d'azione dell'Fsue è limitato alle più urgenti necessità, mentre la ricostruzione a più lungo termine deve esser lasciata ad altri strumenti. A giudizio della Corte, quindi, il progetto Case, che ha fornito una sistemazione alloggiativa duratura e sostenibile, non ha rispettato gli obiettivi dell'Fsue. Per di più, si prevede che gli appartamenti del progetto Case generino in futuro notevoli entrate, sebbene il regolamento istitutivo dell'FsueE non preveda tali eventualità».
Per il resto, la Corte ha constatato che «I progetti finanziati, ad eccezione del progetto Case, erano ammissibili in base al regolamento Fsue Erano stati tutti attuati secondo l'accordo di attuazione e rispondevano a molti bisogni immediati della popolazione colpita dal sisma».
La Corte dei conti europea conckude:«Al fine di trarre insegnamento dall'esperienza dell'Abruzzo, e tenendo in debita considerazione la specifica situazione di emergenza ed il suo impatto, la Corte raccomanda alla Commissione di: i) considerare di adattare il regolamento Fsue ai recenti sviluppi in materia di strategie di risposta alle calamità; ii) esortare gli Stati membri a raggiungere un grado di preparazione alle emergenze che consenta loro di fornire assistenza tempestiva ed efficiente in termini di costi; iii) prestare la debita attenzione all'economicità nella pianificazione e nell'attuazione dei progetti di emergenza».