[07/03/2013] News toscana

Ex Club Mediterranee di Donoratico, interviene Legambiente

L'insediamento turistico che la Società Medonoratico si avvia a realizzare nell'Area dell' Ex Club-Med, ci pare un atto dovuto da parte dell'Amministrazione e un progetto che, se realizzato secondo i criteri della sostenibilità ambientale, potrebbe diventare un buon volano economico ed occupazionale per il territorio, elemento quest'ultimo non trascurabile in questo periodo.

Parliamo di un  progetto, classificato come "ristrutturazione" di struttura ricettivo turistica, che andrà a ricadere in una zona di decine di ettari di grande valore ambientale e paesaggistico, tanto che la Regione Toscana nella conferenza dei servizi  del 13 ottobre 2010 "ne sottolinea l'importanza del recupero ai fini naturalistico-ambientali delle dune e di tutta la fascia litoranea". L'importanza di salvaguardare le zone litoranee del resto viene confermata dalla scelta lungimirante di molte amministrazioni comunali, che, negli anni, hanno spostato fuori dalla fascia dunale e pinetata molti dei campeggi presenti sulla costa.

A Castagneto Carducci invece non si capisce perché si vada in direzione opposta a tutte le indicazioni di salvaguardia ambientale che vengono dai vari Enti , arrivando a concedere, nel caso dell'ex Med, lo stesso numero di bungalow, ma con una superficie occupata tre volte quella, circa 10 mq. ognuno, delle strutture originali.  Infatti le nuove "casette mobili" provviste di camere, cucina e servizi igenici saranno ovviamente molto più grandi. Si passerebbe quindi dai circa 7.000 mq. di superficie occupata a circa 20.000. Come si concilia con questo ampliamento il Piano Integrato Territoriale della Regione Toscana, che all'art.28 comma 10  vieta" la localizzazione di nuovi impianti come Campeggi nelle aree caratterizzate dalla presenza di pinete o sistema dunale e adottano in riferimento a impianti preesistenti misure di rilocalizzazione in aree alternative"?

Ad aumentare le preoccupazioni sono poi tutte le opere di urbanizzazione da realizzare nell'area: chilometri di trincee per portare fognature, acqua e corrente a tutte le 637 casette mobili, con danni enormi all'ecosistema dunale e all'apparato radicale della pineta e lecceta..

Crediamo invece che sarebbe lungimirante da parte dell'Amministrazione Comunale e della proprietà, delocalizzare le strutture insediative, come casette e opere accessorie, al di fuori della fascia costiera, concentrando l'insediamento con minori costi economici, valorizzando una zona agricola, tutelando così la pineta e utilizzandola  per attività e servizi ambientali per il turismo.

Restano poi le preoccupazioni per lo smaltimento dei liquami:il depuratore di Marina sarà potenziato in tempo per far fronte all'aumento del carico di questa struttura? E come sarà soddisfatto il maggior consumo di acqua potabile, che certamente comporterà un forte aumento del prelievo idrico dalla falda, sempre in stress idrico, nei periodi estivi?.

Restiamo convinti che un'operazione di recupero di una struttura così importante come l'ex Club Med avrebbe bisogno di un progetto urbanistico complesso, e non certo di una semplice SCIA o DIA, oltre che di un costante monitoraggio pubblico di tute le fasi di recupero.

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